Fulvio Fiano per www.corriere.it
Si chiama Giandavide De Pau è romano e ha 51 anni l’uomo in stato di fermo per l’omicidio delle tre prostituite giovedì a Prati. Ha precedenti per droga, armi, violenza sessuale, lesioni, ricettazione, violazione di domicilio e due ricoveri psichiatrici, ma il suo non è un curriculum banale per un altro motivo, tanto che in queste ore viene incrociato con i dati investigativi che sono emersi per trovare una spiegazione al suo gesto.
De Pau è un nome noto all’interno del clan di Michele «Senese o’pazz» (soprannome che gli deriva dai falsi certificati di infermità mentale con i quali era evaso anni fa) , il boss di camorra arrivato a Roma come emissario della potente famiglia Moccia oltre 20 anni fa e diventato nel tempo una delle figure più ascoltate e decisive nelle dinamiche criminali della capitale.
L’ascesa di Fabrizio Piscitelli «Diabolik», stroncata dall’agguato in cui venne ucciso, è avvenuta cercando di imitarne i passi. Ndrangheta e clan locali, dagli Spada ai Casamonica hanno sempre avuto affari con lui. In questo scenario, De Pau è storicamente stato uno dei più fidati collaboratori di Senese (che sta scontando una condanna all’ergastolo), tanto da arrivare ad essere l’autista personale e factotum del boss e coinvolto in prima persona nel narcotraffico, smistando partite di stupefacenti nell’intero quadrante sud-est di Roma, territorio del clan, dal Tiburtino a San Basilio fino a Tivoli.
Gli agenti della mobile e dello Sco della polizia lo hanno rintracciato a Primavalle a casa dei familiari dove si era rifugiato. Il triplice omicidio non sarebbe legato a questioni di malavita ma da ricondurre più a una iniziativa personale forse sotto l’effetto di droghe. L’uomo era ancora in stato confusionale.
fabrizio piscitelli diabolik 10
Nel 2008 e nel 2011 è stato ricoverato presso l’ospedale psichiatrico di Montelupo Fiorentino e anche su questo sono in corso verifiche, dato il precedente di Senese e quanto emerso recentemente sul traffico di falsi certificati tra i capi della mala capitolina. In ogni caso è difficile immaginare che il clan commissioni tre omicidi in centro a Roma per questioni di racket della prostituzione o per accordi non rispettati e da questo punto di vista, anzi, i delitti sarebbero stati «condannati» anche negli ambienti criminali per l’attenzione delle forze dell’ordine che inevitabilmente hanno richiamato.
A De Pau si è risaliti anche incrociando le immagini delle tante videocamere di sicurezza con la banca dati video in possesso delle forze dell’ordine. Il 50enne compare infatti anche in uno dei video più significativi realizzati dai carabinieri del nucleo investigativo nell’indagine Mondo di Mezzo.
Un documento rilevante in cui si vedono Massimo Carminati e Michele Senese discutere tra loro. È il 30 aprile 2013 al bar tavola calda La piazzetta, dietro Corso Francia a Roma. Senese arriva sul posto accompagnato da Giandavide De Pau, che gli fa da guardaspalle, presumibilmente armato. Ancora De Pau incontra Carminati presso il famigerato distributore di Corso Francia, dove il cecato aveva il suo quartier generale. Arriva in Vespa e per un’ora resta a colloquio con lui e successivamente con il suo guardaspalle Matteo Calvio in attesa del ritorno dell’ex Nar.
IL CASO DEL SERIAL KILLER DI PRATI A ROMA
Di nuovo viene fotografato con lui al Bar Malù e poi alla tavola calda La Piazzetta nei giorni successivi all’arresto di Senese nel 2013. In una delle ordinanze a carico del clan Senese emerge un altro episodio, il tentato omicidio di due ragazzi di Acilia, responsabili di non aver saldato il pagamento di 11mila euro derivanti dall’acquisto di stupefacente ricevuto da De Pau.
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Il 50enne, inoltre, avrebbe commissionato in prima persona la punizione di un soggetto che era debitore nei suoi confronti di 2.700 euro, debito probabilmente contratto a seguito dell’acquisto di narcotico. La notte del 25 novembre 2015, nel quartiere Primavalle, il debitore veniva colpito alla parte inferiore del corpo, da quattro colpi d’arma da fuoco, esplosi da tre malviventi inviati dal De Pau. Le indagini dei carabinieri di via In Selci hanno fatto emergere le attività criminali di un altro soggetto consorziato al Cartello Senese, Maurizio Monterisi. L’uomo dirigeva e organizzava un’associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti nel quartiere di Tor Bella Monaca.