Matteo Pucciarelli per repubblica.it - Estratti
Si tratta di una vicenda minore, forse; ma è indicativa dei tempi e della confusione, anche a sinistra. Intanto l'epilogo: l'assessore alla Cultura a Livorno, Simone Lenzi, si è dimesso e il sindaco della città Luca Salvetti - rieletto a giugno - le ha accettate. Lenzi, in passato molto vicino al Pd renziano, ricopriva il ruolo da oltre cinque anni, cioè da quando il centrosinistra aveva riconquistato la città rossa espugnata dai 5 Stelle.
Un addio scatenato da una serie di suoi tweet, riemersi in queste ore, dai toni violenti e insultanti: contro il Fatto quotidiano, contro lo storico Luciano Canfora ma soprattutto dai contenuti omofobi (anche se Lenzi nega l'etichetta e si appella alla libertà di parola, un po' come fosse un Roberto Vannacci qualsiasi).
Lenzi, 56 anni, è conosciuto anche fuori dai confini livornesi per essere stato anche il cantante del gruppo Virginiana Miller, nonché apprezzato scrittore.
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Tutto è partito da un pensiero poco urbano espresso su X, l'8 ottobre, dedicato al giornale diretto da Marco Travaglio, definito "una fogna, laboratorio di abiezione morale, allevamento di trogloditi, verminaio del nulla", con l'augurio che il quotidiano chiudesse al più presto. Parole e auspici non del tutto democratici, per così dire, ma giustificabili - a sentire Lenzi - perché il vignettista Natangelo avrebbe prodotto strisce "antisemite".
Solo che poi qualcuno si è ricordato di altre sue esternazioni forti, per così dire. Un linguaggio più inclusivo dell'università di Trento? "Mitomani e sciroccati". La notizia su una donna transgender oggetto di una ricerca inglese, "vuole soddisfare una sua perversione pedofiliaca, non sono io transfobico, vi siete bevuti il cervello". Tra riferimenti alla "frociaggine", il commento di un'opera alla Biennale dove "ci tengono a farci sapere che la donna quintessenziale ha la minchia" con il riferimento a presunti "lavaggi del cervello" sul tema e un insulto a Canfora ("penso tu sia un pezzo di m..."), alla fine da Arcigay al M5S alla sinistra radicale di Buongiorno Livorno si è allargato il fronte di coloro che hanno cominciato a chiederne le dimissioni.
Sono arrivate dopo un confronto col sindaco, e con queste parole: "Mi dimetto perché alla sinistra, che avevo visto sin qui come la roccaforte di ogni libertà, la libertà più autentica non interessa affatto. Essendo piuttosto il narcisismo etico l’unica molla ormai capace di muoverne i riflessi condizionati, capisco bene che l’unica cosa importante davvero per tutti voi sia adesso posizionarsi, quanto più in fretta possibile, dalla parte dei giusti e dei buoni".
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