Pasquale Napolitano per “il Giornale”
lucia azzolina nel suo vecchio ufficio
Il rientro nei saloni di Montecitorio e Palazzo Madama per gli ex ministri grillini (o ministri trombati) è un incubo: Spadafora, Bonafede, Azzolina vagano soli e desolati per i corridoi, lunghissimi e silenziosi (causa Covid), della Camera dei deputati. Pensano e ripensano alla vita che fu. Da ministri: staff, auto blu, agenda fittissima di appuntamenti, telefoni bollenti, briefing, stanze spaziose in residenze storiche. Bei tempi.
La nuova vita da semplici onorevoli, dopo l'ebbrezza dei due governi Conte, è un risveglio amaro. Capitolo stanze: il più doloroso. Gli ex ministri grillini, rientrati a Montecitorio (o Palazzo Madama) da deputati (o senatori), non hanno diritto a un ufficio singolo, personale.
vincenzo spadafora foto di bacco
Alla Camera, i deputati di un gruppo condividono con i colleghi personale e uffici nel palazzo di Vicolo Valdina, a pochi passi da Montecitorio. Solo i capigruppo, presidenti di commissione e componenti dell'ufficio di presidenza (Camera o Senato) hanno diritto a un trattamento di privilegio: uffici personali, staff e fondi. Gli altri deputati, come Bonafede, Spadafora, Azzolina, devono condividere le stanze con i colleghi.
alfonso bonafede e lucia azzolina
Un bel guaio: il M5s ha 165 parlamentari. Ipotecare una stanza per un incontro riservato è come vincere un terno al lotto. Un problema grosso per gli ex ministri che negli ultimi tre anni hanno frequentato i piani alti della politica italiana.
Gli ex ministri del M5s, rientrati oggi a Montecitorio nella veste di deputati semplici, sono tre: Vincenzo Spadafora, ex ministro dello Sport, Lucia Azzolina, ex ministro della Pubblica Istruzione, e Alfonso Bonafede, ex ministro della Giustizia.
C'è poi Riccardo Fraccaro: non era ministro ma sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Aveva un ufficio a Palazzo Chigi, accanto alle stanze dell'ex premier Giuseppe Conte. Valeva più di un ministro. Con l'arrivo di Mario Draghi è rientrato da soldato semplice a Montecitorio.
Al Senato fa il proprio viaggio di ritorno l'ex ministro del Lavoro Nunzia Catalfo. Cambia poco: niente stanze personali, dove incontrare cittadini e continuare l'attività politica. Stop ad auto dello Stato. Ma solo uffici in condivisione con i colleghi.
Gli ex ministri non si rassegnano. Non vogliono stare sullo stesso piano dei parlamentari. Spadafora, Azzolina, Bonafede stanno tempestando di richieste il capogruppo alla Camera Davide Crippa per chiedere di riassegnare le stanze del gruppo grillino. Tenendo in considerazione un principio: il passato da ex ministro. Follia.
Il capogruppo sta provando a tirare fuori un paio di stanze per gli ex ministri. Scatenando però la rivolta degli altri parlamentari. Il primo a spuntarla dovrebbe essere l'ex sottosegretario Fraccaro. Un deputato che è anche Questore della Camera o presidente di commissione possiede tre stanze per ufficio personale e segreteria. Tanta invidia.
Secondo capitolo, altro trauma: lo staff. Da ministri, Spadafora, Bonafede, Azzolina, Fraccaro avevano addetti stampa personali (almeno due), segretaria personale e social media. Da parlamentare semplice, budget del gruppo permettendo, al massimo possono arruolare due assistenti. Altra delusione.
Terzo capitolo: le auto blu. Da componenti del governo i grillini non hanno rinunciato alle auto ministeriali. Ovviamente, utilizzate solo per gli impegni istituzionali, come recita la legge. Sfrecciavano con autisti a tutta velocità. Ora si viaggia in auto propria, in bici o in monopattino. Un trauma. C'è un'eccezione: Alfonso Bonafede. L'ex ministro della Giustizia viaggia ancora con le auto di scorta. È giusto. È la legge che lo impone per gli ex Guardasigilli. Un modo per sentirsi ancora ministro.