haftar dbeibah

TRIPOLI E TRIBOLI – MENTRE ABBIAMO GLI OCCHI PUNTATI SULL’UCRAINA, LA POLVERIERA LIBICA È ESPLOSA DI NUOVO: IL PARLAMENTO DI TOBRUK È STATO PRESO D’ASSALTO DA UN GRUPPO DI MANIFESTANTI, CHE CHIEDONO IL ROVESCIAMENTO DEGLI ORGANI POLITICI ED ESECUTIVI DEL PAESE – IL PRIMO MINISTRO SOSTENUTO DALLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE, DBEIBAH, HA CHIESTO A TUTTI DI DIMETTERSI E ANDARE A ELEZIONI – SI RISCHIA UNA NUOVA BOMBA MIGRANTI VERSO L’ITALIA?

ASSALTO AL PARLAMENTO DI TOBRUK IN LIBIA

1 - LIBIA: PREMIER, GOVERNO SI DIMETTA E SI VADA A VOTO

(ANSA) - Dopo le proteste divampate ieri nel con un gruppo di manifestanti che ha preso d'assalto l'edificio che ospita il Parlamento a Tobruk, il primo ministro libico sostenuto dalla comunità internazionale, Abdel Hamid Dbeibah, ha chiesto a tutti gli organi politici, compreso il suo governo, di dimettersi e di andare a elezioni.

 

ABDEL HAMID DBEIBAH RECEP TAYYIP ERDOGAN

"Aggiungo la mia voce ai manifestanti in tutto il paese: tutti gli organi politici devono dimettersi, compreso il governo, e non c'è modo per farlo se non attraverso le elezioni" ha scritto Dbeibah su twitter, aggiungendo che "sono noti coloro che ostacolano le elezioni e l'approvazione del bilancio".

 

2 - LIBIA: CONSIGLIO PRESIDENZIALE IN SEDUTA PERMANENTE

(ANSA) - "Il Consiglio di Presidenza libico (con sede a Tripoli ndr) ha seguito i recenti avvenimenti in tutta la Libia. È in seduta permanente per realizzare la volontà dei libici (che vogliono) il cambiamento e la produzione di un'autorità eletta che soddisfi le volontà dei libici".

 

HAFTAR DBEIBAH

Lo si legge sulla pagina facebook del Consiglio presidenziale libico in relazione alle proteste anche violente di ieri da parte di cittadini esasperati sia nell'Est che nell'Ovest del Paese. "Il Consiglio di Presidenza non deluderà le speranze e la volontà del nostro popolo di vivere in uno Stato che gode di sicurezza e stabilità permanente", conclude la nota.

 

3 - RIVOLTA IN LIBIA: PARLAMENTO ASSALTATO

Alessandro Antonini per “Libero quotidiano”

 

MILITARI A TRIPOLI

Alta tensione in Libia. Un gruppo di manifestanti ha preso d'assalto l'edificio che ospita il parlamento a Tobruk, per protestare contro il deterioramento delle condizioni di vita e dello stallo politico. Diverse stazioni televisive hanno affermato che i manifestanti sono entrati nell'edificio e hanno compiuto saccheggi. Le immagini hanno mostrato spesse colonne di fumo nero che si alzavano dal perimetro dell'edificio dopo che giovani manifestanti hanno bruciato pneumatici.

 

ABDEL HAMID DBEIBAH RECEP TAYYIP ERDOGAN

Secondo altri report, all'interno dell'edificio sono stati bruciati documenti. Un bulldozer guidato da un manifestante si sarebbe schiantato contro un cancello dell'edificio, rendendo più facile l'irruzione dei manifestanti all'interno del Parlamento. Alcune auto degli agenti sarebbero state date alle fiamme, mentre altri manifestanti, alcuni dei quali hanno sventolato bandiere verdi dell'ex regime di Muammar Gheddafi, hanno lanciato in aria i documenti raccolti dagli uffici.

