campi bruciano russia ucraina guerra

IL GRANO, CHE GRANA! - L'ESERCITO DI MOSCA INCENDIA LE CAMPAGNE DI ZHAPORIZIA E BOMBARDA I DEPOSITI DI GRANO - I CONTADINI UCRAINI: "PROMETTONO LE NOSTRE TERRE A CHI VIENE DALLE STEPPE SIBERIANE" - LA FAO: "CIRCA 25 MILIONI DI GRANO SONO BLOCCATI IN UCRAINA" (IL GRANAIO DEL MONDO) - E L'ONU AVVERTE: "I PORTI NELLA ZONA DI ODESSA DEVONO ESSERE RIAPERTI PER EVITARE CHE...

Riccardo Coletti per "la Stampa"
 

LA GUERRA COLPISCE ANCHE IL GRANO 4

Il deposito delle sementi di Orekhov è tutto tranne che un obiettivo militare eppure brucia. A incendiarlo i Grad russi caricati a bombe incendiarie. Un cocktail di zolfo e magnesio che prima esplode e poi brucia tutto ciò che trova. «Vedi cosa ci fanno - mi urlano i contadini -. Una settimana fa ci hanno bombardato i depositi del grano, e adesso hanno attaccato i magazzini delle sementi». Quelli del mais e del girasole. Quelli che avrebbero aperto le porte ai trattori.
 
Oleg veste la divisa ucraina da 7 anni, ma non si definisce un soldato: «Sono un cosacco per diritto di nascita - racconta -. I russi hanno messo una taglia su di me: 50 mila dollari». Lui, la taglia se l'è conquistata in Donbass, ma come i russi hanno allargato il campo di battaglia è corso a casa. Una dacia immersa tra terre che non verranno coltivate.
 

grano

«Erano andati via tutti da Orekhov - racconta -. Tutti tranne i contadini. Ora partiranno anche loro. Andranno a Zhaporizia». Finiranno in una città industriale da 700 mila abitanti dove al posto dei campi sono nate prima le fabbriche e poi i centri commerciali.
 
«L'operazione speciale» di Putin è una guerra. Una guerra di conquista territoriale, etnica ed economica. «Promettono le nostre terre a chi viene dalle steppe siberiane - raccontava già Andrej, soldato nato a Kherson e di stanza a Mykolaiv».
 

grano 1

La Fao lancia il suo grido d'allarme. «Circa 25 milioni di tonnellate di grano sono bloccati in Ucraina». L'Organizzazione delle Nazioni Unite monitora l'Ucraina da ben prima della guerra. Il perché sta tutto nei numeri: il Paese è diventato il granaio del mondo. Conta più di 32 milioni di ettari coltivati. Di questi 15 milioni a grano e 10 mais. L'Italia intera, isole comprese, è 30 milioni di ettari.
 

grano.

Riaprire i porti ucraini del Mar Nero non significa solo dare linfa vitale all'economia di un Paese in guerra, ma garantire al mondo cereali. Lo spiega in una nota il Pam, il Programma alimentare mondiale: «I porti nella zona di Odessa, nel sud dell'Ucraina, devono essere riaperti per evitare che la crisi globale della fame sfugga al controllo».
 
Per poi denunciare: «I silos di grano dell'Ucraina sono pieni. I porti sul Mar Nero sono bloccati, lasciando milioni di tonnellate di grano intrappolati in silos a terra o su navi che non possono muoversi». Ma la situazione a Odessa continua a essere critica: ieri sei missili russi sono piombati sulla città, andando a colpire alcuni depositi di armi.
 

grano trebbiato

«Diverse centinaia di migliaia di tonnellate di grano sono state sottratte dagli occupanti - ha dichiarato Taras Vysotskiy, viceministro ucraino all'Agricoltura -. Lo trasportano con camion rubati ai nostri connazionali». Un diritto di saccheggio, «autorizzato da Putin», ha aggiunto Vysotskiy, che ricorda guerre ottocentesche. Un saccheggio fatto alla luce del sole, usando mezzi pesanti con targa ucraina su cui è stata disegnata la «Z». Un «Holodomor», la carestia imposta da Mosca all'Ucraina nel '32, da terzo millennio che mai nessuno avrebbe potuto anche solo immaginare.
 

missili russi su odessa

I numeri parlano chiaro: il Paese di Volodymyr Zelensky a fatica riuscirà ad arrivare al 60% del suo potenziale agricolo. Una stima ottimistica fatta al cinquantesimo giorno di guerra. Quando i russi non avevano ancora occupato parte del Donbass ucraino e non avevano colpito in modo sistematico i depositi delle sementi.
 
I porti di Odessa, Kherson e Mykolaiv sono bloccati. Le coste del Mar Nero minate e le navi russe, al netto delle perdite, continuano un blocco navale iniziato prima del 24 febbraio. Al primo mese di guerra il consiglio dei ministri aveva varato un procedimento d'urgenza: il blocco dell'export alimentare. Una chiusura commerciale mantenuta per altri 20 giorni prima di decidere di procedere via terra.
 
La tratta Sud solcava l'M-14, l'autostrada del grano, senza far tappa a Odessa. Per settimane si sono visti mezzi pesanti in viaggio da Est verso Ovest. Direzione Romania. Proprio il Paese confinante aveva optato per un passaggio di prodotti agricoli ucraini senza dazi. Un accordo commerciale firmato di fretta e «bombardato» dai russi. Due missili Kalibr hanno colpito il ponte di Zatoka, ad ovest di Odessa, interrompendo questa tratta commerciale.
 

ATTACCO ODESSA 2

L'unica via rimasta passa per la Moldavia e costeggia i confini della Transnistria. Ora Kiev sta pensando a una seconda via, decisamente più lunga e costosa, che tocca Leopoli e punta verso la Polonia. Una tratta difficile da percorrere via treno visto che il costo del carburante è raddoppiato, se ne trova sempre meno e le linee ferroviarie sono un obiettivo militare per i russi.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…