Valentina Errante e Giuseppe Scarpa per “il Messaggero”
«Non sapevo che avesse il coltello». Christian Gabriel Natale Hjorth scarica l'amico Finnegan Lee Elder, il responsabile delle undici coltellate che hanno ucciso Mario Cerciello Rega. Natale prende così le distanze dall'amico, tentando di differenziare le posizioni. Dopo le dichiarazioni di venerdì, adesso anche il suo avvocato Emiliano Sisinni marca le diverse situazioni processuali: «La sua posizione è estranea all'imprevedibile condotta di Lee che ha portato alla morte del servitore dello stato».
Intanto emergono nuovi dettagli sugli ultimi istanti di Rega: «Aiuto, mi stanno ammazzando», gridava il militare. Il vicebrigadiere dell'Arma è crollato a terra per le coltellate sferrate da Elder, mentre il collega Andrea Varriale era impegnato in un corpo a corpo con l'altro ragazzo americano. Non è riuscito a reagire alle pugnalate Rega. Non compare nessuna ferita sulle braccia, ultima traccia del tentativo di parare il coltello. Il primo colpo fatale, come emerge dall'autopsia, è al cuore. Non gli lascia scampo. Solo un grido disperato d'aiuto, come hanno poi ricostruito gli investigatori.
LA RICOSTRUZIONE
La ricerca di una notte, tra giovedì e venerdì, a sniffare cocaina è il primo pezzo del puzzle per comporre l'intera storia. Natale e Elder sono in cerca di droga. Sergio Brugiatelli è l'uomo che si offre di aiutarli. Come garanzia, l'italiano consegna a Elder uno zaino, con il suo cellulare e i documenti. Poi assieme a Natale, che parla italiano, si dirige dai pusher a Piazza Mastai. Gli spacciatori gli rifilano un'aspirina tritata. Poi litigano tra di loro. L'obiettivo è quello di mettere fretta all'americano, e incassare subito i soldi della dose. Le cose però non vanno per il verso giusto.
SERGIO BRUGIATELLI CON I DUE AMERICANI
Natale, infatti, si spaventa e fugge. Corre dall'amico e insieme scappano con lo zaino di Brugiatelli. Quest'ultimo è disperato. Alla scena assistono quattro carabinieri fuori servizio, due marescialli e due ragazzi che da poco sono entrati nell'Arma. Tentano un inseguimento, ma non riescono. Gli americani sono troppo lontani. I militari allora suggeriscono a Brugiatelli di telefonare al 112. Lui lo fa. Prima, però, chiama al suo cellulare, che è nelle mani di Elder e Natale.
A rispondere è quest'ultimo che non solo pretende 100 euro, ma reclama anche un grammo di cocaina. Poi fissa il luogo dell'incontro, via Pietro Cossa quartiere Prati a cinquanta metri dall'albergo a quattro stelle, Le Meridien, in cui i due amici soggiornano. Brugiatelli si sente con le spalle al muro, chiama perciò il 112 dal cellulare di una persona presente in piazza Mastai, come gli era stato suggerito dai militari che avevano assistito alla scena. In poco tempo arriva una pattuglia.
i due americani fermati per la morte di mario cerciello rega
Anche i 4 carabinieri presenti si muovono e chiamano due loro colleghi, Mario Cerciello Rega e Andrea Varriale. Così, quando arriva l'auto di servizio sul posto, ci sono più uomini dell'Arma. Alla fine decidono chi deve andare all'appuntamento: la coppia Rega e Varriale. Ecco quindi che si dirigono all'appuntamento insieme a Brugiatelli. I militari, in borghese, con le pistole nelle fondine, passeggiano in via Cossa. Spuntano Natale e Elder, che prima erano andati a cambiarsi in albergo.
omicidio cerciello - il video della fuga dei ladri della borsa a trastevere
Uno dei due indossa una felpa scura con il cappuccio in testa. Si guarda intorno in modo sospetto. I militari si avvicinano e si qualificano, secondo la versione di Varriale. «Non dicono di essere carabinieri», per Elder e Natale. Ad ogni modo gli americani perdono la testa. Elder che aveva portato con sé un coltello con una lama come quella di una baionetta lunga tra i 16 e 17 centimetri, non esita ad usarla. La conficca per 11 volte sul corpo di Cerciello. Il collega è impegnato in un corpo a corpo con Natale. Per questo, forse, non tira fuori la pistola.
A questo punto i ragazzi scappano, mentre Varriale si getta sul collega. Corre a perdifiato verso l'auto di servizio, schiaccia un pulsante per dare l'allarme di soccorso alle pattuglie di zona. A sirene spiegate arriva l'ambulanza. Al Santo Spirito Rega arriva in condizioni disperate e morirà poco dopo.
