Nando Pagnoncelli per corriere.it
MATTEO SALVINI CON LA MASCHERINA
Il consueto scenario politico di fine mese fa segnare due aspetti importanti rispetto a maggio: la significativa riduzione della distanza tra i primi tre partiti (Lega, Pd e FdI) e la forte crescita di consenso per il governo e il presidente Draghi. Ultimamente i sondaggi registrano una volatilità negli orientamenti di voto: nelle rilevazioni settimanali eseguite nel mese di giugno l’avvicinamento delle prime tre forze politiche ha determinato cambiamenti nella graduatoria che hanno destato sorpresa e suscitato molte polemiche.
Mi sia consentita una breve osservazione metodologica: la nota riportata a corredo del sondaggio non è un orpello, ma aiuta a comprendere le modalità con cui vengono raccolte le informazioni ed elaborate le stime; quelle pubblicate in questa rubrica alla fine di ogni mese sono basate su 1.000 interviste che, con opportuni criteri di ponderazione, vengono elaborate insieme alle 5.000 interviste realizzate nelle quattro settimane precedenti.
matteo salvini fa casino con la mascherina 1
Questo procedimento consente di dare più stabilità alle stime. Viceversa, in quelle elaborate settimanalmente, tenuto conto che gli intervistati che indicano un orientamento di voto rappresentano circa il 60%, se nel campione sono presenti 3 elettori in più o in meno per un partito rispetto alla settimana precedente, quest’ultimo aumenterà o diminuirà dello 0,5% e la variazione si collocherà all’interno del margine di errore campionario. Inoltre, il sondaggio è una fotografia, non una previsione.
Detto questo, le stime odierne fanno registrare una differenza di 0,7% tra i primi tre partiti: la Lega con il 20,1% precede il Pd (19,7%) e FdI (19,4%). Il partito di Salvini è stimato in calo di oltre 2 punti rispetto a maggio e tocca il punto più basso dall’inizio della legislatura, ma effettua il controsorpasso sul Pd rispetto al sondaggio di due settimane fa, con buona pace di coloro che avevano gridato allo scandalo. A seguire si collocano il M5S (16,5%) e FI (7,9%). Nelle retrovie le variazioni risultano di pochi decimali e l’area del non voto e dell’indecisione si mantiene al di sopra del 40%. I tre partiti di centrodestra nell’insieme mantengono un consistente vantaggio sul centrosinistra (47,4% a 31,2%) nonché sull’ex maggioranza giallorossa (con l’esclusione di Italia viva) che si attesterebbe al 39,9%.
Passando al gradimento degli esponenti politici, si conferma il primo posto di Giuseppe Conte (indice 49, in calo di 2 punti) che precede Giorgia Meloni (40, in aumento di 3) e Roberto Speranza (stabile a 38). Il progressivo avvicinamento dell’ex premier alla guida del M5S determina l’effetto contrapposto di una flessione del suo apprezzamento personale (dal profilo istituzionale assume quello di capo di una forza politica) e del contemporaneo un aumento del consenso per il M5S. Indubbiamente le tensioni tra Conte e Grillo di questi giorni potrebbero avere riflessi sulla popolarità di entrambi. Giorgia Meloni beneficia della scelta di fare un’opposizione non aggressiva ma dialogante, basti pensare al recente cordiale incontro con il presidente Draghi. Speranza viene apprezzato più in qualità di ministro della Salute che di leader di Art.1.
Nel sondaggio odierno abbiamo rilevato il gradimento anche dei ministri «politici», conosciuti da almeno la metà degli italiani: Franceschini (indice 32) e Giorgetti (31) risultano i più apprezzati. Infine, le valutazioni sull’esecutivo e il premier che fanno segnare valori ancor più elevati rispetto a quelli registrati all’insediamento, quando solitamente si ottiene il consenso maggiore: oggi l’indice di gradimento dell’operato del governo si attesta a 69 e quello del presidente Draghi sale a 71, entrambi in crescita di 5 rispetto a maggio.
giorgia meloni dopo l'incontro con draghi 2
Oltre a un clima sociale più positivo, a seguito del procedere della campagna vaccinale, della riapertura della maggior parte delle attività, della situazione economica più positiva rispetto alle previsioni iniziali e delle aspettative suscitate dal Pnrr, vale la pena sottolineare due aspetti che determinano la crescita del consenso: il primo riguarda il riconoscimento internazionale dell’autorevolezza del premier che si riverbera sull’immagine del nostro Paese; il secondo fa riferimento allo stile comunicativo del presidente Draghi: è uno stile essenziale, asciutto ma autorevole, molto chiaro e diretto anche su temi che non riguardano direttamente l’attività del governo, come è avvenuto in settimana con l’intervento in Senato sul disegno di legge Zan in risposta alla nota verbale del Vaticano.
ENRICO LETTA VOTA ALLE PRIMARIE PER ROMA 1