 

gas dalla libia 2

Le tensioni sono iniziate nel pomeriggio a Tripoli, la capitale, quando centinaia di persone hanno riempito l'iconica piazza dei Martiri per chiedere il rovesciamento di tutti gli organi politici ed esecutivi del Paese. Era dal 2019 che non si verificavano proteste di tale portata non solo a Tripoli, ma anche a Bengasi (est) e Misurata (ovest). La differenza, stavolta, è che le critiche sono rivolte all'intera classe politica.

 

I manifestanti a Misurata e Tobruk hanno denunciato in particolare la crisi delle interruzioni di corrente che sono peggiorate di recente senza che i governi che si sono succeduti siano riusciti a trovare una soluzione.

 

scontri a tripoli

I cittadini nella piazza dei Martiri, area controllata dalla Brigata Nawasi, gruppo armato da tempi ai ferri corti con il Governo di unità nazionale del premier ad interim Abdulhamid Dabaiba, hanno chiesto anche la caduta di Siddiq Al Kabir, il governatore della Banca Centrale della Libia, considerato da molti dimostranti tra i principali responsabili della crisi politica, sociale ed economica del Paese.

 

In serata le proteste sono proseguite. Un gruppo di dimostranti ha occupato la strada antistante la sede del primo ministro a Tripoli. I manifestanti, qualche decina, hanno bloccato alcune auto davanti al quartier generale di Dabaiba, lamentando le cattive condizioni in chi versa la popolazione libica.

 

BRACCIO DI FERRO

scontri a tripoli

Sul fronte politico da febbraio è in corso un braccio di ferro tra due coalizioni rivali in Libia: da una parte il Governo di unità nazionale (Gun) del premier ad interim Abdulhamid Dabaiba con sede a Tripoli, riconosciuto al livello internazionale ma sfiduciato dal Parlamento; dall'altra il governo di stabilità nazionale designato dalla Camera dei rappresentanti di Tobruk e guidato da Fathi Bashagha, appoggiato a sua volta dal generale Khalifa Haftar. L'esecutivo del premier uscente controlla la capitale Tripoli e diverse zone della Tripolitania, la regione più popolosa del Paese.

traffico migranti libia

 

Il Gsn sostenuto dal Parlamento dell'est e dal generale libico Khalifa Haftar controlla i pozzi petroliferi situati in Cirenaica e nel Fezzan, oltre agli edifici governativi di Bengasi (est), Sirte (centro-nord) e Sebha (sud-ovest). Intanto la produzione petrolifera è crollata per effetto dei blocchi dei terminal di esportazione, con gravi conseguenze sul sistema elettrico che dipende dal carburante.

Migranti Libia 2traffico migranti libia 5mario draghi in libia 2claudio descalzi con il premier libico dbeibahmario draghi in libia 5gas dalla libia 1

Ultimi Dagoreport

gaetano caputi giorgia meloni giuseppe del deo

DAGOREPORT - 'STO DOCUMENTO, LO VOI O NON LO VOI? GROSSA INCAZZATURA A PALAZZO CHIGI VERSO IL PROCURATORE CAPO DI ROMA, FRANCESCO LO VOI: IL DOCUMENTO-BOMBA PUBBLICATO DA "DOMANI", CHE RIVELA LO SPIONAGGIO A DANNO DI GAETANO CAPUTI, CAPO DI GABINETTO DELLA MELONI, NON SAREBBE MAI DOVUTO FINIRE NEL FASCICOLO D'INDAGINE (NATO PROPRIO DA UNA DENUNCIA DI CAPUTI)  - LA DUCETTA, DAL BAHREIN, HA URLATO CONTRO I SUOI E CONTRO L'AISI. E IL QUOTIDIANO DI FITTIPALDI CI METTE IL CARICO SCODELLANDO IL TESTO INTEGRALE DEL DOCUMENTO, DOVE SI AMMETTE CHE PALAZZO CHIGI SPIAVA…PALAZZO CHIGI! – DELLE DUE, L'UNA: O GIUSEPPE DEL DEO HA FATTO SPIARE CAPUTI DI SUA SPONTE (E ALLORA DOVREBBE DIMETTERSI DA VICE DEL DIS), O HA RICEVUTO L'ORDINE DI FARLO. E SE COSÌ FOSSE, DA CHI?

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO