Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera” - Estratti
Di Dominique de Villepin si ricorda soprattutto il celebre discorso all’Onu del 14 febbraio 2003, quando da ministro degli Esteri annunciò che la Francia non avrebbe partecipato alla guerra in Iraq.
(...) Oltre vent’anni dopo, lasciata la politica e inaugurata una carriera di consulente per, tra gli altri, le monarchie del Golfo, il prestigio di Villepin è intatto ma, dopo il 7 ottobre, la sua prudenza viene meno. Dopo diversi interventi particolarmente critici nei confronti di Israele, Villepin è andato oltre e ha ripreso un grande classico dell’antisemitismo di ogni tempo, associando gli ebrei a una presunta cupola finanziario-mediatica che dominerebbe il mondo.
A proposito dell’esclusione dell’attrice messicana Melissa Barrera dal cast del film americano Scream VII, perché aveva accusato Israele di genocidio e pulizia etnica, Villepin ha condannato «il dominio finanziario sui media e il mondo dell’arte, della musica, che pesa molto, perché le persone non possono dire quello che pensano, semplicemente perché altrimenti i contratti si fermano immediatamente. È chiaro che la norma finanziaria imposta oggi negli Stati Uniti, nella vita culturale, pesa molto. Purtroppo le vediamo anche in Francia».
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Dopo le polemiche ieri Villepin si è difeso dicendo che «tutte le vie portano a Roma ma non tutte le vie della critica portano all’antisemitismo», spiegando che voleva solo denunciare la violenza del pensiero unico negli Stati Uniti.
(...) Al di là delle critiche più che legittime al governo israeliano — non risparmiato certo dagli stessi israeliani, per esempio sul giornale Haaretz —, colpisce il tono ormai privo di attenzioni di alcuni leader occidentali, del passato e del presente. Dall’ex ministro e premier Villepin, ai primi ministri attuali Pedro Sánchez (Spagna) e Alexander De Croo (Belgio), che si sono conquistati il plauso della stessa Hamas per le «prese di posizioni chiare e audaci» contro le operazioni militari a Gaza, in Europa si diffonde un clima di preoccupante insofferenza senza complessi.