“LA MIA FAMIGLIA HA FATTO LA GUERRA PEGGIO DI GOMORRA PERCHÉ MIA SORELLA È STATA UCCISA DA LORO” – PARLA LA SORELLA DELLA RAGAZZA 23ENNE, MORTA IN OSPEDALE A FOGGIA, E GIUSTIFICA LA VIOLENZA DEI PARENTI, CHE HANNO AGGREDITO IL PERSONALE MEDICO, COSTRINGENDOLO A BARRICARSI IN UNA STANZA: “NATASHA ERA IN LENTA RIPRESA DOPO L’INCIDENTE. DOVEVA SUBIRE UN INTERVENTO ALLA TRACHEA ED ESSERE TRASFERITA A ROMA PERCHÉ LÌ NON C’ERANO COMPETENTI NEL SETTORE. POI, PERÒ, È STATA OPERATA A FOGGIA E…” - VIDEO
Estratto dell'articolo di Rosarianna Romano per www.corriere.it
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«La mia famiglia ha fatto la guerra peggio di Gomorra, perché mia sorella è stata uccisa da loro». Queste le parole contenute in un lungo post pubblicato sul profilo Facebook di Tatiana Pugliese, sorella di Natasha, la 23enne morta mercoledì 4 settembre durante un’operazione all'ospedale Riuniti di Foggia e al cui decesso amici e familiari hanno risposto aggredendo il personale sanitario […]
La ricostruzione della sorella
Nel post Tatiana ricostruisce tutta la vicenda, raccontando «la sua verità», a partire dal 18 giugno, alle «ore 23.45», giorno dell’incidente di Natasha. Il racconto prosegue poi con i 16 giorni di coma, fino al 3 luglio, quando la donna si risveglia […] il giorno 8 luglio 2024 Natasha inizia la sua ripresa», si legge nel post. E continua: «Ritorna più forte di prima, nessun danno la fermata… Si inizia a fantasticare per l’uscita… le cose da fare... i luoghi dove andare.. le persone da incontrare... desideri… viaggi... l’uscita è vicina ci siamo quasi».
L'intervento alla trachea
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A quel punto, però, «qualcosa non va», a causa di un intervento alla trachea: «Natasha dovrà essere trasferita a Roma per l’intervento alla trachea perché nell’ospedale di Foggia come da comunicato non sono competenti nel settore – continua il post -. Nessuno ci ha mai parlato di morte o cose gravissime, sapevamo che era un intervento delicato». Successivamente, però, il trasferimento non c’è più stato e la ragazza viene operata a Foggia.
Il decesso
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Sono le 22.30 del 4 settembre: «All’improvviso arrivano 10 pattuglie di Polizia […] riesco ad entrare e chiedo di mia sorella, ma nessuno mi risponde. Inizio ad urlare: “Dov'è mia sorella?” Riesco a passare, mi trovo il dottore davanti e chiedo con sangue freddo: "È morta?" Lui mi fa un cenno, non ho capito più nulla, ho urlato, messo mani addosso a chiunque». E continua: «Sono morta anch’io con lei, non accetterò mai tutto ciò, non lo perdonerò mai…».
E infine conclude dicendo che «tutti devono sapere la verità. Questa è tutta la verità, fate girare questo. L’inizio del nostro incubo che non finirà più». Il post ha ricevuto centinaia di commenti di solidarietà e condoglianze, oltre a più di mille like e condivisioni.
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