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Lunedì 3 febbraio, a più di 13 anni dal massacro dell’11 dicembre 2006, in Tribunale a Como si tornerà a parlare della strage di Erba. La Corte d’Assise dovrà infatti decidere sull’atto di opposizione della difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi contro il “no” della stessa Corte a nuove analisi su alcuni reperti mai esaminati. I coniugi responsabili del massacro e condannati in via definitiva potrebbero essere in aula.
Nel mese di aprile scorso, la Corte d’Assise ha bocciato la richiesta della difesa di nuove analisi. I legali di Olindo Romano e Rosa Bazzi, Fabio Schembri e Luisa Bordeaux si sono rivolti alla Cassazione, che ha richiamato in causa il Tribunale di Como. I giudici romani infatti hanno qualificato l’azione della difesa come un reclamo e hanno dunque indicato proprio la Corte d’Assise come collegio competente a decidere.
L’udienza è stata dunque fissata per il 3 febbraio prossimo alle 11.30 e sarà a porte chiuse. Saranno presenti i promotori del ricorso, quindi la difesa dei coniugi responsabili della strage e l’accusa, che sarà rappresentata da uno dei magistrati che nel 2006 hanno coordinato l’inchiesta sul massacro di Erba. Olindo Romano e Rosa Bazzi, come detto, hanno la possibilità di partecipare e potrebbero dunque tornare nella loro città. Al termine i giudici si riuniranno in camera di consiglio e dovranno poi depositare la loro decisione. Non ci sarà una lettura pubblica.
I reperti che la difesa chiede di analizzare sono alcuni campioni biologici conservati al Ris di Parma, e un telefono cellulare che era stato ritrovato in uno scatolone all’interno dell’ufficio corpi di reato del Tribunale di Como.
La difesa spera di poter arrivare a presentare un’istanza di revisione del processo che si è concluso con la condanna definitiva all’ergastolo dei responsabili dell’uccisione di Raffaella Castagna, del figlio Youssef, della mamma Paola Galli e della vicina Valeria Cherubini, oltre che del ferimento di Mario Frigerio, poi scomparso nel settembre del 2014.