Estratto dell'articolo di Viviana Mazza per il “Corriere della Sera”
«Operare a 4.000 metri di profondità implica molte sfide: la pressione, la temperatura di 3-4° C, la mancanza di luce al di sotto dei 300 metri, le correnti di due nodi, cioè circa 4 chilometri orari, e la posizione remota. È semplicemente il confine estremo di ciò che l’esplorazione umana può fare. Non c’è spazio per errori né per scorciatoie», dice al Corriere Rob McCallum, che ha condotto missioni estreme in tutto il mondo, dalla circumnavigazione dell’Antartide alle perlustrazioni dei fondali oceanici.
IL SOMMERGIBILE TITAN DI OCEANGATE EXPEDITIONS
Per vent’anni, fino a un paio di anni fa, la sua compagnia, Eyos Expeditions, ha organizzato i primi viaggi per scienziati e turisti fino al Titanic per poi spostarsi su imprese diverse. […] Nelle sue spedizioni con sottomarini «classificati e certificati» ha avuto la possibilità di navigare intorno al Titanic. «Il relitto è in posizione verticale, spaccato in due parti distanti circa un chilometro l’una dall’altra. La navigazione intorno è difficile, va pianificata con estrema attenzione. Le sfide sono logistiche e fisiche», spiega.
SCOMPARSA SOMMERGIBILE TITAN OCEANGATE EXPEDITIONS
Il Titan dell’azienda OceanGate ha una stazza di 10.432 chili, sei metri e mezzo di lunghezza, può arrivare fino a 4.000 metri di profondità, con 96 ore di supporto vitale per cinque persone, […] Il viaggio dura complessivamente 8 giorni, inclusa la parte in superficie dall’isola di Terranova fino al luogo del relitto, circa 600 chilometri al largo della costa. La durata della permanenza subacquea è di circa otto ore complessive. […].
[…] «È difficile fare previsioni. I nostri pensieri vanno alle persone disperse», dice McCallum al telefono da Papua Nuova Guinea, appena rientrato da una spedizione. «Il Titanic è una storia incredibile. È come una tragedia greca». […] Da quando è stato ritrovato nel 1985, ha attirato l’attenzione di centinaia di scienziati, registi e di turisti.
SCOMPARSA SOMMERGIBILE TITAN OCEANGATE EXPEDITIONS
[…] Intorno al 2000 gli scienziati iniziarono ad avvertire che i turisti e i cacciatori di tesori costituivano una minaccia per il vascello e un’offesa per quello che, di fatto, è il sepolcro di oltre 1.500 persone. Furono ritrovati anche lattine e altra spazzatura e i resti di un natante finito sullo scafo.
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