E’ STATA LA SORELLA A DENUNCIARE GIANDAVIDE DE PAU, CONSEGNANDOLO AI CARABINIERI: “HA UN GRAVE PROBLEMA CON LA COCAINA. CI SONO PERSONE CHE LA USANO E ALLE QUALI NON SUCCEDE NULLA, LUI COME FA UN TIRO VA FUORI DI TESTA. HO FATTO QUELLO CHE DOVEVO FARE, SIAMO DISTRUTTI. PENSO A MIA MADRE, A QUELLE POVERE RAGAZZE E ALLE LORO FAMIGLIE” – DOPO GLI OMICIDI DELLE PROSTITUTE A PRATI, DE PAU È ARRIVATO A CASA SPORCO DI SANGUE E SCONVOLTO E LA SORELLA NON HA ESITATO AD ALLERTARE LE FORZE DELL’ORDINE: “E’ PERICOLOSO, TROVATELO”

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1 - "SIAMO DISTRUTTI, MA HO FATTO LA COSA GIUSTA"

Lu.Mo. per “la Repubblica”

 

GIANDAVIDE DE PAU GIANDAVIDE DE PAU

«Siamo distrutti. Mio fratello ha un grave problema con la cocaina. Ci sono persone che la usano e alle quali non succede nulla, lui come fa un tiro va fuori di testa. Non avrebbe dovuto toccarla. Sono anni che sta in cura, ma non c'è niente da fare». Francesca De Pau, la sorella di Giandavide De Pau, il 51enne ex autista e guardaspalle del boss Michele Senese, fermato ieri con l'accusa omicidio plurimo aggravato, parla sull'uscio dell'appartamento al primo piano in via Esperia Sperani, un lotto popolare alla profonda periferia nord-ovest di Roma.

 

È stata lei a chiamare i carabinieri e a denunciare suo fratello.

«Ho fatto quello che dovevo fare, non ne voglio parlare, siamo distrutti. Penso a mia madre, a quelle povere ragazze e alle loro famiglie».

GIANDAVIDE DE PAU GIANDAVIDE DE PAU

 

Suo fratello non ricordava neppure di essere stato in via Durazzo.

«Era fuori di sé, sono anni che gli sto dietro ma non c'è soluzione. Sono sola, con il mio lavoro da baby sitter, devo badare anche a mia madre che ha 70 anni e ha appena avuto un infarto: a settembre ha perso l'ultima sorella che aveva. È devastata da questa tragedia inimmaginabile».

 

Pensa che se l'avessero curato meglio tutto questo si sarebbe potuta evitare?

«Che le devo dire, dipende anche dalla volontà di ognuno. Sapete cosa si prova a dover seguire una persona cara per anni, in carcere? Io sì. Sarà durissima».

 

Cosa le ha detto suo fratello quando è tornato a casa?

«Voi giornalisti, se avete un'anima abbiate rispetto del dolore che stiamo vivendo».

 

2 - LA TELEFONATA DELLA SORELLA AL 112: «È PERICOLOSO, TROVATELO»

R.Fr. per il “Corriere della Sera”

 

«Credo che mio fratello abbia fatto qualcosa di grave. Dovete rintracciarlo subito, potrebbe essere pericoloso». Il presentimento della sorella di Giandavide De Pau si è materializzato solo poche ore dopo la sua telefonata, nella giornata di venerdì scorso, ai carabinieri della stazione Monte Mario. Un racconto che gli investigatori dell'Arma hanno raccolto con attenzione, dopo che la donna si è rivolta a loro nel timore che proprio il fratello potesse essere il killer delle tre prostitute di Prati, ricercato in tutta Roma e non solo.

 

GIANDAVIDE DE PAU GIANDAVIDE DE PAU

«Avevo sentito la notizia degli omicidi al telegiornale. ho avuto paura che fosse proprio lui, quando è arrivato a casa era sporco di sangue e sconvolto», avrebbe ammesso ancora la donna, che vive con la madre alla borgata Ottavia, non lontano da Torrevecchia, dove De Pau risulta tuttora residente. Non si era sbagliata. I carabinieri hanno trasmesso subito tutto quello che avevano acquisito ai colleghi della polizia, che a loro volta hanno subito sviluppato quelle informazioni fondamentali, per bloccare il 51enne.

 

A completare il quadro anche un altro personaggio: la prostituta cubana, amica del ricercato, e di Martha Torres, una delle vittime, che avrebbe contattato anche lei la sorella del 51enne, su sua indicazione, per farsi consegnare soldi e vestiti puliti, ma una volta arrivata a Ottavia è stata mandata via dalla donna che si era già rivolta ai militari dell'Arma. Aspetti al vaglio per capire se De Pau possa aver contato su qualche appoggio.

GIANDAVIDE DE PAU GIANDAVIDE DE PAU

 

Soprattutto nel labirinto di b&b, affittacamere e appartamenti in via Milazzo 3, dove nella notte di venerdì carabinieri e polizia sono intervenuti per esaminare un'auto sospetta, una Toyota Yaris metallizzata, parcheggiata proprio accanto all'ingresso del palazzo. De Pau avrebbe cercato di rifugiarsi lì, ma ci sarebbe rimasto solo qualche ora.

 

«Alle 4 passate sono arrivati i carabinieri per esaminare un'auto in sosta sulle strisce blu, hanno cominciato a guardare dentro l'abitacolo con una torcia», ricorda una barista della zona, Annarita F.: «Questo è un quartiere peggiorato e di molto negli ultimi anni, soprattutto nel periodo di pandemia, dove c'è stato un aumento di spaccio e prostituzione. Siamo molto preoccupati, all'alba ci chiudiamo dentro», dice ancora la barista, che nella notte, poco dopo essere giunta al lavoro, ha assistito «all'intervento delle forze dell'ordine, che hanno chiuso la strada per esaminare la Yaris».

 

A conferma di ciò anche la testimonianza di alcuni titolari di pensioni, sempre nello stesso complesso in via Milazzo. «Mi hanno mostrato foto di una giovane che stavano cercando, gli ho detto che non la conoscevo», ricorda uno di loro.

 

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