liz shuler

L'UNIONE FA LA FORZA-LAVORO - LIZ SHULER È LA PRIMA DONNA AD ESSERE ELETTA A CAPO DELL'AFL-CIO, IL MAGGIORE SINDACATO AMERICANO - NEGLI STATI UNITI C'È STATO UN RITORNO DI POPOLARITÀ DEI SINDACATI A LIVELLI MAI PIÙ VISTI DAL 1965 (TE CREDO, SONO AUMENTATI I LAVORI MALPAGATI E TOTALIZZANTI) - APPENA ELETTA, SHULER HA DETTO DI VOLER PUNTARE MOLTO SULL'ORGANIZZAZIONE DEI LAVORATORI NELLE GRANDI AZIENDE TECNOLOGICHE, SEGUENDO I SUCCESSI DEI SINDACATI FORMATI IN ALCUNE SEDI DI AMAZON E STARBUCKS…

Massimo Gaggi per il Corriere della Sera

 

liz shuler

«Questo non sarà più il sindacato di vostro nonno: dobbiamo puntare sul mondo della tecnologia e aprirci alle diversità per scrivere il prossimo capitolo del movimento dei lavoratori». Liz Shuler, 52 anni, prima donna ad essere eletta leader dell'Afl-Cio, il maggiore sindacato americano, promette una svolta della strategia fin qui seguita dalle sempre più dissanguate union americane.

 

liz shuler 1

Sfida temeraria che lei spera di vincere puntando su tre fattori: la pandemia che, restringendo il mercato del lavoro, ha reso più difficile per le imprese trovare manodopera dando così, almeno provvisoriamente, più forza negoziale ai lavoratori; il sondaggio Gallup di qualche mese fa che segnala un ritorno di popolarità dei sindacati a livelli mai più visti dal 1965 col 71% degli americani intervistati (90% di democratici e 47% di repubblicani) che si dicono favorevoli alle rappresentanze organizzate dei lavoratori nelle aziende con una netta ripresa rispetto al minimo del 48% toccato nel 2009; in terzo luogo la spinta, il rinnovato entusiasmo, prodotto dai recenti successi delle union che sono riuscite per la prima volta a entrare col voto maggioritario dei lavoratori in alcune sedi di Amazon e Starbucks, nonostante l'ostracismo di queste aziende.

liz shuler 2

 

Domenica scorsa, appena eletta, Liz ha detto di voler puntare molto sull'organizzazione dei lavoratori nelle sedi delle grandi aziende tecnologiche. Sfida audace questa della modernizzazione, ma che la Shuler dovrà condurre su un sentiero molto stretto: le sindacalizzazioni di impianti come il centro di smistamento Amazon di Staten Island, l'unico nell'area di New York, hanno avuto molta risonanza, ma sono anche state soprattutto il frutto di campagne di singoli personaggi carismatici come Christian Smalls: un dipendente nero licenziato perché rivendicava diritti per i lavoratori, trasformatosi in attivista e trascinatore.

 

liz shuler 3

In molti altri casi le aziende sono riuscite ad evitare che la maggioranza votasse per la sindacalizzazione. E poi l'attuale momento che sembra favorevole ai sindacati - Congresso a maggioranza democratica, un presidente, Joe Biden, che si definisce pro-sindacati e una domanda di lavoro più alta dell'offerta che tende a far salire i salari - potrebbe non durare a lungo, mentre l'inflazione mangia tutti gli incrementi retributivi.

 

liz shuler 4

Del resto, anche sotto la leadership di Richard Trumka, un abile manovratore politico rimasto al vertice di Afl-Cio per 12 anni, morto all'improvviso dieci mesi fa, il Congresso, nonostante tutte le sue pressioni e una maggioranza progressista, non ha modificato le norme attuali che rendono difficilissimo per i sindacati fare proselitismo ed entrare nelle aziende.

liz shuler joe biden

 

E anche nell'era Trumka il tasso di sindacalizzazione dei lavoratori Usa è calato ulteriormente dell'1,5% scendendo al 9,3. Il «Pro Act», la legge che dovrebbe rimuovere queste barriere, non ha fatto progressi nel Parlamento a guida democratica e con le elezioni di mid term di novembre i repubblicani dovrebbero riprendere il controllo del Congresso.

 

Ma la Shuler, pur essendo stata la «numero due» di Trumka, ora vuole cambiare rotta: meno impegno sindacale a Washington e nelle battaglie parlamentari e più proselitismo sul campo, anche se le difficoltà sono molte. Per superarle Liz punta soprattutto sull'apertura di un'organizzazione che fin qui è stata soprattutto maschile e con leader bianchi, alle donne e alle minoranze etniche.

liz shuler 9

 

La stessa assemblea Afl-Cio di domenica ha preso atto che il mondo del lavoro è cambiato eleggendo non soltanto la prima donna leader della union, ma votando anche Fred Redmond come primo segretario e tesoriere: per la prima volta la seconda carica del sindacato va a un afroamericano.

liz shuler 8liz shuler 6liz shuler 7liz shuler 5

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...