Mauro Zanon per “Libero quotidiano”
Al posto della guglia di Viollet-le-Duc, distrutta durante l'incendio che ha colpito la cattedrale gotica di Notre-Dame de Paris il 15 aprile 2019, una guglia a forma di pene in erezione.
È questo il progetto che Brigitte Macron, la première dame di Francia, avrebbe presentato all'ex ministra della Cultura, Roselyne Bachelot. A raccontare il succoso aneddoto è stata la stessa Bachelot nel libro "682 jours" (Plon), uscito ieri in Francia e consacrato ai due anni da lei trascorsi a rue de Valois, sede del ministero della Cultura (da luglio 2020 a maggio 2022).
Il testo della Bachelot è ricco di storie intriganti sulla macronia, sui vizi e i vezzi dei ministri con cui ha lavorato, ma l'episodio che coinvolge la moglie dell'inquilino dell'Eliseo è sicuramente il più saporito.
ROSELYNE BACHELOT EMMANUEL MACRON
«Non mi sono dimenticata della prima riunione della Commissione nazionale dell'architettura e del patrimonio durante la quale affermo, fin dal 9 luglio, che la guglia deve essere ricostruita identica a com' era prima per rispettare la Carta di Venezia», scrive l'ex ministra della Cultura di Macron nel suo libro.
Ma mentre la Bachelot difende con ostinazione il rispetto ossequioso della Carta di Venezia, testo sacro perla conservazione e il restauro del patrimonio monumentale, all'Eliseo il presidente della Repubblica, e soprattutto la sua Signora, hanno altre ambizioni: sognano, parole testuali, «un gesto architettonico moderno».
All'epoca, Macron e il suo entourage sono infastiditi dal carattere indomito della Bachelot, e la accusano di fare tutto di testa propria, senza dialogare con i piani alti. Ma l'ex ministra della Cultura resiste: anzi, rivendica la sua autonomia.
«Non mi pento di quella insubordinazione», dice oggi. Soprattutto quando, pranzando con Brigitte Macron, si è vista presentare un progetto, per il rifacimento della guglia, «che culminava con una sorta di sesso in erezione, con alla base delle palle dorate».
Sì, avete letto bene: al posto della guglia simbolo di Notre-Dame, il «gesto architettonico moderno» sognato dalla première dame era una guglia a forma di pene.
La Bachelot manifestò la sua contrarietà a quel progetto e si oppose anche all'ipotesi di sperimentazioni moderniste all'interno della cattedrale. Il rischio per i parigini e per i turisti di ritrovarsi alla fine dei lavori di fronte a una guglia diversa da quella di Viollet-le-Duc è stato molto alto, ma alla fine è la linea Bachelot ad averla spuntata.
Lo scorso settembre, sono iniziati i lavori di ricostruzione della guglia, e tre giorni fa, a Libération, il responsabile del cantiere Philippe Villeneuve ha dichiarato: «Ritroveremo Notre-Dame de Paris così come l'ha lasciata Viollet-le-Duc».
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