VLADIMIR PUTIN CON LUIZ INACIO LULA DA SILVA
È netto il giudizio del presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva su quel che sta accadendo nella Striscia di Gaza, dove non è in corso una guerra, ma un genocidio». Non è altrettanto diretto invece il commento di Lula sulla morte di Alexei Navalny, sulla cui vicenda preferisce non sbilanciarsi.
Alla fine della sua vita ad Addis Abeba, Lula si spinge poi in un paragone tra le azioni dell’esercito israeliano e quelle di Adolf Hitler. «Ciò che sta accadendo al popolo palestinese nella Striscia di Gaza non è esistito in nessun altro momento storico – ha detto Lula – In effetti, esisteva: quando Hitler decise di uccidere gli ebrei».
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Sulla morte invece del dissidente russo oppositore di Vladimir Putin, Lula resta cauto sulle accuse piovute contro il capo del Cremlino da parte sia dei collaboratori di Navalny, che di buona parte della comunità internazionale. «Perché questa fretta di accusare qualcuno? Se una morte è sospetta, bisogna prima svolgere indagini per scoprire la causa. Altrimenti uno giudica in anticipo che qualcuno ha ordinato l’omicidio. E se non è stato lui, gli chiedi scusa dopo? Quindi, è morto in prigione – aggiunge Lula – Non so se era malato, se aveva problemi». Sul caso il presidente brasiliano si riscopre ultragarantista e dice di voler attendere prima di giudicare: «Capisco anche gli interessi di chi accusa subito. Ma non è questo il mio motto. Io preferisco attendere il referto del medico legale».