1 - GLI ELOGI AI PASDARAN, LA PATENTE FALSIFICATA MATAR HA AGITO DA SOLO O È STATO «ATTIVATO»?
Guido Olimpio e Viviana Mazza per il “Corriere della Sera”
hadi matar l'uomo che ha accoltellato salman rushdie
L'indagine sull'assalitore di Salman Rushdie si divide su molti sentieri. Non può essere diversamente: serve tempo per raccogliere i tasselli.
Il profilo
Nato in California 24 anni fa, trasferitosi a Fairview, in New Jersey, Hadi Matar ha origini libanesi. La famiglia viene da Yaroun, villaggio vicino al confine con Israele, una comunità divisa tra musulmani sciiti e cristiani, un'area che ha sofferto per le molte guerre. Infatti tanti abitanti sono emigrati per tornare solo durante le vacanze. Hadi - afferma il sindaco - non vi avrebbe mai messo piede e non avrebbe alcun parente.
hadi matar l uomo che ha accoltellato salman rushdie
Un ex compagno di scuola americano lo ricorda molto religioso, osservante, infatti in qualche occasione si sarebbe infuriato per commenti non appropriati. Per il resto un percorso anonimo e la passione per la boxe. Il setaccio dell'Fbi, però, è solo all'inizio.
Le simpatie
I suoi profili social «parlano», rivelano l'appoggio alle figure della Repubblica islamica, ai pasdaran, al generale Qassem Soleimani, ucciso da un drone americano a Bagdad nel 2020. E l'attenzione di Matar per queste icone è ricambiata dal sostegno dei media conservatori iraniani.
«Congratulazioni a quest' uomo coraggioso e consapevole del dovere che ha attaccato l'apostata e vizioso Salman Rushdie - scrive il giornale Kayhan -. Baciamo la mano di colui che con un coltello ha lacerato il collo del nemico di Dio».
«Il collo del diavolo» è stato «colpito da un rasoio», aggiunge un altro quotidiano mentre su Twitter uno dei negoziatori nucleari, Mohammad Marandi, definisce lo scrittore «una pedina dell'impero che si atteggia a romanziere postcoloniale». Non sono assunzioni di responsabilità dirette, tuttavia l'approvazione è totale per chi ha reso realtà la fatwa dell'imam Khomeini. Il mantello degli ayatollah si stende come una bandiera sull'aggressore.
Chiusi a riccio gli Hezbollah libanesi, trinceratisi dietro un «non abbiamo nulla da commentare e non abbiamo informazioni». Linea preventiva in risposta a chi ipotizza un legame con la fazione basandosi su precedenti episodi e su un dettaglio emerso venerdì sera.
IL MOMENTO IN CUI HADI MATAR VIENE BLOCCATO DALLA FOLLA
Hadi, giunto in autobus sul luogo dell'attentato un giorno prima, aveva una falsa patente americana intestata a Hassan Mughniyah, lo stesso cognome di Imad, il capo militare dell'Hezbollah che fu liquidato da un bomba piazzata dal Mossad nel 2008 a Damasco. Semplice coincidenza? Dedica a un simbolo? E perché girava con una patente taroccata?
I documenti
Il documento riporta ad un altro attentato, quello nel luglio del 2012 a Burgas, in Bulgaria, contro un bus di turisti israeliani. Due dei terroristi avevano patenti statunitensi falsificate in modo approssimativo.
salman rushdie versetti satanici
Particolari che rientrano nel modus operandi dell'Hezbollah e dell'intelligence khomeinista: usano, quando è possibile, cittadini occidentali oppure forniscono «carte» che facciano da schermo. A volte sono ben confezionate, prova di professionalità, in altre occasioni meno.
Almeno 8 gli episodi dove si sono appoggiati a complici con la doppia nazionalità, un segnale di una tattica considerata affidabile. Alcuni erano degli agenti in sonno, già presenti in Occidente, pronti ad obbedire a un ordine. C'era chi era stato «allevato», preparato con soggiorni in Libano, e chi invece agganciato via web dal reclutatore.
giornali iraniani dopo l attentato a salman rushdie
La cornice
Gli investigatori vogliono capire se Matar ha agito di sua iniziativa o se, invece, sia stato attivato da qualcuno. Magari è un mix delle due componenti: considera lo scrittore un nemico, vuole colpirlo e chiede consiglio. Per questo studiano la vita digitale, analizzano il telefonino, ricostruiscono suoi eventuali viaggi all'estero, non necessariamente in zone a rischio.
