Estratto dell'articolo di Paola De Carolis per il "Corriere della Sera"
«Un mostro, un predatore». Mohamed Al Fayed, ex proprietario di Harrods morto a Londra nell’agosto del 2023 all’età di 94 anni, è accusato di aver molestato almeno 20 dipendenti e di averne stuprate cinque negli anni in cui dirigeva i lussuosi grandi magazzini di Knightsbridge. La vicenda è stata portata alla luce da un documentario della Bbc in cui diverse donne hanno raccontato violenze, soprusi e terrore. A spingerle a parlare è stato soprattutto il ritratto da anziano gioviale e simpatico disegnato da The Crown , lo sceneggiato di Netflix.
[…] Dicono che l’imprenditore egiziano […] aveva l’abitudine di scegliere le vittime perlustrando i piani del grande magazzino: quelle che gli piacevano di più venivano spostate nel suo ufficio personale. Prima di prendere servizio, ha raccontato una delle donne, venivano sottoposte ad approfondite visite ginecologiche ed esami del sangue.
«Avevo 24 anni, non ho trovato il coraggio di oppormi», ha ricordato Gemma. «Cominciava con apprezzamenti verbali, poi allungava le mani, poi ti diceva che avresti dovuto essere più gentile», ha raccontato. In particolare era difficile difendersi durante i viaggi all’estero.
«A volte quando arrivavo in camera non c’era più la chiave, Al Fayed l’aveva fatta rimuovere per assicurarsi di riuscire ad entrare». Fu stuprata a Villa Windsor, a Parigi, la dimora che era stata di Edoardo VIII e Wallis Simpson. Al Fayed le comparve davanti «con addosso solo una vestaglia». Dopo la obbligò a lavarsi con una bottiglia di Dettol, un disinfettante. «Era chiaro che non voleva che ci fosse alcuna traccia di ciò che aveva fatto», ha precisato.
Gemma diede le dimissioni per ragioni di salute, ma Al Fayed continuò a far sentire la sua presenza: «Ricevevo tante telefonate dalla sua squadra, mi chiedevano di rivolgermi ai suoi medici per farmi curare». Non confidò a nessuno la violenza subita perché aveva paura: «Al Fayed era un uomo potentissimo, ricchissimo, che aveva al suo servizio guardie, medici, professionisti di ogni tipo». Simile la dinamica raccontata da un’altra vittima, Sophia, che sostiene di essere stata violentata più volte nel periodo in cui lavorò come sua assistente personale (1988-1991): il jet privato, l’arrivo con la scorta, la polizia che sembrava al suo servizio, il passaporto confiscato. «Era un mostro, un essere odioso». Per Bruce Drummond, avvocato che rappresenta le vittime, in tutto il gruppo di Al Fayed «c’era in quegli anni un’incredibile rete di corruzione e abusi».
[…] In vita Al Fayed era stato accusato di molestie due volte, la prima nel 2009 nei confronti di una 15enne: la Crown Prosecution decise, però, di non procedere. Nel 2013 Al Fayed venne interrogato dalla polizia in seguito alle accuse di una donna che sosteneva di essere stata aggredita nel suo appartamento di Park Lane. Il caso venne chiuso, riaperto e infine definitivamente archiviato nel 2015.
mohamed al fayed mohamed al fayed la bara di mohamed al fayed mohamed al fayed con la regina elisabetta nel 1997 mohamed al fayed con la statua di diana e dodi da harrrods