marco grimaldi sergio castellitto

CASTELLITTO AL ROGO – IL DEPUTATO DI AVS, MARCO GRIMALDI, TORNA A INFILZARE IL PRESIDENTE DEL CENTRO SPERIMENTALE, DOPO LA SUA RISPOSTA TARDIVA E LACUNOSA SUL ROGO A CINECITTÀ: “CASTELLITTO DICE CHE C’ERANO GIÀ STATI ALTRI INCENDI, LASCIA CAPIRE CHE LE DOMANDE LO INFASTIDISCONO E CHE C’È POCO SU CUI INDAGARE. DEI 17 LAVORATORI E LAVORATRICI LASCIATI IN STRADA NON C’È TRACCIA. AVANZO UNA PROPOSTA: PROGETTARE UN AUTONOMO ARCHIVIO NAZIONALE DEL CINEMA, CHE NON SIA LA SEMPLICE APPENDICE DI UNA, SEPPUR PRESTIGIOSA, SCUOLA DI CINEMA” – IL DAGOREPORT

Articoli correlati

CASTELLITTO IN FUMO - PELO E CONTROPELO ALLA NOTA SULL'INCENDIO DIVAMPATO L\'8 GIUGNO AL CSC

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Marco Grimaldi per www.ilfattoquotidiano.it

 

sergio castellitto foto di bacco

Dopo mesi di silenzio e mistero, finalmente il Presidente Sergio Castellitto ha deciso di prendere parola sul misterioso incendio avvenuto a Cinecittà. Dice che c’erano già stati altri incendi, lascia capire che le domande lo infastidiscono e che c’è poco su cui indagare.

 

Facciamo allora un passo indietro. Tutto parte da 17 contratti a termine biennali che il Cda del Centro sperimentale di Cinematografia decide di non rinnovare, anche se costituiscono un asset fondamentale per la digitalizzazione e dunque la conservazione dei materiali filmici.

 

INCENDIO AL CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA

Il tutto mi diventa ancora più indigesto quando comprendo che il Csc rinuncia a questi dipendenti dopo averli professionalizzati, quando la loro attività è resa ancora più urgente da un incendio scoppiato l’8 giugno, che manda in cenere un intero deposito dei film in nitrato. Il cellario B4. Non trovando informazioni sul fatto, deposito un’interrogazione rivolta al ministro Sangiuliano e chiedo pubblicamente al Csc di saperne di più.

 

Scopro che un comunicato sul sito della Fondazione con foto era apparso il 12 giugno. Ma per poche ore. Infatti, dopo la pubblicazione era stato inspiegabilmente rimosso. Scopro infine un’altra azione ancora più surreale: pregare i dipendenti di non divulgare la notizia.

 

MARCO GRIMALDI AVS

L’unico a prendere parola, offrendo qualche breve replica ai giornalisti, è il responsabile della comunicazione, Mario Sesti, il quale minimizza sostenendo che siano andate perdute solo “copie” di “copie”. Dichiarazione surreale, che non regge di fronte al fatto che una copia in nitrato, specie se con colorazioni d’epoca, è in sé un originale.

 

Chiedo, con una seconda interrogazione, quali siano le pellicole bruciate e cosa si intenda fare per impedire nuovi casi. Nulla. La notizia diventa finalmente di dominio pubblico, ma ancora silenzio. Dopo un sopralluogo al Centro, svolto con la deputata Francesca Ghirra, finalmente ottengo un foglio Excel nel quale sono presenti i 220 titoli di pellicole andate in fumo.

 

Nel frattempo scopro che, a fronte di un costo “insostenibile” di 189mila euro per i 17 contratti non rinnovati, il Presidente Sergio Castellitto ha attivato consulenze per circa 800mila euro. In particolare, l’importo assegnato ad Angelo Tumminelli non ha precedenti, così come il ruolo non previsto in passato.

 

sergio castellitto margaret mazzantini

Chiamato in causa, Castellitto esce dopo mesi di silenzio con una precisazione nuovamente assurda, chiarendo che i 556mila euro per 4 consulenze legali sono “a consumo” e dunque non “sussiste a oggi alcun costo a carico della Fondazione”. Assurda, perché anche se quel costo oggi non sussiste, resta ovviamente impegnato e non utilizzabile per altre esigenze. Un’affermazione che dimostra una competenza più da grande attore che da presidente di un ente vigilato dalla Corte dei Conti, da cui forse la necessità dei quattro avvocati.

