DAGOREPORT
Se Giorgia Meloni avesse qualche vago timore che l’opposizione possa danneggiarla, può stare tranquilla.
Quelle sabbie mobili soprannominate “campo largo” stanno, di giorno in giorno, risucchiando le speranze di Pd, M5s e centrotavola vari, di andare un giorno al Governo.
Nel Partito democratico, si naviga ormai a vista: le difficoltà del Governo meloni non si trasformano in consenso per i dem, anzi.
Gli ultimi sondaggi registrano un calo del partito nel gradimento degli elettori. Elly Schlein è stata invisibile per tutta l’estate, lasciando praterie agli esponenti di Governo per suonare la grancassa a un esecutivo in difficoltà.
Al Nazareno poi non mancano le lotte fratricide: gli ex Ds e gli ex Margherita si schifano cordialmente al punto da evitare di pranzare negli stessi locali intorno a Montecitorio.
All’interno delle stesse correnti si consumano vendette e dispetti. L’ultimo, in ordine di tempo, è quello che ha portato alla nascita della “corrente D’ario”. I pissi pissi dem sostengono che l’onnipresente Franceschini, con un occhio al partito dopo di sé, abbia indicato la moglie, Michela Di Biase, come la persona più adatta a raccogliere il suo testimone alla guida della sua corrente AreaDem. L’investitura “matrimoniale”, però, sarebbe andata di traverso agli altri franceschiniani, che si sono sentiti scalzati dal “familismo” dell’ex ministro della Cultura.
A quel punto, la “rivolta” avrebbe prodotto un nuovo leaderino, cioè Dario Nardella: l’ex sindaco di Firenze si è sentito legittimato a farsi re (ma travicello), vertice alto di un triumvirato che comprende anche Roberto Speranza e, appunto, Michela Di Biase, in Franceschini. Un ruolo, il suo, più pesante anche per la graduale “ritirata” di Base Riformista: l’area che fa capo a Lorenzo Guerini è ormai un gruppuscolo sparso e meno influente di un tempo.
RICCARDO MAGI - GIUSEPPE CONTE - ANGELO BONELLI - ELLY SCHLEIN - NICOLA FRATOIANNI - FOTO LAPRESSE
Nardella, che non brilla per carisma e brillantezza, è riuscito a cogliere un aspetto chiave dello sconfittismo de’ sinistra. Nell’intervista di oggi a “Repubblica”, ha sentenziato: “A fare rabbia è che il centrodestra è molto più diviso di noi su tutto, da Putin allo Ius scholae, dall’autonomia ai diritti, eppure restano saldi al potere e riescono anche a tornare uniti a tutte le tornate elettorali.
Noi abbiamo molti meno elementi di frizione, eppure non riusciamo a costruire un’alleanza strategica e duratura”.
giuseppe conte elly schlein genova, manifestazione per le dimissioni di giovanni toti
Te credo, visto che il principale alleato del Pd, il Movimento 5 Stelle, è dilaniato a sua volta da una lotta di potere tra Grillo e Conte, che vedrà lo showdown dal 4 ottobre, con la Costituente del M5s. L’ex avvocato del popolo è in bilico: per imporre la sua leadership ha bisogno dell’approvazione di almeno la metà più uno degli iscritti.
È una partita a scacchi complessa, quella di Conte, perché deve affrontare il malumore di Beppe-Mao, che non vuole essere pensionato; il ribellismo della base dura e pura, che non accetta lo snaturamento dell’alleanza con il Pd; le ambizioni degli ex big trombati (Fico, Taverna, Fraccaro, Buffagni, Spadafora eccetera), che non perdonano a Peppiniello la “colpa” di non averli riciclati in qualche modo, magari con uno strapuntino in qualche cda.
Anche se dovesse uscire vincitore dalla Costituente, sarà rilevante il come: una vittoria di misura lo renderebbe “Vis-Conte” dimezzato, spaccando ulteriormente il M5s. E c’è l’ipotesi, neanche così remota, che il piano di “riforma” del Movimento in partito venga bocciato, tanto che lo stesso ex premier non ha escluso l’addio: “Non intendo nascondere la responsabilità per la sconfitta ed offro la disponibilità a mettermi per primo in discussione. Sono pronto a farmi da parte”.
