Estratto dell’articolo di Nicola Rotari per www.corriere.it
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Il ritmo battuto con le mani, i passi veloci, i salti e un sorriso forzato dal dolore. È stato un ballo commovente e liberatorio quello di nonno Gino di fronte alla bara del nipote Kevin, morto pochi giorni fa andando a scuola.
La danza solitaria ben presto ha contagiato tutti: amici, parenti, compagni di scuola hanno cominciato ad applaudire a ritmo mentre, con i cuori gonfi di dolore, lungo i loro volti scorrevano le lacrime.
Nonno Gino e tutta la famiglia Gentilin hanno voluto ricordare così Kevin, scomparso venerdì 25 ottobre ad appena 15 anni mentre, in sella alla sua Vespa 50 special azzurra, stava andando a scuola, all’agrario Sartor di Castelfranco Veneto.
Fatale è stata la svolta improvvisa di un’auto che gli ha di fatto tagliato la strada. L’altra grande passione di Kevin Gentilin, oltre ai motori, era appunto il ballo, una passione coltivata proprio grazie al nonno, con cui talvolta andava in discoteca.
E proprio lui, nonno Gino, all’esterno della chiesa, prima che l’auto con il suo adorato nipotino partisse, si è lasciato andare ad un ballo che ha coinvolto i presenti. Al termine ha urlato per tre volte «Vivere!», e di nuovo gli applausi hanno riempito il sagrato. Attraverso una lettera, recitata da una giovane parente, il nonno ha espresso tutto il suo attaccamento al nipote.
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«Tutte le sere passavi un’oretta a salutarmi, raccontandomi la tua vita, le tue aspirazioni future - ha scritto, rivolgendosi a Kevin -. Io in silenzio ascoltavo e ti dicevo vivere, vivere, vivere. Con quanta educazione mi dicevi “nonno posso mettermi il tuo profumo, il tuo gel?” e via in discoteca. Quanta nuova musica mi hai fatto scoprire. La tua musica techno mi faceva impazzire, la ballavo e non sentivo stanchezza». […]
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A rompere il silenzio dell’attesa è stato il ronzio di decine di vespe, scooter e moto, il lungo corteo ha accompagnato il feretro: una bara bianca con un cuscino di rose candide, simbolo di purezza. A recitare l’omelia è stato il parroco di Salvatronda, don Andrea Caratozzolo, che ha ripercorso la tragedia che ha colpito la comunità. […]
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