Massimiliano Rambaldi per www.lastampa.it
Daspo urbano alle prostitute sulla strada. Lo ha deciso il Comune di Villastellone, con voto unanime del Consiglio comunale mercoledì sera. Il provvedimento resterà come arma generale per allontanare chiunque sia responsabile di comportamenti inappropriati sul territorio comunale. Le prime ad essere nel mirino però sono coloro che praticano sesso a pagamento sulle provinciali della zona.
Strade da tempo assediate dal fenomeno, che però ha conosciuto un importante incremento con l'arrivo dell’estate, spiegano in Comune dopo la decisione. La legge del daspo urbano autorizza i Comuni a modificare le dinamiche di sicurezza sul territorio, a fronte di condotte moleste che pregiudichino il decoro urbano. Pochi giorni fa erano stati i carabinieri di Moncalieri ad attuare il daspo nei confronti di due uomini di origine romena, pizzicati ad urinare alla fermata del 35 in piazza Bengasi.
La normativa prevede tre step: alla prima segnalazione, i vigili o i carabinieri sanzionano con una multa dai 100 ai 300 euro e con l'allontanamento per 48 ore dal Comune. In caso di recidiva, la questura dispone al soggetto il divieto di accesso sul territorio comunale per un anno, due se ha già riportato condanne. Se la persona viola ancora il provvedimento, scatta l’arresto fino a un anno.
«In passato - spiega il vicesindaco con delega alla sicurezza, Domenico Ristaino -, le periodiche retate effettuate dalle forze dell’ordine finivano in un nulla di fatto, a fronte della dichiarazione delle ragazze di non essere sfruttate ma di lavorare liberamente. L’idea di adottare il daspo urbano ci è stata suggerita dai carabinieri. È stato studiato e adattato dal comandante della Polizia Locale che ha predisposto le modifiche al regolamento, approvate all’unanimità. Ci stanno già arrivando le richieste da altri Comuni per studiare provvedimenti analoghi».
E poi sottolinea: «La norma non parla esplicitamente di prostituzione, ma più genericamente di condotte moleste e minaccia al decoro urbano, in cui queste ricadono ampiamente. Non si punisce quindi la persona, ma i comportamenti».