Angela Pederiva per “il Gazzettino”
L'altro giorno Flavio Tosi l'ha ammesso: «Il rientro nella Lega è una cosa complessa e io lo so bene». Ma forse l'ex sindaco di Verona, riferendo di avere in corso contatti con il segretario federale Matteo Salvini per una propria ricandidatura nel 2022, non si aspettava il gelo mostrato ieri da big come Luca Zaia e Roberto Marcato verso il suo riavvicinamento.
luca zaia disinfetta il microfono usato da matteo salvini
«Non è all'ordine del giorno e non è una possibilità valutabile, per quel che mi riguarda», ha tagliato corto il governatore. «Non c'è posto per un uomo che, quando aveva la responsabilità in Veneto, ha fatto disastri, ha portato il movimento ai minimi storici e ha inaugurato una stagione di violenza inaudita», ha rincarato la dose l'assessore regionale.
IL PERDONO
Nell'intervista di domenica ai quotidiani del gruppo Gedi, Tosi si era detto più che fiducioso sui possibile perdono da parte degli ex colleghi di partito. «A Luca non ho nulla da dire, lui è corretto e sa qual è la prassi interna al movimento. A Marcato dico che in politica i problemi vanno superati», aveva dichiarato il leader di Fare!, elogiando Zaia («È un amministratore, non guarda i personalismi») e sfidando Marcato («Vada a vedersi i voti della Lega negli anni in cui Tosi era sindaco di Verona: avevamo il massimo del consenso»), tanto da concludere: «Spero prevalga l'interesse di Verona e della Lega. Penso che sia questo il discrimine tra chi personalizza e chi ragiona pragmaticamente».
L'OPPORTUNITÀ
Chiara la distinzione prospettata dall'ex segretario della Liga Veneta: il ragionevole sarebbe Zaia, mentre il piccato sarebbe Marcato, che al Gazzettino aveva già bollato come «un ossimoro» l'ipotetico binomio Lega-Tosi e in queste ore è tornato alla carica.
roberto marcato con matteo salvini
«Non faccio mai questioni personali: è una questione di opportunità politica. Sull'uomo non ho nulla da dire, ma da dirigente di partito rilevo che tra lui e noi c'è un divario di valori. Non posso dimenticare quell'ultimo direttivo a Padova in cui Flavio andò via, scortato dalla Digos, fra le urla e gli sputi: cose mai viste in Lega, momenti drammatici che non voglio neanche immaginare di poter rivivere».
zaia luca zaia luca zaia ad asiago 7 flavio tos e cecile kyenge roberto marcato 3 roberto marcato 2