gando serie tv iran

ME LA SUONO E ME LA "GANDO" - IN IRAN LA SERIE TV ‘’GANDO’’ VIENE SOSPESA IN OCCASIONE DELLE ELEZIONI PRESIDENZIALI PERCHE' AL CENTRO DELLA STORIA C'E' UN MINISTRO DEGLI ESTERI INCOMPETENTE CHE ASSUME NEL SUO STAFF DEGLI IRANIANI SPIE DELL'MI6 BRITANNICO - LA SERIE E’ STATA PRODOTTA DA UN ISTITUTO LEGATO AI "GUARDIANI DELLA RIVOLUZIONE" MA E' STATA CRITICATA DAL PRESIDENTE ROUHANI - IL SOSPETTO CHE DIETRO LA SERIE CI SIA LA GUERRA INTERNA AL REGIME DI TEHERAN...

Viviana Mazza per il "Corriere della Sera"

 

MOHAMMAD JAVAD ZARIF

Il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif non è un fan della serie tv Gando . Intervenendo in una chat su Clubhouse, app americana popolarissima tra gli iraniani, ha detto che sarebbe «grato ai produttori se gli lasciassero fare il suo lavoro».

 

La serie tv di Teheran rappresenta un ministro degli Esteri iraniano incompetente che fa naufragare i colloqui sul nucleare con le potenze mondiali assumendo nel suo team degli iraniani con doppia nazionalità che si rivelano spie dell' MI6.

 

GANDO

Anche il presidente moderato Hassan Rouhani, scrive il Financial Times, è parso alludere alla serie lo scorso mercoledì quando ha detto che i soldi della gente non dovrebbero essere spesi «nella fabbricazione della verità».

 

Gando - il nome viene da una specie autoctona di coccodrillo - è prodotta dall' Istituto Owj, che si dichiara una organizzazione non governativa e che diverse fonti considerano legata ai Guardiani della Rivoluzione (forza militare ma anche economica in Iran).

logo owj

 

Fondata nel 2011, Owj ha finanziato recenti film come Exodus in cui i contadini impoveriti marciano fino alla capitale per protestare contro un presidente che non li ascolta e reality show in cui i partecipanti cercano il nemico nascosto al bazaar e il vincitore si unisce all' unità navale dei Guardiani; l'Istituto ha collaborato in passato alla realizzazione di un concorso di vignette sull' Olocausto.

 

guardiani della rivoluzione 2

In Gando molti vedono uno specchio dei contrasti tra i fronti politici interni all'Iran, anche in vista delle prossime elezioni presidenziali del 18 giugno. Il nome di uno degli spioni iraniani con doppia nazionalità, Michael Hashemian, fa rima con Jason Rezaian, il giornalista del Washington Post che fu rinchiuso nella prigione di Evin per 544 giorni fino al rilascio nel 2016 in uno scambio di prigionieri proprio mentre entrava in vigore l'accordo sul nucleare.

 

JASON REZAIAN

Nella serie, Barack Obama ha promesso a Hashemian che diventerà il primo ambasciatore americano in Iran una volta rovesciato il regime. Un altro personaggio invece, quello del consigliere-spia del ministro degli Esteri, assomiglia, anche fisicamente, a Mohammad Ali Shabani, che ha fatto parte del team dell'accordo nucleare secondo l'agenzia di Stato Student News Network e che è stato accusato su Twitter dal parlamentare Kharimi Ghoddousi di aver viaggiato in Israele e avuto contatti con un giornalista di Bbc Persian.

 

Contattato dal Corriere, Shabani ha condiviso una risposta data anche all' Economist , dopo l' attacco dei giorni scorsi contro l' impianto nucleare di Natanz attribuito da Teheran al Mossad: «Molti iraniani probabilmente si chiedono che cosa stiano facendo i servizi di sicurezza. Mentre Israele organizza esplosioni, i Guardiani della Rivoluzione commissionano finti thriller spionistici che colpiscono il loro stesso governo iraniano nel bel mezzo delle sanzioni e di una pandemia letale».

mohammad ali shabani

 

Dalle fonti riformiste intervistate dal Financial Times, Gando viene letto come un messaggio a Zarif per dissuaderlo dal candidarsi nelle presidenziali, in cui Rouhani dopo due mandati non può ripresentarsi. Ma Zarif su Clubhouse ha detto che non intende entrare in corsa.

 

Un' altra figura riformista molto popolare, Hassan Khomeini, nipote del fondatore della Repubblica Islamica, considerato un potenziale candidato, ha annunciato ieri - attraverso il fratello intervistato dal sito Jamaran - che non lo farà, su richiesta della Guida Suprema Ali Khamenei.

 

Tra gli altri possibili candidati - che dovranno essere approvati dal Consiglio dei Guardiani - ci sono lo speaker del parlamento Mohammad Ghalibaf e Hossein Dehgan, ex ministro della Difesa e consigliere di Khamenei: entrambi sono stati Guardiani della Rivoluzione.

GUardiani della rivoluzione

 

Gando è lo specchio di un clima di sospetto e sfiducia nei confronti degli Stati Uniti che per i conservatori si estende non solo ai giornalisti americani ma a chiunque abbia studiato e lavorato in America, come lo stesso Zarif.

 

Gli eroi sono agenti che vengono da famiglie piccolo borghesi, lavorano sodo, con forti principi, e preferiscono il té tradizionale al cappuccino occidentale. Questo mese comunque la serie tv è stata improvvisamente sospesa a metà dei 30 episodi. I media hanno annunciato che la visione riprenderà dopo il voto.

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