È questo scenario ad aver inasprito i toni e le posizioni di Giuseppe Conte? Nel Pd se lo chiedono, visto che nelle ultime settimane il fu avvocato del popolo non ha perso occasione di mettersi di traverso: dal mancato Aventino sul cda Rai alla solita guerra in Ucraina, fino al rapporto con Renzi. “Lo fa perché è in campagna elettorale”, sentenziano i più ottimisti, convinti che dopo la Costituente Conte tornerà il solito bonaccione democristiano.
Elly Schlein è confusa: il suo principale alleato non dà segnali di affidabilità, e il suo migliore amico, oggi, è il suo ex peggior nemico: Matteo Renzi.
In questo sfarinamento politico, il centrosinistra viaggia dritto verso la solita scoppola elettorale. Se qualche mese fa al Nazareno si dava per certo un tre a zero alle regionali in Emilia-Romagna, Umbria e Liguria, ora viene considerato un miracolo vincerne una sola (l’Emilia-Romagna). Un esempio su tutti: a Genova il candidato del centrosinistra, Andrea Orlando, qualche settimana fa era dato in vantaggio (+7%) su Marco Bucci. Ora è stato sorpassato ed è indietro di un punto percentuale.
BEPPE GRILLO - GIUSEPPE CONTE - MEME BY BOCHICCHIO
Come scrive oggi Serenella Mattera su “Repubblica”: “la sfida contro Marco Bucci è sul filo: se il centrodestra a fine ottobre riconquistasse la Regione di ponente, affronterebbe con più slancio, tre settimane dopo, le elezioni in Umbria ed Emilia Romagna. E non è detto che non si riapra intanto anche lì, dove il campo largo già ingloba i centristi, una discussione sulle liste: in casa M5S non lo escludono più.
Per fortuna, dalla prospettiva dei dem, Bologna non è Genova, lì i renziani già sono in maggioranza e la coalizione è forte. Meno salda l’Umbria, dove il centrodestra per vincere ha imbarcato il discutibile Bandecchi. Così uno slittamento umorale già si avverte: gli stessi che nel Pd un mese fa scommettevano sul 3 a 0, ora fanno notare che si parte da 2 giunte a 1 per la destra, se si ribalterà il risultato sarà un successo”
APRITE LE FINESTRE AL NAZARENO, ARRIVA LA CORRENTE “D’ARIO”! I RIFORMISTI DEM, SENZA LEADER DOPO CHE BONACCINI HA INCASSATO LA PRESIDENZA PD, SI RIORGANIZZANO. DARIO NARDELLA LAVORA A UN ASSE CON LA SINISTRA DI ROBERTO SPERANZA, LA MOGLIE DI FRANCESCHINI MICHELA DI BIASE E PEZZI DI "AREADEM", LA STORICA “MACCHINA” DI "SU-DARIO" (PER QUESTO LA CORRENTE E’ STATA RIBATTEZZATA “D’ARIO”) – DIETRO QUESTO RIMESCOLAMENTO C’E’ LA LONGA MANUS DI FRANCESCHINI, IL “PADRINO” DI SCHLEIN (CHE NON DORMIRA' SONNI TRANQUILLI)
https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/aprite-finestre-nazareno-arriva-corrente-409451.htm
NARDELLA: “RITROVIAMO L’UNITÀ SUI TEMI”
Estratto dell’articolo di Giovanna Vitale per “la Repubblica”
(integrale: https://www.repubblica.it/politica/2024/09/30/news/dario_nardella_campo_largo_unita_temi-423526154/)
dario nardella chiara lanni foto di massimo sestini
Onorevole Dario Nardella, l’alleanza di centrosinistra è in crisi?
«Non parlerei di crisi. Certo ci sono divergenze, come abbiamo visto in Liguria, dove fra un mese si terranno elezioni importanti, ma non sono le Politiche. E ricordiamoci anche che in Umbria e in Emilia Romagna corriamo con una coalizione larga. Dopodiché non dobbiamo mai sottovalutare i segni di difficoltà».
E che cosa ci dicono queste difficoltà?
«A fare rabbia è che il centrodestra è molto più diviso di noi su tutto, da Putin allo Ius scholae, dall’autonomia ai diritti, eppure restano saldi al potere e riescono anche a tornare uniti a tutte le tornate elettorali. Noi abbiamo molti meno elementi di frizione, eppure non riusciamo a costruire un’alleanza strategica e duratura». […]
IL MEME POSTATO DA NARDELLA SULL ASSONANZA CON BARDELLA toti bucci andrea orlando elly schlein foto di bacco