Una visita turistica in un Paese «terzo» può essere l'occasione di un meeting con il referente. Restiamo solo nelle supposizioni, in quanto al momento non sarebbero emersi rapporti operativi con gruppi di militanti, con l'Iran, con i Guardiani della rivoluzione. Gli agenti sono davanti a un quadro fluido, devono considerare ogni ipotesi. Lo scenario A: niente link, l'attentatore condivide la visione dei mullah. Lo scenario B: ci sono, però sono stati mascherati.
2 - L'AGGUATO A RUSHDIE PORTA AI SERVIZI IRANIANI
Estratto dell’articolo di Stefano Piazza per “La Verità”
[…] Come è potuto accadere che nella sala che ospitava la conferenza di un uomo che vive semi-blindato dal 1988 per paura di essere ucciso dagli estremisti islamici, sia sciiti che sunniti (anche i talebani ne hanno chiesto la morte), le misure di sicurezza siano state così inadeguate?
Matar è entrato dall'ingresso principale con regolare biglietto ed è addirittura arrivato alle spalle di Rushdie, riuscendo a pugnalarlo «da dieci a quindici volte», come descritto da alcuni testimoni. Come è possibile che nessuno gli abbia controllato lo zainetto che indossava dove c'era il coltello utilizzato nell'attacco? Domande che restano ancora senza riposta.
Intanto, mentre una parte della stampa liberal americana evita accuratamente di parlare delle possibili motivazioni religiose che hanno spinto Hadi Matar a tentare di uccidere Rushdie, in ossequio alla fatwa che nel 1989 l'ayatollah Ruhollah Khomeini emise contro di lui e tutti coloro che collaborarono alla stesura de I versi satanici, chi è riuscito come noi a consultare (prima che venisse oscurato) il profilo Facebook dell'attentatore libanese ha le idee chiare su come la pensasse.
Come foto di profilo aveva utilizzato l'immagine di Khomeini, dell'attuale guida suprema Ali Khamenei e del generale Qassem Soleimani, terrorista globale, capo della Niru-ye Qods (l'unità delle Guardie della Rivoluzione), ucciso da un missile lanciato da un drone nei pressi dell'aeroporto di Baghdad il 3 gennaio 2020.
[…] Ma chi è davvero questo fanatico libanese? Un lupo solitario che ha puntato al bersaglio grosso per diventare famoso? Oppure il braccio armato del temibile servizio segreto iraniano Vezarat-e Ettela' at va Amniat-e Keshvar (Vevak), responsabile di decine omicidi di scrittori, intellettuali e politici iraniani dissidenti, sia all'interno che all'esterno del Paese? L'ipotesi non è certo da scartare visto il costante attivismo dell'intelligence di Teheran anche negli Usa.
Lo scorso 10 agosto il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha accusato Shahram Poursafi, membro delle Guardie rivoluzionarie iraniane, la forza militare più potente dell'Iran, di aver tentato di uccidere tra l'ottobre 2021 e il marzo 2022, John Bolton, politico repubblicano ed ex consigliere per la sicurezza nazionale statunitense tra il 2018 e il 2019, noto per le posizioni durissime contro il regime degli ayatollah.
Per uccidere Bolton, secondo il dipartimento di Giustizia, Poursafi, attualmente latitante, avrebbe ingaggiato alcuni killer ai quali avrebbe versato una prima tranche di 300.000 dollari. Dopo Bolton la cellula aveva intenzione di colpire l'ex segretario di Stato Mike Pompeo ma una talpa ha fatto saltare tutti i piani.
Nel luglio 2021 venne scoperto un piano per rapire e riportare in Iran Masih Alinejad, autrice ed attivista per i diritti umani, iraniano-americana che vive da 12 anni a New York e che riuscì a fuggire dall'Iran nel 2009 dopo la rielezione di Mahmoud Ahmadinejad che ne aveva chiesto l'arresto. Poco prima che Masih Alinejad venisse rapita gli uomini dell'Fbi arrestarono nei pressi della sua casa di Brooklyn un uomo armato di kalashnikov e con molte munizioni, identificato come Khalid Mehdiyev.
Possibile che Hadi Matar sia stato facilmente reclutato dal Vevak che, facendo leva sul fanatismo espresso sui social, gli abbia prospettato la gloria eterna che attende chi obbedisce ad una fatwa lanciata dall'ayatollah Khomeini. D'altronde a chi negli anni chiedeva a Teheran di annullare la fatwa veniva data sempre la stessa riposta: «La freccia ormai è stata scoccata e il proiettile non si fermerà fintanto che non raggiungerà il target». In attesa della gloria eterna, Hadi Matar passerà il resto dei suoi giorni in un penitenziario di massima sicurezza come l'Adx-Florence (Colorado) che per la sua posizione e l'impenetrabilità è stata soprannominata l'Alcatraz delle Montagne rocciose.
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