Estratto dell’articolo di Osvaldo De Paolini per “Il Giornale”
giancarlo giorgetti ad atreju 5
Giorgetti contro il governo, Giorgetti scuote la maggioranza, Giorgetti dovrebbe dimettersi: questi i titoli dei giornali schierati ieri mattina, ma quanto c’è di vero in tutto ciò ministro Giancarlo Giorgetti?
«Non sono sorpreso di quei titoli. D’altronde le opposizioni da mesi preparavano l’apocalisse sul Mes. E puntualmente lo scossone è arrivato al momento del voto. Io me la spiego così. Prima pensavano che crollasse tutto con la manovra, ma le agenzie di rating hanno spiegato che difficilmente avremmo potuto fare meglio quanto a prudenza, responsabilità e stabilità dei conti pubblici. Poi anche il Patto di Stabilità è andato nel verso giusto: qualche brusio ma niente più. Non restava che il Mes...».
Dunque niente dimissioni?
GIANCARLO GIORGETTI DISEGNATO DA FILIPPO SENSI
«Fino a quando la maggioranza sosterrà la mia impostazione su progetti seri, credibili e sostenibili non vedo perché lasciare. Come ho già detto, l’opposizione ha tutto il diritto di dare suggerimenti, anche graditi, poi però decido io».
A proposito del voto sul Mes, Matteo Salvini parla di scelta coerente, Romano Prodi di scelta folle, altri di decisione bizzarra o sconsiderata. Lei ha precisato che quale ministro dell’Economia avrebbe detto sì alla ratifica: cosa dobbiamo pensare?
«Anche qui nessuna sorpresa. La Lega ha sempre detto che era contraria. Dunque, è questione di coerenza. Ciò che appare improprio per un membro dell’Unione è che dopo aver preso un impegno di ratifica, al momento di firmare si tira indietro. Ma ribadisco, a quel punto la questione non era più economica bensì politica». […]
GIANCARLO GIORGETTI - VIDEOCONFERENZA ECOFIN 20 DICEMBRE 2023
Cosa risponde a chi l’accusa di essere l’alfiere dei tagli e dell’austerità?
«Un’accusa che mi fa sorridere, perché coloro che alzano il dito sono gli stessi che volevano approvare il Mes. Invece io ringrazio la maggioranza che ha accettato di tenere il punto sulla manovra. E non era facile visto che in alcuni casi abbiamo dovuto assumere decisioni impopolari».
È possibile che i 19 Paesi dell’Eurozona che hanno ratificato il Mes in versione salva-banche ora decidano di andare avanti senza l’Italia?
«Tutto è possibile. Ma il Mes è nato in una certa fase storica con problematiche diverse dalle attuali. L’Unione Bancaria e il Mercato dei Capitali sono più importanti, specie per l’Italia. Capisco l’irritazione dei partner per la bocciatura, anche se sapevano da tempo che questa possibilità era tutt’altro che remota. Però ricordo che anche il governo Draghi si era rifiutato di presentare il Mes in Parlamento, rinviandone l’esame. Perlomeno noi al voto ci siamo arrivati. Un punto alla fine è stato messo».
giancarlo giorgetti mario draghi ai funerali di ratzinger
Sappiamo che a premere fortemente per un Mes in versione salva-banche è soprattutto la Germania, per i ben noti problemi del suo sistema bancario. Ma allora perché proprio da parte tedesca tanta resistenza verso la promozione di una Unione Bancaria degna di tale nome?
«Il punto è che sul tavolo non c’è solo l’Unione Bancaria. In un momento storico come l’attuale servirebbe una seria normativa che però fatica a trovare paladini nell’Eurogruppo piuttosto che nell’Ecofin. Purtroppo sono costretto a riconoscere che manca lo spirito costituente che servirebbe. Altro che Mes. Qui non tutti servono gli interessi dell’Unione, c’è chi preferisce fare i fatti propri a spese di tutti. Però non mi chieda altro».
giancarlo giorgetti giorgia meloni
[…] Non le sembra che il testo del Patto sia troppo complesso?
«Ha ragione. Forse è davvero troppo complesso e quindi ancora poco comprensibile negli sviluppi. E tuttavia c’è chi ritiene di avere capito già tutto e spaccia qua e là sciocchezze che non aiutano a capire l’importanza dei passi in avanti. Proprio perché troppo complesso, serviranno molte simulazioni per capire come funziona realmente. Il punto è che in tanti vivono ancora dell’allucinazione pandemica, quando non c’erano regole sul debito e i tassi erano a zero o addirittura negativi. Oggi la realtà è un’altra. I tassi sono volati e fare debito a ripetizione non è più possibile. Soprattutto bisogna capire che il confronto va fatto non con la fase pandemica, ma con il vecchio Patto di Stabilità». […]
GIANCARLO GIORGETTI E MARIO DRAGHI giancarlo giorgetti sorride a mario draghi GIANCARLO GIORGETTI MARIO DRAGHI
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