Monica Serra per “la Stampa”
«Non ce la facevo più, ho fatto un disastro». Così Rosa è crollata davanti alla sorella minore, Loredana. Non voleva che entrasse in bagno. Che vedesse quel che restava della madre ottantaquattrenne, Lucia Cipriani. Uccisa, forse soffocata nella vasca, due mesi fa. E fatta a pezzi, coperti da un cellophane fissato ai bordi con il nastro adesivo.
Poi Rosa Fabbiano, 58 anni, una vita da operaia passata a occuparsi della madre, che aveva problemi di deambulazione e un principio di demenza senile, ha aggiunto: «Portami dai carabinieri».
OMICIDIO DI MELZO - UNA DONNA FA A PEZZI LA MADRE
Loredana aveva già un brutto presentimento. Da troppo tempo non riusciva a parlare con la madre. Alle sue telefonate rispondeva solo con «strani messaggi». Così alle 6,30 di giovedì mattina è partita da Trento, dove vive, per andare a trovarla a Melzo, nel Milanese, e «vedere da vicino cosa fare con lei, aiutarla a gestire le visite in ospedale». Prima di partire aveva avvisato la sorella Rosa: «Lei mi aveva detto che non c'era bisogno, che andava tutto bene».
OMICIDIO DI MELZO - UNA DONNA FA A PEZZI LA MADRE
L'appuntamento era alle 9,30 era proprio sotto casa della madre, in via Boves, a Melzo. Al telefono «Rosa aveva un tono di voce normale», si legge nel verbale raccolto dai carabinieri. Una volta nell'appartamento, però, Loredana ha notato qualcosa di strano: «Le finestre erano tutte spalancate». E la sorella le ha impedito di andare in bagno: «Sono rimasta impietrita, senza sapere il perché. Ho provato paura per la mia incolumità».
Le due sorelle sono uscite, si sono messe in macchina per andare in caserma. «A quel punto Rosa ha iniziato a urlare, mi ha detto che non voleva più andare dai carabinieri, che voleva suicidarsi, ha aperto la portiera e ha fatto per scendere». Quando i militari sono arrivati, chiamati da Loredana, le due sorelle erano in un campo e Rosa «era in un panico totale. Mentre urlava si è avvicinata a un fossato. Io la trattenevo per la maglietta.
Provava a buttarsi».
OMICIDIO DI MELZO - UNA DONNA FA A PEZZI LA MADRE
Così, i carabinieri sono andati a casa della vittima. E nel bagno hanno trovato quel che restava dell'anziana, oramai in stato di decomposizione. Vicino la vasca c'era una sega ripulita, forse usata per fare a pezzi il corpo. Sparsi nella casa diversi profumatori per ambienti. In bagno c'erano anche gli abiti della vittima, che la 58enne aveva provato a bruciare. Una vicina di casa ha raccontato che il 12 aprile aveva «visto fumo e sentito un odore stomachevole uscire dal bagno». Aveva avvisato Rosa: «Quando le ho chiesto se il fumo proveniva dalla lavatrice, mi aveva detto di sì».
Rosa Fabbiano però non ha confessato. Ai carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, diretti dai comandanti Michele Miulli e Antonio Coppola, ha fatto solo un cenno con la testa. Alle domande della pm Elisa Calanducci, giovedì sera, non ha risposto. Ora è in carcere con l'accusa di omicidio, vilipendio e occultamento di cadavere. Forse racconterà la sua verità domani all'interrogatorio di convalida del fermo. Spiegherà se davvero ha ammazzato la madre perché non ce la faceva più ad occuparsi di lei. Di certo in questi mesi Lucia ha continuato a percepire la pensione e il mantenimento dell'ex marito. Su un conto cointestato con la figlia.