Lorena Loiacono per “il Messaggero”
La scuola è finita, ma i problemi non andranno in vacanza. Sui docenti infatti i conti non tornano: è già caccia ai professori da assumere ma sono introvabili. E così una cattedra su 4, anche il prossimo anno, resterà ai supplenti: i numeri sono da capogiro con 200mila posti, sui circa 800mila complessivi, saranno assegnati ancora una volta con contratti a tempo determinato.
L'estate si preannuncia rovente, quindi, ma intanto gli istituti si preparano a chiudere le lezioni: domani sarà infatti l'ultimo giorno di scuola per Lazio, Lombardia, Sicilia e Valle d'Aosta, entro la fine della settimana chiuderanno tutte le altre. Fino al 12 giugno con lo stop alle lezioni nelle scuole delle regioni Calabria, Campania e Sardegna. E allora adesso, una volta concluso l'anno scolastico più difficile della storia della scuola italiana, si deve inevitabilmente pensare al prossimo anno, alla ripartenza di settembre, per evitare i disagi che hanno caratterizzato il periodo della pandemia.
NODO ABILITAZIONI
Si parte dai docenti, per far sì che a settembre, come promesso dal ministro all'istruzione Bianchi, siano tutti al loro posto. L'anno che si sta chiudendo, infatti, ha avuto infiniti problemi con i le assegnazioni delle cattedre rimaste vuote anche fino a gennaio. Il motivo? Le assunzioni autorizzate non sono state realizzate per mancanza di candidati. O, meglio, di candidati abilitati per farlo. E così decine di migliaia di cattedre sono andati a supplenza.
Quest' anno, salvo interventi di emergenza sul decreto sostegni bis con emendamenti mirati, la situazione è la stessa di un anno fa. Anzi, è peggiorata con i circa 30mila pensionamenti previsti. Secondo le stime della Cisl scuola, che ha rielaborato i dati del ministero dell'istruzione, a settembre ci saranno 80.400 posti vacanti: circa 46.600 vengono dalle mancate assunzioni dello scorso anno, 32.900 dai pensionamenti e un migliaio dall'ampliamento dell'organico potenziato per la materna.
le varianti circolano a scuola
Se si aggiungono i 31mila posti del sostegno si arriva a un totale di 112mila posti vacanti da coprire con assunzioni. Ma non sarà possibile, come non è stato possibile assumere lo scorso anno così come nel 2019. «Entro settembre si arriverà a coprire spiega Maddalena Gissi, segretario della Cisl scuola circa 35-40mila cattedre. Non di più perché le graduatorie ad esaurimento e di merito non hanno più nominativi disponibili».
Mancheranno quindi all'appello oltre 70mila docenti, le cattedre resteranno scoperte e andranno a supplenza insieme alle oltre 100mila supplenze che ci sono tutti gli anni. Arriverndo così ad oltre 200mila: «I problemi - continua Gissi - riguardano soprattutto il sostegno e la scuola secondaria di primo e secondo grado, vale a dire medie e superiori. La soluzione sta nell'assumere tutti gli specializzati sul sostegno e nel prevedere dei percorsi abilitanti».
Il ministero sta pensando ad una fase transitoria, ma il tempo stringe. E c'è da organizzare anche la sicurezza in vista della riapertura. Senza docenti e nuovi spazi e senza il potenziamento dei bus si rischia di ripercorrere i problemi di settembre scorso con le classi delle superiori costrette a scaglionamenti e turni online.
E soprattutto, resta il rischio dad: «Contiamo sui vaccini, la campagna sta procedendo in modo spedito assicura Antonello Giannelli, presidente dell'Associazione nazionale dei presidi sperando che, una volta messa in sicurezza la popolazione, le misure si allenteranno. Altrimenti, se dovremo mantenere il distanziamento in classe, è chiaro che avremmo gli stessi problemi dello scorso anno. Il problema delle classi pollaio resta, è un tema della scuola che dovrà essere affrontato anche a prescindere dal Covid».