francesco bellomo matteo salvini

CI VUOLE UN MAGISTRATO DESTITUITO PER SVELARE LE VERITÀ SUI MAGISTRATI - BELLOMO, A PROCESSO PER IL SUO METODO PORCELLONE, SCRIVE PER ''LIBERO'' UN DOTTO ARTICOLO IN CUI SPIEGA COME PRENDONO LE DECISIONI I GIUDICI. IL TUTTO PER SPIEGARE COSA SUCCEDERÀ A SALVINI, CHE DOMANI SARÀ IN UDIENZA A CATANIA PER IL CASO GREGORETTI. ''LA NEUTRALITÀ È UNO STATO DELL' INTELLETTO DIFFICILE DA RAGGIUNGERE. L'INCESSANTE PRESSIONE MEDIATICA ALIMENTATA DALLA POLITICA CAVALCA IL DESIDERIO DI SANGUE DELLA PIAZZA. DUNQUE…''

 

Francesco Bellomo per “Libero quotidiano

FRANCESCO BELLOMO

 

Domani a Catania si apre l' udienza preliminare che vede Salvini imputato per il caso della nave Gregoretti. Ancorché da tutti ricondotto al tema dei rapporti tra politica e magistratura, questo processo presenta un significativo elemento di diversità.

Per comprenderlo occorre muovere da una classificazione della tipologia di reati che il politico, come ogni persona, può commettere: reati tecnici (corruzione, abuso d' ufficio, falso, riciclaggio, ecc.) e reati naturalistici (omicidio, furto, rapina, violenza sessuale, ecc.).

 

I primi sono di gran lunga i più diffusi tra i politici, poiché presuppongono la titolarità o il contatto con cariche pubbliche e sono mossi da finalità di arricchimento. Per loro natura sono figure di delitto abbastanza elastiche, quindi una certa sproporzione tra numero di processi e numero di condanne è fisiologica. I reati naturalistici, in cui la componente materiale è predominante, sono governati da leggi scientifiche, dunque meno esposti alla discrezionalità dell' interprete. Non sempre, però, la pratica corrisponde alla teoria, specialmente quando la materia è culturalmente sensibile: in tali casi accade di frequente che l' ipotesi accusatoria sia costruita convertendo un (personale) giudizio di disvalore etico o sociale in un reato.

 

L' accusa mossa a Salvini è un singolare ibrido tra queste due categorie: un reato naturalistico (sequestro di persona) contestato sulla base dell' esercizio di un potere tecnico-giuridico (quello derivante dalla carica di Ministro dell' interno). In questa anomalia si compendia un problema che va ben al di là della dialettica tra politica e magistratura ed assume una valenza quasi epistemologica: possono le decisioni di un giudice (e, ancor prima, le indagini di un pubblico ministero) essere influenzate da fattori estranei alle leggi che è chiamato ad applicare? Per chi abbia sufficiente conoscenza della materia la risposta è pacifica: sì. Il tema dei condizionamenti al giudizio normativo - passioni, emozioni, pregiudizi, ideologie, interessi - è vasto come la letteratura che se ne occupa.

caso gregoretti voto su autorizzazione a procedere nei confronti di matteo salvini 7

 

CAMERA DI CONSIGLIO

Provo a spiegarlo citando nuovamente l' aneddoto raccontato da Corrado Carnevale, a lungo presidente della I sezione penale della Corte di cassazione e destinato a diventarne primo presidente, fino a quando fu travolto dall' ondata mediatico-giudiziaria, per la sua fama di "ammazzasentenze" nei processi di mafia: «Il pubblico ministero si era limitato a chiedere la condanna precisando l' importo della multa, la difesa non aveva affrontato nessun argomento.

 

Quando fummo in camera di consiglio, i componenti del collegio s' impegnarono in una dotta dissertazione sul trattamento pensionistico dei magistrati europei. Dopo che furono arrivati alla conclusione che, naturalmente, il peggiore trattamento pensionistico era quello dei magistrati italiani, il presidente si rivolse al collega cui spettava di redigere la motivazione della sentenza e chiese: Quantu ci damu? (la discussione si svolgeva in dialetto siciliano, cosa che non mi dispiaceva affatto). Che pena gli diamo?

 

francesco bellomo 6

Scusate un momento, obiettai io: la derubata non ha riconosciuto l' accusato, testimoni non ce ne sono, la somma sottratta non si è trovata nella sua disponibilità. In base a quali elementi questo signore dovrebbe essere condannato? La domanda mi pareva legittima. Ma il presidente mi rispose: "Tu sei un sofista". Sarò pure un sofista, ma almeno spiegatemi, perché vorrei capire. E lui: "Ma tu lo sai chi è l' imputato? È un barbiere. E lo sai quand' è avvenuto il furto? Era un lunedì". Allora capii dove volessero andare a parare. E soltanto perché era barbiere, quel poveretto si beccò sei mesi di reclusione. Da allora mi sono sempre trovato a disagio nell' ambiente».

 

Quotidianamente, nelle aule di giustizia, vengono fatti ragionamenti di questo tipo (magari un po' più raffinati), che inevitabilmente conducono al più grave dei difetti possibili per una decisione giudiziaria: l' inversione logica. La decisione precede l' argomentazione. Fortunatamente, per quanto diffuso, questo modo di operare raramente porta a danni reali, perché i procedimenti intuitivi (che a volte sarebbe più corretto chiamare istintivi) spesso conducono allo stesso risultato che si sarebbe ottenuto ragionando in termini formali.

caso gregoretti voto su autorizzazione a procedere nei confronti di matteo salvini 4

 

E va pur detto che, tra tutti i corpi dello Stato, la magistratura è quello mediamente più preparato, aduso sin dai primi studi a sviluppare le doti della conoscenza e della tecnica. Ma la neutralità, l' immunità da pregiudizi morali, la capacità di orientarsi in base alla logica e non ai sentimenti, sono uno stato dell' intelletto difficile da raggiungere. Né giova a tale obiettivo l' incessante pressione mediatica sui casi giudiziari di maggiore rilievo, spesso alimentata proprio dalla politica, che, a sinistra come a destra, cavalca il desiderio di sangue della piazza, immolando lo Stato di diritto (e, prima di esso, la Ragione) sull' altare del consenso.

 

L' uso della retorica e l' appello all' emotività sono il contrario della giustizia. Anche Salvini dovrebbe rammentarlo. Ma in questo caso, forse, gli si può concedere una giustificazione: legittima difesa.

caso gregoretti voto su autorizzazione a procedere nei confronti di matteo salvini 11

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...