joseph ratzinger e piergiorgio odifreddi

“LA VERA TRAGEDIA DI BENEDETTO XVI FU CHE GLI INTELLETTUALI EUROPEI NON LO STETTERO A SENTIRE” - IL MANGIAPRETI ODIFREDDI RICORDA RATZINGER: “COLORO CHE LUI PENSAVA DI ATTIRARE CON LA SOFISTICAZIONE DEL PROPRIO PENSIERO, NON ERANO INTERESSATI AI SUOI DISCORSI. PER COLMO DELL'IRONIA, GLI STESSI INTELLETTUALI CHE SNOBBARONO LE APERTURE DI RATZINGER, CONSIDERANDOLO UN CONSERVATORE O UN REAZIONARIO, SONO POI CADUTI COME FACILE PREDA NELLA RETE DELLA PREDICAZIONE DI FRANCESCO..."

Piergiorgio Odifreddi

Estratto dell’articolo di Piergiorgio Odifreddi per “la Stampa”

 

[…] Benedetto XVI pensava e sperava di poter rimediare alla secolarizzazione dell'Occidente e alla perdita di fede dell'Europa rivolgendosi agli intellettuali come lui. Il famoso discorso di Ratisbona del 2006 era indirizzato «ai rappresentanti della scienza», e citava per ben 45 volte la parola «ragione». Anche se poi attirò l'attenzione dei media per motivi diversi: in particolare, per un'improvvida citazione contro gli islamici, che costrinse il Papa a chiedere pubblicamente scusa e a fare marcia indietro.

 

JOSEPH RATZINGER

La vera tragedia di Benedetto XVI fu che gli intellettuali europei non lo stettero a sentire. Coloro che lui pensava di attirare con la sofisticazione del proprio pensiero, evidentemente non erano interessati ai suoi discorsi, anche se essi contenevano molti punti e spunti sui quali si poteva discutere. […] Per colmo dell'ironia, gli stessi intellettuali occidentali che snobbarono le aperture di Ratzinger, considerandolo soltanto un conservatore o un reazionario, sono poi caduti come facile preda nella rete della predicazione di Francesco, che in realtà è rivolta a «salvare il salvabile»: cioè, a concentrarsi sui popoli del Sud America e dell'Africa, abbandonando l'Europa al proprio destino.

 

JOSEPH RATZINGER E PIERGIORGIO ODIFREDDI

Evidentemente, Ratzinger aveva sopravvalutato gli intellettuali europei, e in particolare italiani, che hanno dimostrato di essere più sensibili al linguaggio gesuitico di Francesco che al sofisticato pensiero di Benedetto XVI, benché il primo sia rivolto ai popoli del Terzo Mondo, e il secondo fosse rivolto a loro. Lo dimostra anche il fatto che Ratzinger è stato sistematicamente considerato dai media un conservatore, e Francesco un progressista, mentre ci sono ottimi motivi per ridimensionare entrambi i giudizi.

 

Basta leggere la famosa Introduzione al Cristianesimo, che Ratzinger scrisse nel 1968, per rendersi conto di quanto essa fosse molto più avanzata di molta della teologia da cassetta che va di moda oggi. Fu quel libro che Karol Wojtyla lesse quand'era cardinale, e di cui si ricordò quando divenne Papa. Ed è grazie a quel libro che Ratzinger iniziò una carriera che lo portò a diventare il braccio destro di Giovanni Paolo II, prima, e il suo successore, poi.

Piergiorgio Odifreddi

 

[…] Quello che posso dire, personalmente, è che Ratzinger a me è apparso come un uomo gentile, delicato, raffinato e stimolante. E, soprattutto, genuinamente interessato al dialogo e al dibattito, anche su temi che si potrebbero considerare spinosi per un cristiano, e soprattutto per un cattolico. Nelle nostre conversazioni e lettere abbiamo toccato gli argomenti più disparati: dalla prova ontologica dell'esistenza di Dio alla matematica, dall'aneddotica vaticana alla letteratura tedesca. E spesso non sono mancate le battute spiritose, da parte sua.

