“CON QUELLA LETTERA AL ‘CORRIERE’ RACHELE SILVESTRI NON HA CHIUSO IL CASO: HA APERTO IL VASO DI PANDORA” - MARCO TRAVAGLIO: “SE DICI CHE GIRA VOCE CHE IL TUO BEBÈ SIA FIGLIO DI UN BIG DI FDI, TU E LUI DOVETE DIRE CHI È. SE DICI CHE ‘LA NOTIZIA È USCITA SU QUALCHE ORGANO D’INFORMAZIONE’, DEVI DIRE QUALE (MA NON È MAI USCITA). SE DICI CHE SEI STATA ‘COSTRETTA’ AL TEST DEL DNA, DEVI DIRE DA CHI. E PRIMA O POI QUALCUNO TI CHIEDERÀ DI MOSTRARLO, QUEL TEST, PERCHÉ I MALEVOLI SOSPETTERANNO CHE NON DICA CIÒ CHE TU GLI ATTRIBUISCI. SE DICI CHE LA ‘CALUNNIA’ È NATA DA ‘CACICCHI IN CERCA DI GLORIA’ E DA ‘UN UOMO, PROBABILMENTE UN POLITICO’, DEVI DIRE CHI SONO E DENUNCIARLI…”
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LA LETTERA AL \'\'CORRIERE DELLA SERA\'\' DI RACHELE SILVESTRI E LE DOMANDE DEGLI \'ADDETTI AI LIVORI\'
Estratto dell’articolo di Marco Travaglio per il “Fatto quotidiano”
Quando la deputata FdI Rachele Silvestri ha scritto al Corriere per spegnere un gossip sul bebè che avrebbe avuto da un ministro sposato del suo partito, abbiamo pensato a un tragico autogol: ora quel gossip, prima noto a poche centinaia di persone, lo conoscono tutti. Abbiamo anche pensato che non fosse una grande idea, per il ministro-cognato Francesco Lollobrigida, presentarsi ai cronisti a compiangere la Silvestri e a sfidarli con aria minatoria a fare il nome di Mister X. Anche perché pure lui il 15 marzo aveva inscenato il pianto greco sul Corriere: “Di me si dice di tutto... finisco pure nel gossip, è tutto assolutamente falso”.
[…] Ma avevano ragione Rachele e Lollo e torto noi, che ci ostiniamo a ragionare come se esistesse l’informazione. I tg ignorano la notizia e i giornali la depistano, evitando di unire i puntini o unendo quelli sbagliati, in nome della “solidarietà” femminile contro il sessismo, che qui non c’entra nulla. E stabilendo che si tratta certamente di “calunnia” e “storia non vera”.
C’è persino chi la frulla con un altro pianto greco: quello della compagna di Elly Schlein, vittima del vile attentato di Diva e Donna che ha osato fotografarla, come se la relazione affettiva della leader del secondo partito, da lei stessa svelata […] potesse restare segreta. […] Se dici che gira voce che il tuo bebè sia figlio di un big di FdI, tu e lui dovete dire chi è. Se dici che “la notizia è uscita su qualche organo d’informazione”, devi dire quale (ma non è mai uscita). Se dici che sei stata “costretta” al test del Dna, devi dire da chi.
E prima o poi qualcuno ti chiederà di mostrarlo, quel test, perché i malevoli sospetteranno che non dica ciò che tu gli attribuisci. Se spiattelli tutto al Corriere, tirando in ballo un pezzo grosso del tuo partito, devi raccontare se ne hai parlato con lui o con altri. Se dici che la “calunnia per attaccare figure del mio partito” è nata da “cacicchi in cerca di gloria” e da “un uomo, probabilmente un politico”, devi dire chi sono e denunciarli per diffamazione. Perché con quella lettera non hai chiuso il caso: hai aperto il vaso di Pandora.
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