CC UCCISO: COLLEGA, CI QUALIFICAMMO ANCHE CON TESSERINO
(ANSA) - "I due soggetti, notati di un atteggiamento palesemente guardingo e sospettoso, venivano da noi repentinamente avvicinati. Contestualmente ci qualificavamo come appartenenti all'Arma dei carabinieri attraverso anche l'esibizione dei nostri tesserini di riconoscimento". E' la ricostruzione degli istanti dell'aggressione mortale fornita da Andrea Varriale il collega del vice brigadiere Mario Cerciello Rega, contenuta nell'ordinanza con cui il gip ha disposto il carcere per i due cittadini americani. "Ma i due - aggiunge - ancor prima di procedere a una qualsiasi forma di regolare controllo ci aggredivano fisicamente per vincere un nostro tentativo di bloccaggio".
CC UCCISO: ELDER, HO AVUTO PAURA, PENSAVO FOSSE PUSHER
(ANSA) - "Non avevo capito che era un carabinieri, ho avuto paura, credevo fosse uno dei pusher". E' quanto ha ribadito al suo difensore che lo è andato a trovare in carcere Finnegan Lee Elder, il 19enne californiano che ha confessato di essere l'autore materiale delle 11 coltellate al vicebrigadiere Mario Cerciello Rega.
CC UCCISO: COLLEGA, MARIO PERDEVA MOLTO SANGUE,I DUE IN FUGA
(ANSA) - "Dopo pochi istanti, notavo entrambi i soggetti che si davano alla fuga in direzione via Cesi e in tale frangente notavo il vice brigadiere Cerciello Rega che perdeva moltissimo sangue dal fianco sinistro all'altezza del petto". E quanto ricorda Andrea Varriale, il carabiniere che era con il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega sul luogo dell' aggressione, come riportato nell'ordinanza del gip che ha disposto il carcere per i due cittadini americani. Prima di "accasciarsi al suolo" disse "mi hanno accoltellato". "Contattavo immediatamente la centrale operativa per richiedere i soccorsi e in attesa del loro arrivo tamponato le ferite riportate dal collega - racconta ancora -. Nel frattempo notavo sopraggiungere sul luogo del fatto anche altre pattuglie sia dell'arma che della polizia di Stato".
CC UCCISO: ELDER VISITATO DA UN MEDICO IN CARCERE
(ANSA) - E' stato visitato da un medico ed è costantemente monitorato in carcere Finnegan Lee Elder, il cittadino californiano che ha ammesso di essere l'autore materiale delle 11 coltellate inferte al vicebrigadiere Mario Cerciello Rega. "Ho trovato il mio assistito sia psicologicamente che fisicamente più rinfrancato rispetto a sabato quando fatto udienza davanti a gip per convalida del fermo", afferma l'avvocato Francesco Codini lasciando il carcere di Regina Coeli.
CC UCCISO: DERUBATO DISSE,"AGGRESSORI CON ACCENTO AMERICANO"
(ANSA) - "Entrambi avevano un accento inglese, credo americano". Sarebbe la descrizione fornita agli investigatori da Sergio B., l'uomo derubato dello zaino, la notte dell'aggressione mortale al vice brigadiere Mario Cerciello Rega e contenuta nell'ordinanza in cui il gip di Roma ha confermato il carcere per i due californiani. "Il primo ragazzo aveva i capelli biondi, era alto circa 1,80 metri, indossava una camicia color crema a quadri e pantaloni jeans scuri - riferì l'uomo -. Mentre il secondo aveva i capelli mossi con delle meches di colore viola, alto circa 1,80 metri, aveva un tatuaggio sull'avambraccio destro di grosse dimensioni, indossava una maglietta di colore chiaro e jeans di colore scuro. Quest'ultimo ragazzo sembrava tipo intontito. Aggiungo che entrambi avevano un accento inglese, credo americano".
CC UCCISO: CERCIELLÒ URLÒ, 'FERMATI SIAMO CARABINIERI'
(ANSA) - "Fermati siamo carabinieri, basta". E' quanto avrebbe urlato il vice brigadiere Mario Cerciello Rega al giovane californiano durante l'aggressione mortale. A riferirlo il suo collega nell'annotazione sull'intervento contenuta nell'ordinanza di convalida del fermo dei due americani. "Il vice brigadiere Cerciello Rega, a breve distanza da me, - dice il collega - ingaggiava una colluttazione con l'altro giovane e ricordo di aver sentito le urla del mio collega che profferiva testuali parole: fermati siamo carabinieri, basta".
CC UCCISO: DERUBATO, PRIMA LE URLA POI ARRIVATE AUTO ARMA
(ANSA) - "Sceso dall'auto civetta notavo i militari allontanarsi lungo una strada adiacente perdendoli così vista. Dopo pochi minuti sentivo provenire delle urla da una strada limitrofa". E' la ricostruzione fornita da Sergio B., l'uomo derubato che fece scattare l'operazione sfociata nel ferimento mortale del vice brigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, contenuta nell'ordinanza con cui il gip di Roma ha confermato il carcere per i due cittadini americani. "Io rimanevo sempre vicino al mezzo - avrebbe aggiunto - in questi frangenti notavo sopraggiungere altre macchine dei carabinieri e un'autoambulanza. Dopo circa 15 minuti tornava uno dei carabinieri con cui ero arrivato e mi diceva di seguirlo. Venivo portato presso la stazione dei carabinieri di Roma Prati".