grillo travaglio conte casalino

LA VERA STORIA DEL (FALLITO) GOLPE ANTI-GRILLO ORCHESTRATO DAL CONTE-CASALINO E DA TRAVAGLIO - IL CASUS BELLI DELLA FRATTURA È STATO QUANDO GRILLO HA PRETESO E OTTENUTO, COME CAPO DELLA COMUNICAZIONE DEL M5S, NINA MONTI, COLLABORATRICE E ORGANIZZATRICE DEL SUO NUOVO BLOG, FIGURA MOLTO DISTANTE DA CASALINO, DI CUI IL COMICO NON SI FIDA PIÙ. DA QUEL MOMENTO, È PARTITO PER UN CANNONEGGIAMENTO, CHE GRILLO RITIENE CONTIANO, CULMINATO NELLE MAZZATE RICEVUTE DAL 'FATTO'. LA LINEA DI CONTE E' QUELLA DI FAR CREDER DI ESSERE DISPOSTO AD ANDARSENE PER FONDARE UN SUO MOVIMENTO. MA GRILLO SA CHE SI TRATTA DI UN… - IL RUOLO DI DI MAIO E DAVIDE CASALEGGIO

https://m.dagospia.com/lo-strappo-del-grillo-furioso-ha-reso-felici-come-una-pasqua-travaglio-e-casalino-di-maio-chiama-274685

 

Jacopo Iacoboni per La Stampa

 

 

BEPPE GRILLO

Beppe Grillo, che fu il fondatore del Movimento 5 stelle, nella mattina (neanche tanto tardi) è salito via su un'auto davanti all'hotel Forum e se n'è andato.

 

Via da Roma, senza nessun incontro con Giuseppe Conte, e forse portandosi dietro il "suo" Movimento. Suo, non di Giuseppe Conte, o di Rocco Casalino o di Travaglio. La lettura del Fatto quotidiano lo ha infastidito ancora di più, convinto ormai che ci sia stata un'operazione per metterlo all’angolo, intimidirlo mediaticamente e sottrargli definitivamente ogni presa sulla sua creatura, il Movimento originario. “Non ci riusciranno”. "In piazza c'ero io, non loro", ha detto ricordando i giorni dello Tsunami Tour.

 

giuseppe conte e rocco casalino

La cronaca è nota solo in parte, nella scenata di Grillo di giovedì sera. Grillo ha detto due cose, una pubblica e palese, una serie di frasi pronunciate davanti a così tante persone che erano fatte apposta per uscire in tempo reale sui media, e arrivare dritto dove avrebbero fatto male: “Sono il garante ma non sono un coglione. Conte lo deve capire, ha bisogno di me”. E poi: "Non sono un prestanome, figuratevi se sono il prestanome di Conte”. (e invece, parole al miele su Di Maio, che era seduto in prima fila in assemblea, davanti a lui: “Sei uno dei ministri degli Esteri più bravi della storia”).

rocco casalino e giuseppe conte

 

IL FATTO QUOTIDIANO CONTRO BEPPE GRILLO

La seconda cosa l'ha detta a orecchie più selezionate, ma non così esplicitamente come la traduciamo qui noi: il vincolo del secondo mandato può cambiare, a due condizioni. Uno, se c'è un corretto voto online degli iscritti, e due, se naturalmente il garante (cioè lui) decide che si può fare.

 

Per la prima volta Grillo sta offrendo ai parlamentari 5S quella scialuppa di salvataggio che Conte in realtà regalerebbe solo a una decina, quindicina al massimo di big (gli unici due veri fedeli che sono rimasti all'avvocato sono Paola Taverna, a cui è stato promesso un seggio blindato, e Stefano Patuanelli). Grillo invece riformula la faccenda in una chiave, almeno all'apparenza, orizzontale.

nina monti

 

Dunque tutti i parlamentari al secondo mandato si sentono potenzialmente coinvolti, se non chiamati.

