Il 5 maggio 1821 moriva a Sant’Elena Napoleone Bonaparte. Sommo stratega, abile condottiero, trionfatore e riformista ma anche ladro d’arte, prigioniero ed esule patetico. L’uomo che, per riprendere il famoso verso manzoniano, fu “tre volte nella polvere, tre volte sugli altar”. Nel 2017, quasi duecento anni dopo, c’è chi cerca ancora il suo fantasma nel Palazzo Ducale a Lucca dove alcuni testimoni giurano addirittura di averlo sentito parlare.
Per circa 15 anni Napoleone tenne in mano i destini del Vecchio Continente e sotto di lui si produsse una trasformazione epocale, dall’antico regime alla società borghese.
Con oltre venti campagne d’Europa portate brillantemente a termine, riuscì ad assoggettare un’enorme fetta di Europa continentale, esportando gli ideali rivoluzionari e praticando un’opera di rinnovamento sociale notevole. Impossibile non citare la sua riforma del sistema giuridico, con l’elaborazione del Codice Napoleonico, ancora oggi considerato come la base del diritto civile contemporaneo. Era il 1804 e alla fine di quell’anno, il 2 dicembre, Bonaparte si fece proclamare Imperatore.
La sua figura nella storia è paragonabile solo a quella di Giulio Cesare. Come lui, Napoleone fu un genio militare senza pari e un leader insuperabile che seppe traghettare l’Europa intera da un’epoca storica a un’altra. Ma chi era davvero Napoleone Bonaparte? Perché ancora oggi la sua vicenda umana è fonte d’ispirazione e materia di studio per gli storici? E quanti falsi miti e leggende sono ancora da sfatare?
Ecco allora 10 cose che non si sanno, o sono poco note, sul più grande stratega di tutti i tempi:
NON ERA BASSO – A dispetto di quanto sempre ritenuto, Napoleone non era un nanerottolo. Gli storici concordano sul fatto che fosse alto circa 168 cm, ben tre centimetri in più della media dei francesi della sua epoca e tre in più dell’ex presidente francese Nicolas Sarkozy. La sua proverbiale bassezza sarebbe opera di una maldicenza degli inglesi per sminuirne la fama sui campi di battaglia.
LA GIOCONDA – Sebbene gli italiani lo ricordino soprattutto per i numerosi capolavori sottratti durante la Campagna d’Italia, in nome di un grande sogno, quello napoleonico del Museo Universale del Louvre, non fu lui a rubare la Gioconda. Fonti storiche situano il dipinto in Francia già dal 1517, dove era stato portato dallo stesso autore, Leonardo Da Vinci.
MANO NEL GILET – Lo hanno ritratto spesso con una mano infilata tra i bottoni della giacca. Ma Napoleone non aveva alcun tic né tanto meno soffriva di feroci mal di stomaco. Semplicemente era questa l’usanza dei generali quando si facevano immortalare su tela nel 18esimo secolo.
CIBO IN SCATOLA – E’ grazie a lui se oggi abbiamo il cibo in scatola. Durante le sue campagne Napoleone fece sperimentare le invenzioni ingegnose del pasticciere Nicolas François Appert che ideò un metodo di cottura del cibo in vasetti di vetro a chiusura ermetica.
STELE DI ROSETTA – Fu scoperta nel 1799 da Pierre-François Bouchard, capitano nella Campagna d’Egitto di Napoleone. La Stele di Rosetta è una tavola di granito sulla quale sono incisi geroglifici e a fronte c’è il testo tradotto in greco. Grazie alla stele i linguisti sono riusciti finalmente a tradurre i geroglifici.
MAIALE – Secondo una leggenda, ancora oggi in Francia è vietato dare a un maiale il nome Napoleone. Ma in realtà nessun articolo del codice napoleonico ne parla.
FOBIA DEI GATTI – Non è vero che Napoleone avesse paura dei gatti. Secondo la storica Katharine MacDonogh, autrice del libro “Storia dei cani e gatti a corte dai tempi del Rinascimento”, Napoleone era solo superstizioso e per questo si teneva alla larga dai gatti neri.
LA MAPPA DI WATERLOO – C’è una ragione perché Napoleone Bonaparte si sentì disorientato sul campo di battaglia di Waterloo: stava usando una mappa sbagliata. Secondo il documentarista francese Franck Ferrand, sarebbe anche questa la spiegazione alla base della sconfitta finale dell’imperatore, destinata a portarlo all’esilio sull’isola di Sant’Elena. Tesi che ridimensiona l’eroismo dei britannici sul campo di battaglia e soprattutto i meriti del loro comandante, il Duca di Wellington. Come in altri casi nella storia è stata quindi una mera casualità a incidere sugli eventi. In particolare la mappa di cui disponeva Napoleone, e sulla quale aveva elaborato i suoi piani, mostrava il punto strategico della fattoria di Mont-Saint-Jean a un chilometro di distanza dalla posizione reale. Una differenza sostanziale, dal momento che un chilometro corrispondeva proprio alla gittata dei suoi cannoni.
ULTIME PAROLE – Napoleone morì durante il suo esilio a Sant’Elena per un tumore allo stomaco, accertato durante l’autopsia. Le sue ultime parole furono: “Francia, esercito – capo dell’esercito – Giuseppina” (sua moglie, ndr).
napoleone perse verginita con prostituta
MISTERO DEL PENE – La leggenda vuole che il povero Napoleone fosse poco dotato. Il suo pene misurava infatti 4,5 cm a riposo e 6,1 in erezione. Ma chi lo ha misurato? John K. Lattimer urologo della Columbia University, che nel 1972 disse di aver acquistato il pene dell’imperatore per 4 mila dollari. Possibile? Sempre secondo il mito il primo a possedere la reliquia sarebbe stato l’abate Vignali, suo cappellano a Sant’Elena. Ma ad oggi non si hanno notizie certe sulla presunta evirazione post mortem dell’imperatore.