Estratto dell’articolo di Alberto Simoni per “la Stampa”
Tra le pieghe del bilancio del Pentagono, l'Amministrazione Biden trova 300 milioni di dollari – crediti legati a contratti con l'industria militare discussi nel 2022 – e li destina all'Ucraina. Ai soldati impegnati lungo i quasi 700 chilometri di fronte contro la Russia arriveranno munizioni e artiglieria per gli Himars. Jake Sullivan, consigliere per la Sicurezza nazionale Usa, ha dato la notizia nel briefing del pomeriggio con i reporter ed è stato assai cauto nel presentare l'opzione, spiegando che «queste munizioni consentiranno agli ucraini di continuare a sparare per un periodo molto breve».
antony blinken joe biden jake sullivan
Non ha quantificato quanto, si parla di «due settimane», ma soprattutto Sullivan ha precisato che non ci sarà probabilmente un bis. La strada maestra sono i 60 miliardi (in un pacchetto di 95) fermi alla Camera. Il leader repubblicano al Senato Mitch McConnell ieri ha esortato lo Speaker Mike Johnson a portare al voto la risoluzione passata con 70 voti su cento al Senato, che riaprirebbe i rubinetti per le forze armate ucraine.
Il presidente Biden […] ha detto che «Putin non si fermerà all'Ucraina, andrà avanti e metterà a rischio il mondo intero» e che «il Congresso deve approvare subito i fondi».
Da quasi due mesi i portavoce e i leader dell'Amministrazione spingono lo stesso tasto, ovvero che non ci sono piani alternativi e che senza aiuti americani l'Ucraina non può resistere ai russi. A ribadire l'urgenza sono stati anche i capi dell'intelligence.
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Williams Burns, capo della Cia, in un'udienza a Capitol Hill ha invitato la Camera ad approvare il pacchetto di aiuti, non solo – il suo ragionamento – aiuterebbe Kiev nella guerra contro i russi, ma scoraggerebbe anche la Cina nel perseguire i suoi ambiziosi piani nel Pacifico. Infatti, nei 95 miliardi sono inclusi anche gli aiuti per il fronte taiwanese.
Quel che Burns ha comunque ribadito è che la Russia sta conquistando posizioni sul terreno e che senza gli aiuti americani, negli ultimi mesi gli ucraini hanno subito perdite, sul terreno e fra i soldati, che stanno indirizzando il conflitto su una strada favorevole al Cremlino. Anche in caso di negoziati – ha rimarcato Burns – serve portare Kiev al tavolo in posizione di forza.
Sul campo la sproporzione di forze è eclatante e il divario si sta ampliando. Già in gennaio John Kirby, portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale, aveva evidenziato che agli ucraini mancavano munizioni e sistemi di difesa aerea.
È un gap che sta aumentando. Forte anche della conversione dell'economia russa in economia di guerra. L'Occidente non riesce a stare al passo, indipendentemente dai 60 miliardi congelati al Congresso. La Cnn ha condensato questa differenza di forze in alcuni numeri: la Russia produce circa 250 mila munizioni per l'artiglieria al mese, ovvero 3 milioni all'anno.
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Lo sforzo collettivo fra Usa e Unione europea tocca 1,2 milioni annualmente […]. E anche le proiezioni sul 2025 sono negative, il divario di prestazioni resta ampio […] Ogni diecimila colpi sparati dai russi, gli ucraini possono rispondere con appena 2 mila.
Zelensky in un'intervista con la francese Bfm ha detto che la situazione è migliorata rispetto a tre mesi fa, e che i russi non hanno fatto conquiste dopo la presa di Adviivka. Eppure, diversi centri – come Orlovka e Berdych, a Nord di Donetsk – sono quasi caduti. […] Sullivan ha sottolineato che il rischio è che tutto il territorio riconquistato dagli ucraini nella controffensiva dello scorso anno, torni in mano russa senza un aiuto.
donald tusk al congresso del ppe
Alla Casa Bianca ieri ci sono stati il presidente polacco Duda e il neopremier Tusk. La missione è delicatissima, per Biden la Polonia è il Paese chiave nell'architrave europea contro Mosca. Nell'incontro i tre hanno discusso del summit Nato di luglio, dell'incrollabile adesione all'Articolo 5 dell'Alleanza e del supporto Usa a Varsavia. […] È arrivato il via libera a 2 miliardi di dollari di prestiti per la cooperazione militare e il Pentagono offrirà a Varsavia l'acquisto di 96 elicotteri Apache. In un editoriale sul Washington Post poi Duda ha avanzato l'idea di portare al 3% del Pil la quota di spesa di ogni Stato per la difesa.