Mauro Evangelista per "Il Messaggero"
A inizio 2022 tutto era pronto per l'utilizzo di un quarto vaccino, Novavax. Si era detto: è di tipo proteico, potrebbe convincere i più scettici, coloro che sono diffidenti (in modo irrazionale) nei confronti dei farmaci a mRna come Pfizer-BioNTech e Moderna. Scriveva ad esempio l'AdnKronos: «Nei primi giorni di febbraio e non oltre il 10, è previsto l'arrivo, in Italia dei primi 3,6 milioni di dosi di Novavax, il vaccino anti Covid che sfrutta la tecnica delle proteine ricombinanti, in uso da tempo contro malattie come pertosse, epatite, meningite, herpes zoster e altre infezioni di carattere virale».
Anche le Regioni scaldavano i motori, ad esempio Alessio D'Amato, assessore alla Salute del Lazio, diceva in gennaio: «Noi siamo pronti, abbiamo allestito delle linee di vaccinazione riservate a Novavax, speriamo così di ridurre, a partire da inizio febbraio, il numero dei non vaccinati perché contiamo che una parte degli scettici sarà convinta da questo nuovo prodotto». Febbraio è arrivato, la prima decade si sta concludendo, ma di Novavax non ci sono tracce. «Per me è un mistero» ripete in queste ore l'assessore D'Amato. In Veneto anche il governatore Luca Zaia non si spiega il ritardo: «Incrociamo le dita per il vaccino Novavax. Ho parlato con il generale Figliuolo, spero che sia questione di settimane».
CONFERME Dalla struttura commissariale però precisano che non è mai stata fornita una data ufficiale di consegna. Allora bisogna affidarsi alla frase pronunciata dal generale Francesco Figliuolo tre giorni fa: «Il vaccino di Novavax arriverà da fine febbraio. È indicato per il ciclo primario, non per i richiami, dai 18 anni. Speriamo dia un'ulteriore spinta alla vaccinazione degli esitanti».
Dunque, bisognerà attendere altre tre settimane, anche se dalla struttura commissariale si precisa che questa data di consegna è comunque legata alla conferma della casa farmaceutica che, pare di capire, ancora non c'è stata. In Francia stessa musica. Il 19 gennaio il Ministero della Salute ha spiegato: «Ci sono dei ritardi, le prime consegne sono ora attese dall'ultima settimana di febbraio, ma non si conosce ancora la data esatta».
Il problema è che più i giorni passano, più l'utilità di questo vaccino si ridimensiona, anche perché Ema e Aifa lo hanno autorizzato solo per il primo ciclo vaccinale, non per le dosi di rinforzo. In totale il nostro Paese attende da Novavax, per il 2022, 27 milioni di dosi. L'autorizzazione di Aifa risale al 22 dicembre. Il nome commerciale del prodotto è Nuvaxovid e, spiegava l'Adnkronos, alla vigilia dell'approvazione dell'agenzia del farmaco: «Il sistema immunitario identifica la proteina come estranea e produce difese naturali - anticorpi e cellule T - contro di essa. Se in seguito la persona vaccinata entra in contatto con il coronavirus, il sistema immunitario riconoscerà la proteina Spike sul virus e sarà pronto ad attaccarla.
Gli anticorpi e le cellule immunitarie possono proteggere da Covid lavorando insieme per uccidere il virus, impedire il suo ingresso nelle cellule e distruggere le cellule infette». Il colosso di biotecnologie Novavax ha sede negli Stati Uniti, nel Maryland, ma ha anche un centro di produzione a Uppsala, in Svezia. L'Unione europea ha acquistato 100 milioni di dosi, con una opzione per altre 100. Come gli altri vaccini, è stato sviluppato partendo dal virus iniziale di Wuhan.
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