matteo bassetti coronavirus assembramenti

“SE GLI ITALIANI NON SI COMPORTANO IN MANIERA DILIGENTE SI MERITANO IL LOCKDOWN” – PERFINO L’APERTURISTA MATTEO BASSETTI SI È ROTTO LE PALLE DEGLI STRONZETTI DELL’ASSEMBRAMENTO: “SE LA ZONA GIALLA SARÀ UN HAPPY HOUR TORNEREMO PRESTO IN ROSSO” – “SENZA GOVERNO L’EPIDEMIA VA MEGLIO? L’HO DETTO SCHERZANDO, MA I RICOVERI NON SONO MAI STATI COSÌ BASSI NEGLI ULTIMI MESI…”

 

 

Francesco Rigatelli per “La Stampa”

 

MATTEO BASSETTI

«Se la zona gialla sarà un happy hour si creeranno nuovi focolai e torneremo presto in rosso».

 

Perfino Matteo Bassetti, professore ordinario di Malattie infettive all'Università di Genova e primario al San Martino, considerato tra gli aperturisti, sottolinea la delicatezza del momento: «Se gli italiani non sfruttano questa occasione per dimostrare che hanno imparato a comportarsi in maniera diligente è veramente la volta che si meritano il lockdown».

 

Si rischia la terza ondata?

«L'attenzione va tenuta alta, ma come esiste il passaggio da giallo a rosso dev' essere previsto il contrario, pur sapendo che si fa presto a peggiorare la situazione. Non è un liberi tutti, ma l'occasione di provare a convivere veramente col virus grazie a distanze, mascherine, gel, divieti di assembramenti e bar e ristoranti chiusi la sera».

 

zona rossa - arancione - gialla - cosa si puo fare e cosa no

Ha detto che senza governo l'epidemia va meglio?

«L'ho detto scherzando, ma paradossalmente, se guardiamo ai ricoveri e ai positivi, non sono mai stati così bassi negli ultimi mesi. Nulla contro il governo, solo che la gestione della pandemia è soprattutto delle Regioni, che trovano i letti, verificano l'Rt sul territorio e fanno applicare le misure».

 

A proposito di misure, la zona gialla è l'occasione per rispettarle di più così da poterle alleggerire?

«Certamente, la pandemia dipende dai comportamenti dalle persone. Se tutti stanno più attenti in zona gialla, che comunque ha una serie di regole severe, c'è meno bisogno di imporre il rosso o addirittura il lockdown. Gli italiani devono sapere che il futuro dipende da loro. Se si arriva a un lockdown è perché non si colgono occasioni come questa. E mi rivolgono soprattutto ai ragazzi».

 

Cosa intende?

assembramenti in spiaggia 3

«La pandemia ha modificato la loro vita. Ho un figlio di 16 anni che ha dovuto cambiare profondamente abitudini, mentre per gli anziani è più normale stare in casa. Ora i ragazzi possono uscire di più, ma devono farlo rispettando i nonni e le persone fragili. Queste ultime categorie vanno trattate sempre come se fossero in zona rossa».

 

Anche ieri 477 morti, perché non scendono?

«Sono sempre troppi e la spia di un contagio strisciante che può riacutizzarsi facilmente. Si tratta soprattutto di anziani, che quando vengono ricoverati sviluppano una serie di altri problemi, correlati al Covid, che li stremano».

 

È la fragilità?

coronavirus paziente all ospedale san filippo neri di roma

«L'immobilismo e la solitudine sopra gli 80 anni portano a un forte decadimento muscolare e organico. Anche quando sopravvive, un anziano impiega settimane a riprendersi. Questo virus è un acceleratore di fragilità».

 

Stiamo perdendo una generazione?

«Sì, ma ci sono tanti morti anche perché l'Italia è un Paese molto anziano. Il nostro servizio sanitario garantisce farmaci per tutte le malattie e operazioni importanti anche ai novantenni».

 

L'anno scorso l'epidemia partì in questo periodo, cosa prevede per il 2021?

MATTEO BASSETTI - UNA LEZIONE DA NON DIMENTICARE

«Il virus tornerà fuori finché l'80% degli italiani non sarà vaccinato. Fino ad allora avremo focolai e ondate più o meno alte. Il sistema di monitoraggio ci permette di controllare la situazione e l'ondata attuale mi pare si allunghi senza alzarsi. Zone gialle e scuole sono un rischio, ma dobbiamo essere in grado di farvi fronte perché l'alternativa sarebbe il lockdown perenne che uccide economia e società».

 

Servono più test e tracciamento?

«Sì, ma al momento è una battaglia persa perché ci sono ancora troppi contagiati per seguirli da vicino».

 

Il lockdown duro non ha senso senza vaccini?

«I vaccini arriveranno, ma servirebbe un'organizzazione enorme per farli di massa e giustificare un lockdown in contemporanea. Meglio responsabilizzare le persone».

 

Si riuscirà?

«Come ho scritto nel mio libro Una lezione da non dimenticare si deve far tesoro di quello che abbiamo imparato, se no ci meritiamo il lockdown».

 

Come vede la campagna vaccinale?

assembramenti sugli autobus

«La prima fase è quasi finita, anche se a febbraio bisognerà decidere se obbligare gli operatori sanitari ritardatari a vaccinarsi o escluderli dal lavoro. Tra 15 giorni partirà la campagna per ultraottantenni e categorie fragili, da finire entro maggio».

 

Dove si vaccineranno?

«Negli ospedali, nelle primule, dai medici di base che potranno anche andare a casa. E speriamo in farmacie e grandi aziende».

Matteo Bassettimatteo bassetti a coffee breakcoronavirus paziente all ospedale san filippo neri di romacoronavirus ospedale san filippo neri di romail professor matteo bassetti

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