FATTI NERI I FRATELLI BIANCHI - OLTRE L'ERGASTOLO, GLI ASSASSINI DI WILLY SI BECCANO ALTRI QUATTRO ANNI PER SPACCIO ED ESTORSIONE: "SEI UN INFAME TU E TUO PADRE, SIETE SOLO DEI PEZZI DI MERDA E ANDATE PURE A FARE LA DENUNCIA, INFAMI... MORTI DI FAME" - COINVOLTO ANCHE OMAR SHABANI, MEMBRO DE “LA GANG DELLO SCROCCHIO”, LA CHAT IN CUI I DUE FRATELLI SI VANTAVANO DEI PESTAGGI - I BIANCHI CAMBIANO AVVOCATI PER PROVARE A SCAMPARE ALLA CONDANNA IN APPELLO - VIDEO
I fratelli Marco e Gabriele Bianchi, condannati all'ergastolo per l'uccisione di Willy Monteiro Duarte, hanno ricevuto un ulteriore pena di 4 anni e mezzo per spaccio ed estorsione.
Si tratta di un'inchiesta parallela a quella dell'omicidio di Colleferro per la quale i «gemelli» di Artena (chiamati così per la straordinaria somiglianza dei fratelli) erano stati arrestati a dicembre del 2020 (il provvedimento era stato emesso quando già erano reclusi in carcere).
L'indagine, condotta dal Nucleo operativo dei carabinieri di Velletri, riguarda un giro di droga e intimidazioni verso alcuni debitori nei quali i Bianchi, secondo gli inquirenti, avevano un ruolo centrale.
Nell'inchiesta di Velletri sarebbe stato coinvolto anche Omar Shabani, membro de «la gang dello scrocchio», la chat in cui i due fratelli si vantavano dei pestaggi e della loro vita violenta e fuorilegge.
Il gruppo di pusher, di cui facevano parte anche altre due persone, spacciava soprattutto cocaina nella zona di Velletri, Artena e Lariano. Per la droga venivano usati nomi in codice come «caffè», «camicie», «magliette», «chiavi», «cd di Gomorra». La banda si muoveva con auto di lusso salvo poi utilizzare il monopattino durante il lockdown.
I FRATELLI BIANCHI CON I GENITORI
Secondo gli inquirenti, i Bianchi avevano alimentato la loro fama di «picchiatori» anche per le minacce e i pestaggi nei confronti dei debitori. In una intercettazione fondamentale per l'inchiesta per spaccio, i due pusher di Artena avrebbero intimato a un ragazzo di 20 anni di non denunciare.
«Sei un infame tu e tuo padre, siete solo dei pezzi di merda... Avete torto marcio e andate pure a fare la denuncia, infami... Morti di fame», sarebbero state le parole testuali. Il gip che firmò l'ordinanza di arresto, al tempo, precisò che «per le specifiche modalità e circostanze dei fatti, abituali e reiterati nel tempo, e per la loro gravità» si riteneva «sussistente il concreto ed attuale pericolo che gli indagati perseverino in altre azioni delittuose e condotte analoghe a quelle contestate».
Inoltre riteneva che quei pestaggi apparivano «chiaramente indicativi di una spiccata e sistematica capacità delinquenziale». In attesa che vengano depositate le motivazioni della sentenza di primo grado, i due fratelli hanno cambiato difensori, e hanno anche deciso di cambiare strategia: le posizioni giudiziarie dei due, da adesso in poi, si separano. Marco Bianchi ha nominato un suo penalista di fiducia, il fratello altri due. I nuovi avvocati sono Valerio Spigarelli, Ippolita Naso e Pasquale Ciampa, tutti del foro di Roma.
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