Guido Olimpio per “Il Corriere della Sera”
Piloti da caccia con «grilletto facile» e ordini folli. Paesi che non vogliono intrusi nel proprio spazio aereo. Manovre errate di comandanti. Rotte pericolose in cieli non amici. Il caso avverso. Spiegazioni diverse per tragedie che forse potevano essere evitate. La storia dell’aviazione civile è segnata da tanti episodi, dove un velivolo pieno di passeggeri è stato abbattuto. In alcuni casi le responsabilità sono state chiare, o quasi, in altre le zone d’ombra hanno prevalso, avvolgendo i fatti di quella che chiamano «la nebbia di guerra», anche se la vittima, spesso, non era coinvolta.
Altro aspetto è che nessuno è immune da responsabilità. Potenze piccole e grandi si sono macchiate di stragi di civili inermi, la cui unica colpa era aver preso un aereo. Senza trascurare quegli attentati dove i terroristi hanno preso di mira il trasporto aeronautico con bombe sofisticate nascoste in una valigia o usando i «manpad», sistemi missilistici portatili, un’arma oggi molto diffusa sul mercato nero grazie al saccheggio degli arsenali dei regimi arabi, dalla Libia alla Siria.
I resti dellaereo dellItavia inabissatosi nei mari di Ustica
27 luglio 1955. Un Constellation della El Al con una cinquantina di persone a bordo è traforato di proiettili da un paio di Mig bulgari. Precipita, nessun superstite. Seguono polemiche, teorie, anche se non vi sono dubbi sulla colpa dei militari di Sofia che hanno aperto il fuoco sul velivolo che aveva deviato dal proprio percorso.
Quasi vent’anni dopo saranno gli israeliani a compiere l’errore. Il 21 febbraio 1973 un Boeing libico entra in un settore del Sinai allora controllato dallo stato ebraico. Un cambiamento dovuto ad una tempesta di sabbia e aggravato, si disse, da problemi agli strumenti. Israele manda una coppia di caccia che, dopo aver intimato al pilota di cambiare rotta, lo attaccano. Moriranno oltre 100 passeggeri.
Neppure i russi mostrano prudenza. Il confine è sacro, vale più di ogni cosa. E per due volte prendono di mira aerei sudcoreani. Aprile 1978: caccia Sukhoi intercettano il volo Kal 902 vicino a Murmansk e sparano. Due persone restano uccise, ma il jet esce quasi indenne dopo un drammatico atterraggio d’emergenza. Non hanno la stessa fortuna coloro che sono a bordo del Kal 007 sorpreso da un aereo militare russo vicino all’isola di Sakhalin, nell’Estremo Oriente russo il 1 settembre 1983.
Terrificante il bilancio: 269 uccisi. Le fasi dell’attacco sono documentate dalle registrazioni audio. Un evento seguito da polemiche aspre e sospetti. C’è chi ipotizza una provocazione contro la Russia e chi parla del tentativo del pilota di risparmiare carburante «tagliando» la rotta originale. In realtà la strage è da imputare alla linea adottata da Mosca e ad una probabile avaria che ha portato il jet nel posto sbagliato.
Traiettorie che s’incrociano cambiando il destino di tanti. Tra questi le 81 povere anime che viaggiavano a bordo del Dc 9 Itavia la sera del 27 giugno 1980. La loro fine resta un mistero, anche se ormai vi sono molto indizi. L’aereo cade nel mare di Ustica dopo essere stato coinvolto in una battaglia aerea. Lo hanno tirato giù i francesi? Gli americani? Gli israeliani? O chi altro? Tanti anche gli scenari sul vero bersaglio: un piccolo executive con a bordo Muammar Gheddafi, un cargo con l’uranio destinato a Saddam, un Mig libico.
Più chiara ma non per questo meno drammatica la vicenda dell’Airbus iraniano il 3 luglio 1988. In volo da Bandar Abbas a Dubai, nel Golfo Persico, con a bordo 290 persone, finisce nel radar dell’incrociatore americano Vincennes. I marinai lo scambiano per un Phantom, temono forse un’azione kamikaze o un attacco. Scatta l’allarme. Pochi istanti dopo dalla nave parte un missile che provoca la distruzione dell’aereo.
LA LIBIA E RESPONSABILE DELLATTENTATO CHE CAUSA LA STRAGE DI LOCKERBIE
Non ci sono superstiti. L’errore dell’equipaggio renderà ancora più feroci i rapporti tra i due nemici in un momento internazionale rovente. E quando, nel dicembre di quell’anno, un jumbo Pan Am esploderà nel cielo di Lockerbie non si escluderà che si tratti della vendetta iraniana. Le successive indagini, piene di buchi, porteranno invece ad accusare il solito Gheddafi. Non ci sono dubbi neppure per il Tupolev 154 della Siberian Airlines in servizio da Tel Aviv a Novosibirsk distrutto il 4 ottobre 2001 da un Sa 200 lanciato dalla difesa ucraina durante un’esercitazione nella penisola di Crimea. Il governo locale si scuserà con molto ritardo.
al megrahi attentatore di lockerbie
Punti geografici che ritornano insieme alla sigla della Malaysia Airlines. Come dimenticare l’MH370 scomparso dall’ormai lontano 8 marzo mentre si dirigeva verso Pechino. Lo hanno cercato per mesi senza trovare la minima traccia. Una sparizione che inevitabilmente ha portato a considerare qualsiasi ipotesi. Compresa quella del missile.