Monica Guerzoni per “Il Corriere della Sera”
MARIO DRAGHI E IL GREEN PASS BY OSHO
Avanti, un passo alla volta. L'obbligo vaccinale sembrava un miraggio, eppure a Palazzo Chigi si respira un cauto ottimismo riguardo alla possibilità di raggiungere il traguardo. L'Italia potrebbe così diventare il primo tra i grandi Paesi europei a imporre per legge l'immunizzazione da Covid-19. Una road map ancora non c'è, ma giovedì, con un lapidario «sì», Mario Draghi ha indicato la rotta. La maggioranza si è spaccata, con la Lega pronta alle barricate (non però a uscire dal governo), Pd, Leu e Forza Italia favorevoli e il Movimento in una posizione di mezzo. «Vediamo...», ha preso tempo Giuseppe Conte.
giuseppe conte al meeting di rimini 3
Eppure, a sorpresa, proprio la posizione del nuovo leader potrebbe spostare gli equilibri e contribuire a sgretolare il fronte del no, lasciando in minoranza Salvini. Dentro il Movimento c'è ancora malessere. Il ministro Stefano Patuanelli pensa che la strada da percorrere sia il convincimento e spera non si arrivi all'obbligo. E il deputato Nicola Provenza in commissione Affari sociali ha presentato e fatto approvare un emendamento «che circoscrive l'utilizzo del green pass».
Ma se nel 1998 Beppe Grillo metteva in dubbio l'efficacia dei vaccini, ieri Conte si è allontanato a passo deciso dalle antiche posizioni antiscientifiche, avvicinandosi alla linea Draghi. «Nessuna forza politica dovrebbe giocare sulla piena efficacia del piano vaccinale», ha risposto Conte quando, durante il giro elettorale nella periferia romana di San Basilio al fianco di Virginia Raggi, gli hanno chiesto un commento sulla posizione del capo del governo.
Per il giurista pugliese «non sono ammissibili ideologie no vax» o «pulsioni antiscientifiche» e tutti coloro che hanno responsabilità pubbliche dovrebbero fare la loro parte per aiutare i cittadini a superarle. Conte fa la sua. Dichiara che «il green pass è il modo migliore per tutelare salute ed economia» e che non è contrario all'uso «sempre più diffuso» dello strumento osteggiato da Salvini. Poi il leader del Movimento va oltre e afferma che, per contribuire alla riuscita della campagna vaccinale, bisogna «spingere per l'obbligatorietà in tutte quelle situazioni in cui ci sono assembramenti, in prospettiva anche nei luoghi di lavoro».
Una svolta «si vax», che Conte consegna alle cronache ricordando come, quando a Palazzo Chigi c'era lui, le decisioni sulla lotta al Covid «hanno sempre avuto una base scientifica». Non è un sì all'obbligo, ma il fatto che Conte lo ritenga l'«estrema ratio» e non più un tabu basta a convincere i ministri rigoristi che la battaglia nel governo si può vincere. Bisognerà superare le barricate della Lega, ma poi, questa è l'aria che tira, «il pragmatismo avrà la meglio». In fondo, spiega chi ha in mano il dossier, l'estensione del green pass porterà a una «obbligatorietà di fatto» e il tempo farà il resto.
mario draghi in conferenza stampa
Draghi ha indicato la strada, ma non ha certo in mente di arrivare all'obbligo nell'immediato. Il lavoro da fare è ancora tanto. Bisogna attendere il via libera definitivo al siero anti-Covid dell'Ema e dell'Aifa e poi si aprirà la «riflessione» dentro la maggioranza. Lo scoglio più alto è la Lega, ma a Palazzo Chigi ricordano che sul green pass l'iniziale e categorico no di Salvini è poi diventato un sì, almeno in Cdm. Come dire che alla fine il senatore leghista ingoierà anche questo rospo.
Roberto Speranza è fiducioso, per lui «la linea del premier Draghi è giusta» e parte dalla consapevolezza che «il Covid è ancora un nemico insidioso» e i vaccini sono «lo strumento fondamentale» per combatterlo. Dopo aver superato il 70% di italiani che hanno completato il ciclo, il governo darà una «spinta molto forte» per far salire ancora il numero delle persone immunizzate. Contestualmente si lavorerà per «estendere il green pass a nuovi ambiti», con una norma che sarà approvata già alla fine della prossima settimana: probabile il voto di fiducia.
Quindi lo step finale al quale Draghi punta e che Speranza, a margine della firma del memorandum per la ricerca tra Italia e Usa, conferma: «Dobbiamo valutare sulla base dei numeri se potrà servire estendere l'obbligo, che abbiamo già reso esecutivo per gli operatori sanitari. È una possibilità che governo e Parlamento hanno e che valuteremo con la massima attenzione».
matteo salvini con la mascherine pannolino GIUSEPPE CONTE MEME matteo salvini e francesca verdini 24 matteo salvini versiliana matteo salvini versiliana matteo salvini e francesca verdini 25 mario draghi in conferenza stampa 1