iperopia poveri poverta

POVERA ITALIA – L’ISTAT TRACCIA UN QUADRO IMPIETOSO DEL NOSTRO PAESE: UNO STIPENDIO SU TRE È SOTTO I MILLE EURO. È AUMENTATA LA QUOTA DI LAVORO PRECARIO E SONO PEGGIORATE NEL COMPLESSO ANCHE LE CONDIZIONI DI LAVORO - DAL 2005 LA POVERTÀ ASSOLUTA È PIÙ CHE RADDOPPIATA: LE FAMIGLIE COINVOLTE SONO PASSATE DA POCO PIÙ DI 800 MILA A 1,96 MILIONI NEL 2021 - SUL FRONTE DEMOGRAFICO SI CONTANO 658 MILA PERSONE IN MENO, A CAUSA DEL CROLLO DEI MATRIMONI E DELLE NASCITE E…

P. Bar. per "La Stampa"

 

POVERTA' IN ITALIA

Per gli italiani, ci informa l'Istat, nelle ultime settimane la paura per il lavoro ha superato quella della guerra. Questo perché dopo due anni di pandemia, nonostante la ripresa importante dell'economia e consistenti interventi del governo a sostegno di famiglie e imprese, tutte le disuguaglianze (economiche, sociali, territoriali, intergenerazionali e di genere) sono diventate ancora più forti. E aver trascurato i problemi pregressi ha finito con l'esacerbare ancor di più le disuguaglianze strutturali del paese. Che in una fase di inflazione galoppane vedono aumentare la precarietà nel lavoro, calare il livello dei salari e di conseguenza aumentare il livello di povertà delle famiglie, nonostante l'argine del reddito di cittadinanza che ha «salvato» 1 milione di famiglie.

 

coronavirus e poverta' 7

Sul fronte demografico l'Istat conteggia 658 mila persone in meno, a causa del crollo dei matrimoni e delle nascite; sono cresciuti i giovani stranieri nati in Italia e - stima l'Istat - per effetto dello Ius scholae oggi potremmo contare 280 mila «nuovi italiani».

Adesso «la guerra in corso, con tutte le sue conseguenze economiche e sociali, rischia di indebolire il recupero economico del Paese e di accentuare al suo interno le disuguaglianze, già elevate» ha spiegato ieri il presidente del nostro istituto di statistica Gian Carlo Blangiardo illustrando la sua relazione annuale.

 

coronavirus e poverta' 9

Precarietà record Nel corso del 2021 il mercato del lavoro è tornato ai livelli del 2019, ma è cambiata in maniera significativa la sua composizione interna. In particolare è aumentata la quota di lavoro precario e sono peggiorate nel complesso anche le condizioni di lavoro. Il lavoro standard, dipendenti a tempo indeterminato e autonomi con dipendenti, entrambi con orario a tempo pieno, è calato verticalmente al 59,5% del totale degli occupati. I lavoratori indipendenti sono progressivamente diminuiti - da quasi un terzo degli occupati all'inizio degli anni '90 a poco più di un quinto nel 2021 (circa 4,9 milioni). Di contro i lavoratori dipendenti a tempo determinato sono raddoppiati toccando quota 2,9 milioni. Negli anni è progressivamente aumentata la quota di occupazioni di breve durata: sempre nel 2021, quasi la metà dei dipendenti a termine ha un lavoro di durata pari o inferiore a 6 mesi. L'occupazione a tempo parziale è invece passata dall'11% al 18,6%. E nel 60,9% dei casi (il doppio della media Ue) questo part-time è involontario.

SOLDI POVERTA

 

Quasi 5 milioni di occupati (il 21,7% del totale) sono classificati così come lavoratori «non-standard», cioè a tempo determinato, collaboratori o in part-time involontario. Tra questi, 816 mila sono sia a tempo determinato o collaboratori sia in part-time involontario. Si tratta per lo più di under 35, lavoratori stranieri, donne, occupati con licenza media, residenti nel Mezzogiorno e sono concentrati nel settore degli alloggi e ristorazione e in agricoltura (4 su 10), nel settore dei servizi alle famiglie (48,5%), in quello dei servizi collettivi e alle persone (31,9%) e in quello dell'istruzione (28,4%).

nuove povertà

 

Salari diseguali Il risultato è che circa 4 milioni di dipendenti del settore privato - il 29,5% del totale - percepiscono una retribuzione teorica lorda annua inferiore a 12 mila euro (sono quindi classificati a bassa retribuzione annua) mentre per circa 1,3 milioni di dipendenti - il 9,4% del totale - la retribuzione oraria è inferiore a 8,41 euro l'ora (sono a bassa retribuzione oraria). Tra questi, quasi 1 milione percepiscono meno di 12 mila euro l'anno e meno di 8,41 euro l'ora.

nuove povertà

 

Per tutti ora, in assenza di rinnovo dei contratti, a fronte di un aumento del 6,4% dell'indice armonizzato dei prezzi al consumo il rischio è quello di assistere ad una importante diminuzione delle retribuzioni in termini reali. Che, a fine 2022, tornerebbero addirittura sotto i valori del 2009.

 

L'emergenza famiglie Dal 2005 la povertà assoluta è più che raddoppiata: le famiglie coinvolte sono passate da poco più di 800 mila a 1,96 milioni nel 2021 (il 7,5% del totale) arrivando a interessare 5,6 milioni individui (9,4%). L'incidenza è diminuita tra gli anziani soli, si è stabilizzata tra le coppie di anziani, è fortemente cresciuta tra le coppie con figli, tra i monogenitori e tra le famiglie con due o più nuclei o con membri aggregati.

 

mensa caritas

E meno male, rileva l'Istat, che le misure di sostegno economico erogate nel 2020 hanno evitato a 1 milione di individui (circa 500 mila famiglie) di trovarsi in condizione di povertà assoluta e ridotto di 10 punti l'intensità stessa della povertà. Magra consolazione perché adesso queste famiglie sono alle prese con una inflazione che per loro a marzo era già al 9,4%, 2,6 punti sopra la media nazionale.

povertàpovertàpovertàpovertàpovertànuove povertà

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…