AFFARI NERI NERI – IN CONGO ENI SI RITROVA CONCESSIONARIA DI QUATTRO GIACIMENTI INSIEME A UNA SOCIETÀ VICINA AL DITTATORE SASSOU NGUESSO E SOSPETTATA DI RICICLAGGIO – SULLA VICENDA AVEVA CHIESTO SPIEGAZIONI A DESCALZI IL DIMISSIONARIO ZINGALES
Marco Lillo per il “Fatto Quotidiano”
Le ragioni delle dimissioni di Luigi Zingales dal Cda dell’Eni sono avvolte nel mistero. Al Fatto risulta che una delle questioni sollevate in consiglio recentemente dal professore con cattedra a Chicago è la strana storia del rinnovo delle concessioni petrolifere in Congo. Ad aprile 2014 il Paese africano ha rinnovato a Eni le concessioni per quattro giacimenti con una sorpresa: accanto a Eni, che conserva la maggioranza, e alla compagnia petrolifera nazionale Sncp, ora compare un terzo beneficiario: la società privata locale Africa Oil and Gas Corporation.
Alla Aogc vanno quote tra l’8 (nei campi Foukanda II e Mwafi II) e il 10 per cento (nei campi Kitina II e Djambala II) per ciascuno dei quattro giacimenti.
La questione è che Aogc non è una società qualsiasi. Fondata nel 2003, apparteneva quasi interamente a Denis Gokana almeno fino al 2005. Gokana è legato a doppio filo a Denis Sassou Nguesso, presidente-dittatore del Congo dal 1978 a oggi salvo il periodo 1992-1997. Gokana è anche il presidente della Snpc statale. La società da lui fondata Aogc che condivide oggi le concessioni petrolifere con Eni è citata nella banca dati sui casi di corruzione censiti dalla Banca Mondiale, Star, cioè Stolen Asset Recovery Initiative, creata da Banca Mondiale per combattere il riciclaggio dei proventi della corruzione. Il caso in cui si citano Aogc e Denis Gokana è il numero 31 del database.
Descalzi conosce molto bene questo paese di 3,7 milioni di abitanti dal quale proviene sua moglie, Marie Madeleine Ingoba, detta Madò, nata a Brazzaville, capitale della Repubblica del Congo nel 1963. In passato la signora Descalzi ha fatto anche l’imprenditrice ma non si è mai occupata di petrolio. Aveva aperto da febbraio a settembre 2006 un’impresa individuale, la 3S Serenity,dedita al commercio all’ingrosso di pelletteria. La sede era nella casa di Milano comprata con un mutuo di 900 mila euro garantito dal marito.
Comunque la signora Madò conosce senz’altro gli ambienti imprenditoriali e governativi del Congo e,se anche non ha spiegato a Descalzi la storia di Gokana e Aogc, sarebbe bastato digitare il nome su Star per leggere la sentenza del novembre 2005 di un tribunale civile di Londra. Secondo la Corte Gokana ha mentito e si è servito di società di facciata da lui gestite, a partire da Aogc, per far girare decine di milioni di dollari in realtà proventi della società petrolifera del Congo.
paolo scaroni and denis sassou nguesso eni
Il giudice si dice “convinto che il signor Gokana abbia fatto queste cose (…)in veste di Consigliere speciale del Presidente del Congo” e che una seconda società di facciata gestita da Gokana ha “effettuato pagamenti a società controllate da (il figlio del presidente, ndr) Sassou Nguesso per non meglio precisati ‘servizi di consulenza’”.
In un Paese in cui un bambino su quattro vive sotto la soglia di povertà non è bello scoprire la disinvoltura della famiglia Sassou Nguesso nel maneggiare i soldi. Una ONG svizzera, La Déclaration de Berne, a marzo ha pubblicato un rapporto che racconta come la piccola società svizzera Philia SA, creata nel 2012,abbia ottenuto dal figlio del presidente Denis-Christel Sassou Nguesso, come rappresentante di una società di Stato, un contratto per accaparrarsi il 2 per cento dei proventi da esportazione del petrolio.
Il giornale francese Mediapart ha svelato le spese folli della famiglia presidenziale nelle boutique di Parigi (Denis Sassou Nguesso avrebbe speso un totale di 257.261 euro in calze,gemelli e camicie con il monogramma Dsn) e i flussi di milioni di dollari dal Congo a un presunto prestanome della famiglia.
Eni non ha scelto un partner trasparente e Matteo Renzi ha avuto un ruolo importante: nel luglio del 2014 era con Descalzi a Brazzaville quando Eni firmava gli accordi con il presidente congolese, ospite poi nel febbraio scorso a Palazzo Chigi. La vicenda Eni-Aogc è stata segnalata dal Times di Londra ad aprile. A seguito di quell’articolo al Fatto risulta che Zingales insieme all’altra indipendente nel cda di Eni, la britannica Karina Litvack, hanno chiesto spiegazioni a Descalzi.
Eni,presenteinCongodal1968 e secondo operatore dopo Total, replica:
“Non c’è stata alcuna vendita né cessione da parte di Eni a Aogc. Il governo congolese ha indicato come socio privato la società Aogc, che ha acquisito una quota dei diritti sulle nuove licenze. La partecipazione di Aogc alle licenze è stata pertanto determinata unilateralmente dalla parte pubblica. Non ci sono flussi finanziari tra Eni e le società in joint venture. Aogc è la principale societ petrolifera privata in Congo. Stando alle visure camerali eseguite al momento dell’emissione delle nuove licenze, nel novembre 2013, Mr. Gokana non era azionista della Aogc”.