 

benedetto xvi riceve francesco

Una volta, ad esempio, osservando la magnifica vista ravvicinata della cupola di San Pietro, che incombeva da una finestra del Monastero Mater Ecclesiae, mi venne in mente che nel Settecento i problemi di stabilità avevano costretto l'architetto Vanvitelli a imbragarla con cerchioni di ferro. Per fare una battuta, dissi che se ora la cupola stava in piedi, era per grazia dei matematici. E lui rispose prontamente: «E anche di Qualcun altro». […]

 

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk vincenzo susca

“L'INSEDIAMENTO DI TRUMP ASSUME LE SEMBIANZE DEL FUNERALE DELLA DEMOCRAZIA IN AMERICA, SANCITO DA UNA SCELTA DEMOCRATICA” - VINCENZO SUSCA: “WASHINGTON OGGI SEMBRA GOTHAM CITY. È DISTOPICO IL MONDO DELLE ARMI, DEI MURI, DELLA XENOFOBIA, DEL RAZZISMO, DELL’OMOFOBIA DI ‘MAGA’, COME  DISTOPICHE SONO LE RETI DIGITALI NEL SOLCO DI ‘X’ FITTE DI FAKE NEWS, TROLLS, SHITSTORM E HATER ORDITE DALLA TECNOMAGIA NERA DI TRUMP E MUSK - PERSINO MARTE E LO SPAZIO SONO PAESAGGI DA SFRUTTARE NELL’AMBITO DELLA SEMPRE PIÙ PALPABILE CATASTROFE DEL PIANETA TERRA - IL SOGNO AMERICANO È NUDO. SIAMO GIUNTI AL PASSAGGIO DEFINITIVO DALLA POLITICA SPETTACOLO ALLA POLITICIZZAZIONE DELLO SPETTACOLO. UNO SPETTACOLO IN CUI NON C’È NIENTE DA RIDERE”

ursula von der leyen giorgia meloni donald trump friedrich merz

DAGOREPORT – HAI VOGLIA A FAR PASSARE IL VIAGGIO A WASHINGTON DA TRUMP COME "INFORMALE": GIORGIA MELONI NON PUÒ SPOGLIARSI DEI PANNI ISTITUZIONALI DI PREMIER (INFATTI, VIAGGIA SU AEREO DI STATO) – LA GIORGIA DEI DUE MONDI SOGNA DI DIVENTARE IL PONTE TRA USA E UE, MA URSULA E GLI EUROPOTERI MARCANO LE DISTANZE: LA BENEDIZIONE DI TRUMP (“HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA”) HA FATTO INCAZZARE IL DEEP STATE DI BRUXELLES – IL MESSAGGIO DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO, MERZ, A TAJANI: "NON CI ALLEEREMO MAI CON AFD" (I NEONAZISTI CHE STASERA SIEDERANNO ACCANTO ALLA MELONI AD APPLAUDIRE IL TRUMP-BIS), NE' SUI DAZI ACCETTEREMO CHE IL TRUMPONE TRATTI CON I SINGOLI STATI DELL'UNIONE EUROPEA..."

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT - COSA VOGLIONO FARE I CENTRISTI CHE SI SONO RIUNITI A MILANO E ORVIETO: UNA NUOVA MARGHERITA O RIVITALIZZARE LA CORRENTE RIFORMISTA ALL’INTERNO DEL PD? L’IDEA DI FONDARE UN PARTITO CATTO-PROGRESSISTA SEMBRA BOCCIATA - L’OBIETTIVO, CON L’ARRIVO DI RUFFINI E DI GENTILONI, È RIESUMARE L’ANIMA CATTOLICA NEL PARTITO DEMOCRATICO – IL NODO DEL PROGRAMMA, LA RICHIESTA DI PRODI A SCHLEIN E IL RILANCIO DI GENTILONI SULLA SICUREZZA – UN’ALTRA ROGNA PER ELLY: I CATTO-DEM HANNO APERTO AL TERZO MANDATO PER GOVERNATORI E SINDACI…

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)