Fabio Albanese per “la Stampa”
Era lo scorso febbraio. Nel porto di Camaret, in Bretagna, una vecchia ma ancora potente motovedetta delle Dogane francesi stava cambiando nome, colore, missione. Si racconta che un uomo con alcuni collaboratori si rivolse così agli operai che vi stavano lavorando: «Lasciatemi vuoto il cantiere per un paio di giorni, resto solo io con i miei collaboratori». Quell'uomo era Banksy, l'artista di strada più famoso al mondo. La nave, in qualche modo la «sua» nave, stava per diventare una nave umanitaria.
LOUISE MICHEL - LA MOTOVEDETTA CON I DISEGNI DI BANKSY
Ma perché fosse chiara la sua impronta, l'ha dipinta di rosa e di bianco, aggiungendo sulle fiancate l'enorme scritta «rescue» («soccorso»). Poi le ha dato un nome, anch' esso altamente simbolico: Louise Michel, come l'insegnante, poetessa e soprattutto anarchica francese vissuta nell'800, protagonista della Comune del 1871 e della lotta contro la Francia di Napoleone III. Chi ha vista da vicino la nave, poi, assicura che sulle fiancate della cabina di pilotaggio ci sono immagini dall'inconfondibile tratto dell'artista di Bristol.
LOUISE MICHEL - LA MOTOVEDETTA CON I DISEGNI DI BANKSY
Ieri la «Louise Michel» ha avuto il suo debutto come nave umanitaria e dopo essere apparsa davanti al mare della Libia, nella sua prima segreta missione a un trentina di chilometri dalla costa fra Tripoli e Al-Zawiya, ha già effettuato un salvataggio: sette migranti che erano su un barchino. Non li ha potuti prendere a bordo ma ha chiesto aiuto alle autorità dei Paesi che gestiscono le aree Sar (Search and rescue, «ricerca e soccorso») del Mediterraneo centrale, senza però ricevere alcuna risposta.
Per questo, ha chiesto la collaborazione di un'altra nave umanitaria, la grande Sea Watch 4 della omonima Ong tedesca, anch' essa appena arrivata in zona e alla sua prima missione, che ha preso a bordo i sette migranti. Secondo i bene informati, la vicinanza tra le due navi non è casuale. Nel team della «Louise Michel», infatti, ci sarebbero soccorritori che hanno prima collaborato con la Ong tedesca.
LOUISE MICHEL - LA MOTOVEDETTA CON I DISEGNI DI BANKSY
Anzi, il progetto della «Louise Michel», che batte bandiera tedesca, sarebbe lo «spin-off» di un gruppo di attivisti di Sea Watch anche se dalla Ong di Berlino arrivano secche smentite: «Noi non c'entriamo nulla», ha detto ieri sera una portavoce. L'operazione «Louise Michel» avrebbe dovuto rimanere segreta ancora per qualche giorno, anche se a Burriana, il porto delle Ong in Spagna, in molti sapevano. Finora, poco si sa su chi sia a bordo e chi, a parte Banksy, finanzi la nuova nave. Qualche risposta arriva dall'intervista che una delle componenti dell'equipaggio, Claire, ha rilasciato qualche mese fa a un giornale francese: «Siamo un piccolo gruppo internazionale di una dozzina tra marinai, professionisti del mare e del salvataggio».
LOUISE MICHEL - LA MOTOVEDETTA CON I DISEGNI DI BANKSY
E, più avanti: «Non dipendiamo da alcuna organizzazione e usiamo fondi privati». La ex motovedetta, varata nel 1988, sarebbe stata acquistata «a Saint-Malo da un mecenate che vuole restare anonimo». Lo stesso Banksy? Forse si saprà nelle prossime ore. Ma, certo, su come la pensi l'artista inglese in tema di migranti lo testimoniano altre sue opere, come i graffiti nella «giungla» di Calais con Steve Jobs, raffigurato come un migrante di origini siriane, con uno zaino in spalla e un computer Mac in mano; oppure quello comparso a Venezia un paio d'anni fa con un bimbo migrante. E che adesso abbia messo in mare una nave per salvarli, è un assist formidabile a favore della causa.