 

Anche il presidente – pur lasciando trasparire che si tratta di una polemica motivata solo dal fatto di essere nominato da un governo di centrodestra (ci mancava un po’ di vittimismo tipico dell’era meloniana) – ribadisce che “buona parte delle perdite riguardano film di nazionalità straniera di cui esistono sicuramente altre copie all’estero”.

 

CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA

Quello che Castellitto non dice è che, tra tutti i lodevoli tentativi di porre all’attenzione del MiC la necessità di un nuovo sito di conservazione dei nitrati, resta inspiegabile la decisione del CdA di togliere dagli investimenti del Pnrr quelli destinati al nuovo deposito dei nitrati. La precedente Presidente Marta Donzelli l’aveva infatti inserito, stanziando 2.200.000 euro. Nella rimodulazione effettuata dal nuovo Presidente Castellitto, l’acquisto del deposito è stato eliminato.

 

Tra i film bruciati ci sono capolavori come Miracolo a Milano, certamente oggi duplicati, ma le cui copie d’epoca hanno un valore storico. Come anche i provini di ammissione al Csc negli anni 50. Tra cui quello di Mastroianni e Lucia Bosè diretto da Luciano Emmer: bruciato proprio mentre inaugurava la bella mostra per il centenario della nascita di Marcello Mastroianni.

 

MARGARET MAZZANTINI INTERVISTA DAVID GROSSMAN A DIASPORA - CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA

Castellitto è giustamente orgoglioso di tutte le iniziative culturali del Csc. Lo siamo anche noi. Immaginiamoci tuttavia se il Presidente di un museo o di una grande biblioteca nazionale dichiarasse che qualche centinaia di stampe antiche sono bruciate, ma magari ci saranno anche all’estero. Verrebbe giù il mondo. E in effetti questo è la Cineteca Nazionale, un “museo delle opere cinematografiche”. Solo che Castellitto pare non saperlo.

 

Nulla sappiamo delle procedure messe in atto dal curatore Steve Della Casa per evitare nei limiti del possibile una nuova catastrofe. Salvo un presidio armato a guardia dei nitrati!

 

Dei 17 lavoratori e lavoratrici lasciati in strada non c’è traccia. Io penso che sarebbe giusto intanto dire perché è stato deciso di privarsi del loro lavoro. Forse al Csc la pur giusta ambizione alla visibilità culturale e mediatica ha fatto dimenticare il rigore della conservazione archivistica.

 

MARCO GRIMALDI AVS

Avanzo una proposta: rendere indipendenti le due funzioni, progettando un autonomo Archivio Nazionale del Cinema, come esiste in quasi tutti i Paesi europei, che non sia la semplice appendice di una, seppur prestigiosa, scuola di cinema.

centro sperimentale di cinematografia

 

Ultimi Dagoreport

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)

giorgia meloni tosi matteo salvini luca zaia vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN ACCORDO CON DE LUCA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SONO A RISCHIO DI CRISI SUL VENETO - ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL 37%, LA LEGA IL 13, QUINDI SPETTA ALLA MELONI DEI DUE MONDI - A FAR GIRARE VIEPPIÙ I CABASISI A UN AZZOPPATO SALVINI, IL VELENO DI UN EX LEGHISTA, OGGI EURODEPUTATO FI, FLAVIO TOSI: ‘’IL TERZO MANDATO NON ESISTE, ZAIA NON HA NESSUNA CHANCE. TOCCA A FDI, OPPURE CI SONO IO”

emmanuel macron ursula von der leyen xi jinping donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI AFFARI - ALL’INAUGURATION DAY CI SARÀ SOLO GIORGIA (QUELLA CHE, TRUMP DIXIT, "HA PRESO D'ASSALTO L'EUROPA") MA NON URSULA VON DER LEYEN - CHE FARE DI FRONTE ALL'ABBANDONO MUSK-TRUMPIANO DI UNA CONDIVISIONE POLITICA ED ECONOMICA CON I PAESI DELL'OCCIDENTE? - CI SAREBBE IL PIANO DRAGHI, MA SERVONO TANTI MILIARDI E VOLONTÀ POLITICA (AL MOMENTO, NON ABBONDANO NÉ I PRIMI, NÉ LA SECONDA) - L’UNICA SOLUZIONE È SPALANCARE LE PORTE DEGLI AFFARI CON PECHINO. L'ASSE EU-CINA SAREBBE LETALE PER "AMERICA FIRST" TRUMPIANA

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…