GENCHI, COME NON DETTO - NEL 2009 I CARABINIERI SEQUESTRARONO AL SUPER CONSULENTE DELLE PROCURE I DATI DELLE INCHIESTE “POSEIDONE” E “WHY NOT” (REVOCATE A DE MAGISTRIS ILLEGALMENTE) - IERI IL TRIBUNALE DI PALERMO HA STABILITO CHE L’ARCHIVIO DI GIOACCHINO GENCHI ERA LEGITTIMO - SMENTITO IL GARANTE DELLA PRIVACY CHE, NEL 2016, CHIESE LA CONDANNA AL PAGAMENTO DI 192 MILA EURO…

-

Condividi questo articolo


Antonio Massari per il “Fatto quotidiano”

 

GENCHI GENCHI

Era il 2009. Silvio Berlusconi lo definì "il più grande scandalo della Repubblica". Per Francesco Rutelli si trattò di una "questione molto rilevante per la nostra libertà e la nostra democrazia". Alcuni giornali titolarono: "L'orecchio che ascoltava tutto il potere".

Sette anni dopo, nel 2016, il Garante della Privacy chiede la condanna al pagamento di 192 mila euro. E invece ieri il Tribunale di Palermo - prima sezione civile - ha stabilito che Gioacchino Genchi, per il suo archivio, non deve pagare neanche un centesimo: era tutto in regola.

Luigi De Magistris Luigi De Magistris

 

Tutto comincia quando Genchi - stimato consulente di decine di Procure italiane, nonché collaboratore di Giovanni Falcone, del quale analizzò l'agenda elettronica estrapolandone i dati dopo il suo omicidio - s'affianca all' allora pm di Catanzaro, Luigi de Magistris, nelle inchieste Poseidone e Why Not. Il 13 marzo 2009, il Ros dei carabinieri gli sequestra l' archivio e acquisisce i dati delle due inchieste in questione.

 

Inizia così "il più grande scandalo della Repubblica" perché "l'orecchio che ascoltava tutto il potere" vantava nei suoi hard disk ben 351.991.031 comunicazioni telefoniche e 13.684.937 utenze telefoniche. A De Magistris furono invece revocate le inchieste Why Not e Poseidone: pochi mesi fa, nel novembre scorso, la Corte d'appello di Salerno ha sancito che gli furono sottratte illegalmente. Ieri invece il Tribunale di Palermo ha stabilito che l' attività di Genchi era assolutamente regolare. Uno scandalo, insomma, c' è stato.

Ma al contrario.

 

GENCHI 1 GENCHI 1

E pensare che per l'archivio Genchi si muove persino il Copasir e, nel marzo 2016, il Garante della Privacy, che lo sanziona con 192 mila euro di multa anche perché "la successiva duplicazione di tali dati e la conservazione degli stessi nel database non risultano essere ricomprese tra le operazioni di trattamento previste negli stessi incarichi che avevano un termine di 60 giorni e a tale termine si deve far riferimento per stabilire il limite di conservazione dei dati".

 

In sostanza, secondo il Garante, Genchi "ha costituito un database in assenza di specifico incarico" e ne ha utilizzato il "patrimonio informativo" per "finalità ulteriori" violando "il principio di liceità della conservazione dei dati personali". Il punto è che, giusto per iniziare, il termine da considerare non è quello indicato dal Garante, ma il "momento della scadenza dei termini per le indagini preliminari". "Tutta la documentazione prodotta in questo giudizio - continua ancora il tribunale - dimostra che la gran parte degli incarichi peritali erano ancora non esauriti". Il Garante non produce tutti i 351 incarichi di Genchi, ma si focalizza solo su alcuni.

LUIGI DE MAGISTRIS CON GLI ORECCHINI ROSSI PER IL GAY PRIDE DI GIUGNO LUIGI DE MAGISTRIS CON GLI ORECCHINI ROSSI PER IL GAY PRIDE DI GIUGNO

 

Ne consegue che la "relativa attività di trattamento dei dati personali ivi contenuti era legittimamente esercitata 'nel- l' ambito giudiziario'". Un dato - quello dell' ambito giudiziario - che è valorizzato da nuove norme delle quali, però, a quanto pare Genchi avrebbe anche potuto fare a meno anche per l' ampio mandato conferitogli da tutti i pubblici ministeri.

