Giorgio Gandola per “la Verità”
«Ma Luigi dov'è?». Da distratta la domanda diventa seria, percorre i corridoi del ministero e di minuto in minuto si trasforma in invocazione baritonale. Il momento è grave, la manovra non fa mezzo passo avanti in quell' 11 dicembre della discordia in cui gli sherpa di Pd, Movimento 5 stelle e Italia viva sono impegnati ad abborracciare accordi per dare forma alla finanziaria più impressionista dell' era moderna.
Ne sta uscendo uno sgorbio, l'accordo non si trova, qui va smussato e qui va riscritto, serve un super tecnico che tenga la barra dritta e individui il porto sicuro dei regolamenti. «Ma Luigi dov'è?» chiedono tutti, come un grido degno di Mario Marenco in Alto Gradimento, in Commissione bilancio, mentre nelle stanze del ministero dell' Economia e delle Finanze (il mitico Mef che deve accontentare gli italiani senza irritare l' Europa) scende la sera e poi la notte. La notte più lunga, la notte senza l'Innominato.
Luigi è il dottor Carbone, capo di gabinetto del Mef, l'uomo dei numeri e delle circonlocuzioni, colui che spostando una virgola o un decimale farebbe quadrare i conti. Il funzionario che le biografie indicano come «uno dei più grandi esperti di semplificazione normativa», un pilastro invisibile, il mediano alla Pirlo che fa la differenza. Servirebbe come l' acqua nel deserto, ma non c'è. Nel giorno del giudizio sta suonando un altro spartito. È su un altro palcoscenico, certamente più divertente, a un tiro di taxi: l'auditorium Parco della Musica dove si esibisce alle tastiere con il gruppo NeaCo', acronimo di Neapolitan Contamination, un ensemble di ottimo livello che da settimane aveva annunciato la sua presenza in uno dei templi italiani delle sette note.
Mentre lui attacca dolcemente 'Na jurnata e sole, al ministero va in scena la notte delle streghe. Giacca e camicia nera, piglio da frontman del neomelodico, il capo di gabinetto del Mef mostra grande perizia alle tastiere. Dicono che il ministro Roberto Gualtieri non l'abbia presa bene e quando gli è arrivato sul telefonino il video della performance postata su Facebook abbia stretto i pugni con tale forza da spaccare una noce di cocco.
Il funzionario fuoriclasse gli serviva su altre melodie molto più asciutte, procedurali, stile Karlheinz Stockhausen. Ecco dov' era il prezioso Luigi. Nella maratona al ministero (14 ore) è successo di tutto, ed emendamenti scritti con la formidabile superficialità grillina mescolata alle antiche furbizie piddine hanno provocato eccessi di deficit non sostenibili.
giuseppe conte roberto gualtieri mes
Un esempio. Nella scrittura del decreto per i prepensionamenti dei giornalisti gli estensori hanno allargato il provvedimento a poligrafici e stampatori. E si sono accorti del problema solo quando la Ragioneria ha fatto notare che lo stanziamento avrebbe dovuto essere non di 80 milioni ma di 10 volte superiore. Un errore ripetuto su altre tematiche di spesa che oggi fa mancare più di 1 miliardo alle coperture. E che costringerà l' esecutivo a costruire un decreto apposito per emendare gli eccessi dilettantistici della manovra. Loro pasticciavano e lui suonava. Tastiera e voce, il leader.
Lunedì la legge di bilancio approda al Senato per il voto del maxiemendamento, poi passerà alla Camera, blindata, quindi senza possibilità di ulteriori discussioni nel merito. Pronta per essere sottoposta a un secondo voto di fiducia. Uno stile muscolare che rivaluta il percorso e le modalità della Finanziaria 2018. Allora i colonnelli del Pd avevano gridato all' attentato democratico sotto Natale; alla luce degli ultimi accadimenti, quegli estensori sembrano tutti premi Nobel.
Nell' ora più buia il capo di gabinetto avrebbe fatto comodo. C' è da credere che prima e dopo sia stato comunque decisivo, che abbia emendato l' emendabile rattoppando gli strappi e riportando nell' alveo della legalità le scivolate più bohemiènnes.
Certo, quel concerto proprio la sera delle streghe.
Luigi Carbone ha un curriculum di prim' ordine, sia come civil servant sia come tastierista. Voluto nel delicatissimo ruolo dall' ex ministro Giovanni Tria dopo le dimissioni di Roberto Garofoli (fatto scivolare ai margini da Giuseppe Conte e da Luigi Di Maio per la faccenda delle presunte manine che remavano contro il loro primo governo), è stato strappato a fatica al Consiglio di Stato che lo riteneva indispensabile.
Magistrato napoletano di 52 anni, docente all' università Luiss, Carbone è stato componente dell' Autorità per l' energia elettrica e il gas, poi vicesegretario generale della presidenza del Consiglio. Ha presieduto il comitato dell' Ocse sulla Better regulation, è stato capo di gabinetto del ministero della Semplificazione con Roberto Calderoli nonché consigliere giuridico di Giuliano Amato, Franco Bassanini, Sabino Cassese.
Ha sempre avuto la musica nel sangue e lo dimostra con NeaCo', ensemble in grado di rivisitare i classici napoletani in chiave funky, jazz, reggae, blues, calypso. «Celebriamo la città-simbolo della contaminazione», spiegò un giorno. Contaminare una manovra assurda è praticamente impossibile.