Massimo Gaggi per il "Corriere della Sera"
Non c'è più alcun mistero sulla morte di Claudio Mandia. In un comunicato la famiglia conferma, come anticipato ieri dal Corriere , che lo studente italiano della EF Academy si è suicidato dopo essere stato tenuto in isolamento, incustodito, per oltre tre giorni «come punizione per il lavoro in classe». Il comunicato non va oltre ma definisce «primitive» le misure prese nei confronti dello studente. Come abbiamo già riferito ieri, Claudio era stato espulso lunedì della scorsa settimana dall'istituto per aver copiato un compito importante ai fini del conseguimento del diploma IB, l'International Baccalaureate che gli avrebbe aperto le porte delle migliori università.
EF ACADEMY DI TARRYTOWN - NEW YORK
Ma, più che sui motivi dell'espulsione, ora l'attenzione è concentrata sulle modalità della «detenzione» alla quale è stato sottoposto Claudio in attesa dell'arrivo della sua famiglia dall'Italia, alla quale sarebbe stato riconsegnato. La famiglia, che da giorni parla di «trattamento inimmaginabile» e ora anche di «misure primitive che sono state la causa diretta del suicidio di Claudio mentre era rinchiuso in isolamento», afferma di voler agire nei confronti della scuola che è frequentata, tra l'altro, anche da una sorella di Claudio. Qui sarà importante l'esito delle indagini della polizia del luogo, anche se gli avvocati dei Mandia precisano che è in corso anche un'indagine di un uno studio legale specializzato.
Quali sarebbero queste «misure primitive»? Sicuramente la famiglia si riferisce all'isolamento. L'Academy isola sempre gli studenti che vengono espulsi o sospesi in attesa di rimandarli alle loro famiglie: li separa dagli altri studenti che condividono con loro le camere dei dormitori. Lo studente punito non può uscire: la porta non viene chiusa a chiave, ma spesso c'è un uomo della security in corridoio. L'isolamento in genere dura un giorno: il tempo di organizzare il volo di rientro degli studenti alle loro residenze. Pare che a Claudio fosse già successo l'anno scorso: sospeso ad aprile insieme ad altri compagni sorpresi a far festa in una camera con delle bevande alcoliche. Tutti sospesi, ma non espulsi.
Claudio rimase in isolamento un giorno (come gli altri), poi tornò a casa a Battipaglia dove, comunque, poté completare l'anno scolastico online. Stavolta, però, la detenzione è durata molto di più e la pressione psicologica dell'espulsione era molto più forte. Agghiacciante, come abbiamo raccontato ieri, anche la modalità di servire i pasti lasciando un vassoio fuori dalla porta, anche se c'è chi sostiene che il personale di servizio ha seguito la stessa procedura adottata per gli studenti messi in isolamento per contagio da coronavirus. Ed è impressionante apprendere da indiscrezioni che, una volta scoperto che Claudio si era ucciso, la scuola avrebbe scelto di mettere in isolamento sua sorella senza dirle nulla fino all'arrivo dei genitori.
Ora i detective del distretto di polizia di Mount Pleasant, benché in attesa dei risultati dell'autopsia (il rientro della salma invece è stato intanto autorizzato e i funerali si potrebbero celebrare a Battipaglia nei prossimi giorni), confermano il suicidio e assicurano che andranno a fondo nell'indagine per capire se Claudio è stato in qualche modo indotto a togliersi la vita o ci sono altre responsabilità. Il distretto di polizia in questi anni si è dovuto occupare più volte di incidenti accaduti nella scuola. Cosa non strana per un istituto che tra studenti, docenti, amministrativi e personale di servizio costituisce una comunità di un migliaio di persone.
Casi di accuse di molestie sessuali, scappatelle non autorizzate di studenti (quasi tutti minorenni), magari colti a combinare guai con alcol o droghe: due anni fa un ragazzo finì in detenzione molto a lungo in attesa di provvedimenti del tribunale dopo che ebbe la pessima idea di inviare via web un'immagine terroristica minacciando di far scoppiare una bomba nel campus dopo 10 minuti. Si rivelò uno scherzo demenziale, ma a scuola scattò l'emergenza: arrivò il team SWAT dell'antiterrorismo con gli elicotteri e la storia finì sui giornali.