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – PERCHÉ ENRICO PAZZALI, NONOSTANTE UN RAPPORTO DI “AMICIZIA DI VECCHIA DATA” CON IGNAZIO LA RUSSA, HA CERCATO NOTIZIE "SULLA SITUAZIONE IMMOBILIARE E LE PARTECIPAZIONI SOCIETARIE" DEL PRESIDENTE DEL SENATO E I SUOI FIGLI? A FAR RIZZARE PELI E CAPELLI, È LA DATA DELL'ILLECITA OPERAZIONE: 19 MAGGIO 2023. VALE A DIRE: IL GIORNO DOPO LA NOTTE IN CUI IL FIGLIO DI ‘GNAZIO, LEONARDO APACHE, AVREBBE STUPRATO (SECONDO L’ACCUSA DELLA PRESUNTA VITTIMA) UNA RAGAZZA. MA IL 19 MAGGIO 2023 NESSUNO SAPEVA QUELLO CHE ERA AVVENUTO: SOLO 40 GIORNI DOPO LA RAGAZZA PRESENTA UNA QUERELA. IL 3 LUGLIO LA PROCURA DI MILANO APRE UN FASCICOLO. IL 7 LUGLIO IL "CORRIERE" PUBBLICA LA NOTIZIA - QUALCUNO VOCIFERA CHE DI MEZZO POTREBBE ESSERCI L’ASPRA BATTAGLIA TRA LEGA E FDI, TRA SALVINI-FONTANA E LA RUSSA-SANTACHE' PER LA CONQUISTA DELLA SANITA' LOMBARDA. ALTRI SONO PER LA TESI DELL'ESTORSIONE: MA PER 'GNAZIO ''NON SI TRATTA DI COINCIDENZE" - CHE C’ENTRA UN PREFETTO A CAPO DELLA CYBERSECURITY NAZIONALE? CHIEDETELO A MANTOVANO...

DAGOREPORT - VIVA IL POPOLO, A MORTE I CONTI! IL GOVERNO DUCIONI, NEL SUO CONTINUO TENTATIVO DI STRAVOLGERE L’ASSETTO COSTITUZIONALE, HA PUNTATO ORA LA CORTE DEI CONTI, OVVERO I MAGISTRATI CHE HANNO COME COMPITO PRIMARIO IL CONTROLLO DEI CONTI DEL PAESE – C’È GRANDISSIMA PREOCCUPAZIONE TRA I MAGISTRATI DELLA CORTE PER LA RIFORMA CHE PASSA CON IL NOME DI DDL FOTI, CHE SVUOTA LE FUNZIONI DELLA CORTE - LA DUCETTA NON SI FERMA. E INIZIA UN ALTRO ATTACCO ALLA MAGISTRATURA. CHE COSA FARÀ IL PRESIDENTE MATTARELLA?

DAGOREPORT - LA SCONFITTA IN LIGURIA CONTE PUÒ TATUARSELA SULLA COSCIENZA. UN GIOCO AL MASSACRO, QUELLO DEL M5S, CHE SI TRASFORMA IN FARSA, VISTO CHE ITALIA VIVA, ESCLUSA CON IGNOMINIA DALL’ALLEANZA ELETTORALE IN LIGURIA, SARÀ PRESENTE A SUPPORTO DEL CAMPOLARGO SIA IN UMBRIA CHE IN EMILIA ROMAGNA – LA FORZA CHE MANCHERA’ SEMPRE ALLA SINISTRA SI CHIAMA “FATTORE BERLUSCONI”. OVVERO: PUR NELLA TOTALE DIVERSITÀ DI IDEE, NEL MOMENTO DECISIVO FORZA ITALIA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SI UNISCONO PER INCASSARE LA CUCCAGNA DEL POTERE - LA SOLITA PARACULAGGINE CON CUI GIORGIA MELONI HA PROVATO A GIUSTIFICARE LA PERDITA DI QUASI 100MILA VOTI RISPETTO ALLE EUROPEE - LA LEZIONE PIÙ EVIDENTE DEL VOTO LIGURE È CHE IL PD, CHE ELLY VUOLE FAR TORNARE UN PARTITO DI SINISTRA, SENZA UN SOLIDO ALLEATO DI CENTRO VA A SBATTERE - SE IL GOVERNO DUCIONI PORTA A CASA IL 3 A 0...