giancarlo giorgetti mario draghi francesco giavazzi

GIORGETTI, ASCOLTA IL CONSIGLIO DI UN ALTRO "DRAGHIANO" E BOCCONIANO – FRANCESCO GIAVAZZI SPIEGA AL MINISTRO DELL’ECONOMIA COSA NON VA NELLA SUA IDEA DI VARARE UNA TASSA UNA TANTUM PER TROVARE COPERTURE PER LA MANOVRA: “UNA TASSA TEMPORANEA RIDUCE IL RAPPORTO DEBITO-PIL NELL’IMMEDIATO, È VERO, MA CHE DIFFERENZA FARÀ MAI SE IL NOSTRO DEBITO ANZICHÉ 137,3 PER CENTO È 136 PER CENTO DEL PIL? DOMANI SAREMO DA CAPO” – “AFFINCHÉ LA POLITICA DI BILANCIO RIESCA A FAR CRESCERE L’ECONOMIA È NECESSARIO INNANZITUTTO CHE RIDUCA L’INCERTEZZA…”

Estratto dell’articolo di Francesco Giavazzi per il “Corriere della Sera”

 

FRANCESCO GIAVAZZI

Il ministro Giorgetti finora ci ha sorpreso, positivamente. Dice ciò che pensa e non si spaventa se le sue proposte vengono accolte dal gelo nel suo partito e nella sua maggioranza.

 

Ma oggi sta commettendo due errori che non fanno onore alla sua reputazione. Il primo, in realtà, è la ripetizione di un errore che Giorgetti aveva già compiuto nella Legge finanziaria di un anno fa quando varò un taglio del 7% dei contributi previdenziali per i redditi fino a 25 mila euro (e del 6% per i redditi fino a 35 mila) e la riduzione a tre delle aliquote Irpef, finanziando tutte queste misure (costo: circa 20 miliardi l’anno) soltanto per un anno. Quell’anno è passato e, se non si trovano nuove risorse, le misure decadono.

 

LA SOLITUDINE DI GIORGETTI - VIGNETTA BY ROLLI - IL GIORNALONE - LA STAMPA

L’idea del ministro dell’Economia e delle Finanze è di trovare le risorse necessarie introducendo qualche nuova tassa temporanea: una tassa una tantum sui profitti delle imprese o tasse, sempre una tantum, sulla ricchezza delle famiglie più benestanti. Non è una buona idea. Entrambe le misure alleggeriscono, sì, la pressione fiscale — e quindi ha senso mantenerle — ma a condizione che siano finanziate stabilmente, non anno per anno.

 

In realtà non c’è bisogno di trovare tutti e 20 i miliardi. La Legge di bilancio prevede un percorso  di spesa, che sta sotto la traiettoria settennale concordata con la Commissione europea: un po’ di spazio lì c’è, ma non basta. È per colmare quel gap che Giorgetti vorrebbe ricorrere, anziché a misure strutturali, ad altre tasse temporanee. Il problema […] non è tanto la pressione fiscale quanto la capacità di decidere. Mi aspetterei che il ministro Giorgetti evitasse di trasferire incertezza sui cittadini.

 

giancarlo giorgetti mario draghi ai funerali di ratzinger

Il secondo errore è che le nuove regole fiscali europee consentono ai Paesi aggiustamenti anche molto graduali — fino a sette anni — purché le misure che sottostanno a questi percorsi di aggiustamento si dimostrino, appunto, strutturali.

 

Finanziare una misura per un solo anno evidentemente non lo è. È vero che lo farà la Francia, ma accodarsi alla Francia in questo momento non mi pare una buona idea.

 

Parigi ha un problema di bilancio più serio dell’Italia e non di poco: il deficit oggi supera il 5% del Prodotto interno lordo, cioè un punto e mezzo più dell’Italia, e il piano concordato con l’Europa prevede che scenda sotto il 3% entro 4 oppure 7 anni.  […]

 

Affinché la politica di bilancio riesca a far crescere l’economia è necessario innanzitutto che riduca l’incertezza. Perché, nell’incertezza su quanto accadrà l’anno prossimo, famiglie e imprese difficilmente possono programmare i propri investimenti. E poi è necessario che si abbassi la pressione fiscale stabilmente e ciò si può ottenere solo riducendo la spesa altrettanto stabilmente.

 

FRANCESCO GIAVAZZI - DALLA SUA PAGINA FACEBOOK

Una tassa temporanea […] riduce il rapporto debito-Pil nell’immediato, è vero, ma che differenza farà mai se il nostro debito anziché 137,3 per cento è 136 per cento del Pil? Domani saremo da capo. […]

 

Sulla spesa pubblica, Giancarlo Giorgetti si è limitato a parole vaghe tranne che sul Pnrr che sta diventando la fonte principale della nostra crescita. Ma il Pnrr dura 6 anni: vuol dire che nel 2026 gli investimenti si fermano. A quel punto rallenterebbe anche l’economia e il rapporto debito-Pil comincerebbe a salire. Insomma, le regole fiscali europee oggi in vigore hanno corretto tanti errori del vecchio Patto di stabilità. Non mi pare, però, che il governo si sia riposizionato per andare incontro al nuovo mondo.

draghi cingolani giorgetti mattarellaGIANCARLO GIORGETTI E MARIO DRAGHI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...

pier silvio marina berlusconi fedele confalonieri

DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA LASCIATO DAL TRAMONTO DI GIANNI LETTA (L'UOMO PER RISOLVERE PROBLEMI POLITICI) E DALL'USCITA DI SCENA DI GINA NIERI, EX MOGLIE DI PAOLO DEL DEBBIO, PUPILLA DI CONFALONIERI, ADDETTA AI RAPPORTI ISTITUZIONALI DI MEDIASET) - FUORI NIERI, IN PANCHINA LETTA, GLI STAFF DEI FIGLI DI SILVIO STANNO FACENDO DI TUTTO PER PRIMEGGIARE. TRA I PIÙ ATTIVI E AMBIZIOSI, SI SEGNALA IL BRACCIO DESTRO DI “PIER DUDI”, NICCOLÒ QUERCI - COME MAI OGNI SETTIMANA CONFALONIERI SI ATTOVAGLIA DA MARTA FASCINA? AH, SAPERLO...