BYE BYE “BIBI” – IL GOVERNO AMERICANO SCARICA ANCORA NETANYAHU: “NON STA FACENDO ABBASTANZA PER RAGGIUNGERE UN ACCORDO”. BIDEN HA PRESENTATO AL PREMIER ISRAELIANO UN ULTIMATUM DA “PRENDERE O LASCIARE”: “SE FALLISCE IL NEGOZIATO GLI USA FARANNO UN PASSO INDIETRO” – LA PRESSIONE SUL PREMIER E LE MANIFESTAZIONI OCEANICHE CONTRO IL GOVERNO DOPO LA MORTE DEI SEI OSTAGGI ISRAELIANI
BIDEN, 'PARLARE CON NETANYAHU? PRIMA O POI'
(ANSA) - "Prima o poi": il presidente americano Joe Biden ha risposto così a chi gli chiedeva se prevedesse di parlare con il premier israeliano Benjamin Netanyahu.
L'ULTIMATUM DI BIDEN A ISRAELE "INTESA O PASSO INDIETRO DEGLI USA"
Estratto dell’articolo di Alberto Simoni per “La Stampa”
Botta e risposta fra Biden e Netanyahu. Il presidente Usa prima di infilarsi nella Situation Room […] per avere un aggiornamento sulla crisi in Medio Oriente, punta il dito contro il premier israeliano esprimendo un secco "no" in risposta a una domanda dei reporter nel South Lawn della Casa Bianca se Israele sta facendo abbastanza per garantire un accordo per il rilascio degli ostaggi ancora nella Striscia di Gaza.
proteste contro netanyahu a tel aviv
Poche ore dopo il leader del Likud risponde indirettamente alla lamentela Usa dicendo che «le pressioni internazionali dovrebbero essere poste più su Hamas che su Israele». Netanyahu pone la condizione del controllo del Corridoio Filadelfia per qualsiasi soluzione negoziale e ribadisce la sua visione sulla fine della guerra: «Quando Hamas non controllerà la Striscia». Quindi nessun ritiro in programma. Nel frattempo «Israele non accetterà il massacro di sei ostaggi, Hamas pagherà un pesante prezzo» per quello che ha fatto.
proteste contro netanyahu a tel aviv
Era stato più diretto il suo ufficio qualche ora prima nel rispondere ai dubbi di Biden definendo «sconvolgenti» le sue affermazioni poiché - la linea di Gerusalemme - farebbe più pressioni su Netanyahu per un accordo invece che sulle milizie palestinesi. […]
[…] Lo scontro fra Joe e Netanyahu resta tuttavia sotto la soglia di sicurezza, più volte in passato i toni nei colloqui privati si erano surriscaldati. Ieri sono prevalsi i "non-detto".
proteste contro netanyahu a tel aviv.
Washington vuole fare pressioni su Israele affinché si arrivi finalmente a chiudere un accordo attorno alla liberazione degli ostaggi e al cessate il fuoco, ma confida che quanto accaduto ieri a Tel Aviv con migliaia di persone in piazza contro quello che è definito l'ostracismo del premier per un'intesa, possa avere un effetto.
Il vertice - cui c'erano il segretario di Stato Antony Blinken e il capo della Cia William Burns - è stato convocato dopo l'uccisione da parte di Hamas di 6 ostaggi fra cui il 23enne israelo-americano Hersh Goldberg-Polin. Nella Situation Room c'era anche Kamala Harris insieme al suo consigliere più stretto Phil Gordon.
I vertici Usa hanno discusso dei passi successivi per assicurare il rilascio degli ostaggi e riaffermato - si legge nella nota diffusa dalla Casa Bianca - «l'importanza di ritenere Hamas responsabile». Per gli americani resta fondamentale mantenere i canali di dialogo aperti, i negoziati sono finiti senza un'intesa ma un funzionario dell'Amministrazione ha spiegato i contatti continuano tramite canali alternativi. Per questo dopo la riunione, Jake Sullivan, consigliere per la Sicurezza nazionale, ha parlato con l'omologo israeliano Ron Dermer e con il ministro degli Esteri del Qatar Al Thani.
proteste contro netanyahu a tel aviv.
Nonostante l'uccisione da parte di Hamas di sei ostaggi, Biden ritiene che «siamo molto vicini a un accordo» e che «siamo ancora nel mezzo dei negoziati», e starebbe pensando - è la rivelazione del Washington Post - di presentare una proposta definitiva all'insegna del "prendere o lasciare". Una sorta di ultimatum che prevederebbe in caso di fallimento il passo indietro degli Stati Uniti nelle mediazioni.
Lo scenario negoziale si è complicato dopo le tragiche notizie del weekend, anche se al Consiglio per la Sicurezza nazionale Usa si evidenzia che il processo «non è morto», ma «sono state aggiunte delle complessità».
PROTESTE CONTRO NETANYAHU A TEL AVIV
Dieci giorni fa, a margine della Convention democratica di Chicago, Biden aveva parlato di accordo a un passo. Aveva, insieme a Kamala Harris, sentito Netanyahu per rafforzare la posizione. Molti dettagli erano stati chiusi, ma ora alcuni dovranno essere rivisti. Fra questi l'elenco degli ostaggi da liberare. Nella lista, infatti, comparivano i nomi di tre dei sei rapiti uccisi da Hamas fra cui quello di Goldberg-Polin.
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