“SE SI FA I SELFIE CON LE ORECCHIE DA CONIGLIO SA ANCHE RICHIEDERE UN PIN” – EROE, TROLL O VERO STRONZO? ECCO LE RISPOSTE DEL CATTIVISSIMO SOCIAL MEDIA MANAGER DI “INPS PER LA FAMIGLIA” ALLE RICHIESTE DEGLI UTENTI SUL REDDITO DI CITTADINANZA – C’È CHI LO DIFENDE E CHI LO ACCUSA DI NON AVERE RISPETTO – “LE CONSIGLIAMO DI NON SCRIVERE CHE SUO FIGLIO HA LAVORATO IN NERO O…” – POI ARRIVANO LE SCUSE UFFICIALI
Massimo rispetto per il social media manager di #inpsperlafamiglia. A suo modo, un eroe della resistenza a questo governo di incapaci. ?
— Mara Carfagna (@mara_carfagna) 18 aprile 2019
Al di là delle risate, è evidente lo strazio di un problema grave a cui viene data una falsa risposta solo per guadagnare qualche voto in più.
chi ha creduto che il #RedditodiCittadinanza sarebbe stato di 780 euro e universale, oggi scopre che è stato preso in giro.
— Giuditta Pini (@giuditta_pini) 18 aprile 2019
Ma non c'è da ridere o da gioire, sono persone che sono state tradite dalle istituzioni, a noi il dovere di ascoltarle e aiutarle.#inpsperlafamiglia
Scusate se insisto.
— Yoda (@PoliticaPerJedi) 18 aprile 2019
Dai commenti sulla pagina FB #Inpsperlafamiglia filtra un'umanità rimasta indietro, spaesata perfino di fronte alla prospettiva di una mano tesa dello Stato, sprovvista dei mezzi necessari per la battaglia quotidiana della vita.
La loro sconfitta è la mia.
Quando gioite per gli sbrocchi del SMM di #Inpsperlafamiglia non siete diversi dai bulletti social che hanno bisogno di Salvini per sentirsi vendicati.
— Giulia Blasi (@Giulia_B) 18 aprile 2019
Ripigliatevi, vi prego.
La vicenda #INPSPerLaFamiglia è molto divertente, ma anche piuttosto grave.
— Lorenzo Pregliasco (@lorepregliasco) 18 aprile 2019
Va bene che ormai vale tutto, ma che si tratti di uno stagista annoiato o di una mossa deliberata, è inammissibile che un ente pubblico come l'INPS comunichi in questo modo con i cittadini. pic.twitter.com/O2MuHFjRCB
Rivelo un segreto: c’è molta più ignoranza annidata in una pagina istituzionale della PA che risponde agli utenti come l’ultimo dei troll che in milioni di commenti sgrammaticati. #Inpsperlafamiglia
— laura tonini (@lautonini) 18 aprile 2019
Valentina Santarpia per www.corriere.it
il social media manager di inps per la famiglia nuovo eroe della rete 3
Il social media manager di Inps per la famiglia nel mirino della Rete. Le risposte puntute che il responsabile della comunicazione sui social network per l’Istituto nazionale di previdenza ha dato agli utenti nelle ultime ore hanno scatenato centinaia di reazioni e commenti, una pagina fake («Inps per le famiglie», al plurale), e tweet sarcastici. Molti lo hanno criticato. Ma tanti altri lo hanno anche ammirato, arrivando a dargli dell’«eroe nazionale».
le risposte del social media manager di inps per la famiglia 17
Senza peli sulla lingua, risponde a tono alle domande, fornisce suggerimenti non richiesti, fa valutazioni decisamente pragmatiche. Qualche esempio? A chi chiede info per il figlio per il reddito di cittadinanza, specificando che non ha mai lavorato legalmente, precisa che «se suo figlio sta lavorando in nero e chiede il reddito di cittadinanza rischia fino a sei anni di prigione».
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A chi dice di non essere in grado di chiedere SPID, l’utenza digitale per accedere ai servizi della Pubblica amministrazione, replica: «Se usa Facebook e si fa i selfie con le orecchie da coniglio sa anche richiedere un PIN». A chi scrive in maniera scorretta «Io o fato domanda per il PIN ma non me lo anno ancora mandato», dice senza troppi scrupoli: «Non possiamo sostenere un discorso con chi non usa correttamente la h». Savoir-faire? Diplomazia? Non esistono nel vocabolario e nei modi del social manager dell’Inps, che dà retta a tutti ma senza farsi prendere in inutili discussioni snervanti, mettendo a posto chi prova a fargli perdere tempo ed energie.
La marcia indietro
il social media manager di inps per la famiglia nuovo eroe della rete 1
L’argomento su cui arrivano più quesiti in questo periodo è naturalmente il reddito di cittadinanza. Ma anche in questo caso, lamentele e appunti vengono respinti al mittente senza troppi salamelecchi: «Chiedete ai rappresentanti politici che fanno le leggi, non a Inps che è chiamata ad applicarle».
Risposte forti, che ad un certo punto devono aver sollevato una protesta ai vertici: «In linea con quanto previsto dalla netiquette e dalla social media policy della pagina e in considerazione del grande interesse e impatto del #redditodicittadinanza e di altre misure a favore della famiglia, risponderemo solo a commenti inerenti agli aspetti tecnici delle prestazioni erogate da Inps. Cogliamo l’occasione per scusarci con quanti possano essersi sentiti toccati od offesi da alcune nostre risposte», ha scritto l’Inps su Facebook mercoledì mattina. Con buona pace di chi aveva già lanciato l’hashtag #jesuisInpsperlafamiglia.
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