 

Ad aggiungere agitazione c’è la storica diffidenza del gruppo parlamentare M5S verso Conte, e in più le notizie di un notevole attivismo, sul fronte delle candidature future, sia di persone stimate da Guido Alpa, sia di professionisti apprezzati da Piero Benassi. Con all’orizzonte, liste elettorali totalmente “contizzate”. La cosa non ha messo tranquilli i grillini che ogni giorno, a modo loro, lavorano nelle aule e nelle commissioni parlamentari.

 

PRIMA PAGINA DEL FATTO QUOTIDIANO CONTRO GRILLO - 25 GIUGNO 2021

Dietro tutto questo c'è però una storia nella storia. Clamorosa. Fino a due giorni fa (martedì), la mediazione tra Grillo e Conte procedeva senza gravi intoppi, si limavano parole, senza nessuna rottura, anzi.

 

Il casus belli della frattura è stato quando Grillo ha preteso e ottenuto, come capo della comunicazione del M5S, Nina Monti, collaboratrice e organizzatrice di fiducia del suo nuovo blog, figura molto distante da Casalino, di cui il comico non si fida più.

MARCO TRAVAGLIO.

 

Da quel momento, è partito per due giorni un cannoneggiamento mediatico, che Grillo ritiene contiano, contro di il comico, culminato nelle mazzate ricevute dal Fatto quotidiano. Ora la linea di Conte nelle prossime quarantott'ore è chiara: far creder di essere disposto anche ad andarsene e fondare un suo Movimento. Ma Grillo sa che si tratta di un palese bluff politico. Il golpe anti-Grillo è sostanzialmente fallito.

 

LUIGI DI MAIO NEGLI EMIRATI ARABI

In tutto questo, i due unici veri big grillini, Luigi Di Maio e Roberto Fico, tacciono. Stanno mediando per arrivare a una composizione, ma neanche Fico (Di Maio è scontato) è sceso in campo in pubblica difesa di Conte.  Di Maio ha annullato la sua partecipazione a un seminario web che era inizialmente previsto anche con Conte, nel pomeriggio, sull'economia circolare. E quando qualcuno ha intercettato a Pozzuoli il presidente della Camera, e gli ha chiesto cosa pensa che stia succedendo, Fico non ha risposto una cosa tipo: aiuteremo Conte a risolvere questa cosa. Ha risposto: "Non dico niente per ora".

 

beppe grillo

Post scriptum. Ieri anche Davide Casaleggio è apparso più grillino che mai, e questo è quasi ovvio, nella contesa con Conte. A Radio Capital ha detto: "Penso che tra Grillo e Conte ci siano visioni diverse del Movimento che stanno emergendo", e Grillo rappresenta quella originaria. Meno ovvia un'altra cosa: Grillo sta dicendo in giro che un voto online se modificare la regola del secondo mandato può avvenire sulla piattaforma Rousseau.

LE LACRIME DI ROCCO CASALINO PER L ADDIO DI GIUSEPPE CONTE A PALAZZO CHIGIGIUSEPPE CONTE VENDITORE DI CALDARROSTEDAVIDE CASALEGGIOGIUSEPPE CONTE ROCCO CASALINO E IL TAVOLINO MEME

nina monti

Ultimi Dagoreport

matteo salvini donald trump ursula von der leyen giorgia meloni ue unione europea

DAGOREPORT – IL VERTICE TRA GIORGIA MELONI E I SUOI VICEPREMIER È SERVITO ALLA PREMIER PER INCHIODARE IL TRUMPIAN-PUTINIANO SALVINI: GLI HA INTIMATO DI NON INIZIARE UNA GUERRIGLIA DI CRITICHE DAL MOMENTO IN CUI SARÀ UFFICIALE L’OK ITALIANO AL RIARMO UE (DOMANI AL CONSIGLIO EUROPEO ARRIVERÀ UN SÌ AL PROGETTO DI URSULA VON DER LEYEN), ACCUSANDOLO DI INCOERENZA – LA DUCETTA VIVE CON DISAGIO ANCHE LE MOSSE DI MARINE LE PEN, CHE SI STA DANDO UNA POSTURA “ISTITUZIONALE” CHE METTE IN IMBARAZZO LA PREMIER

ursula von der leyen giorgia meloni macron starmer armi difesa unione europea

DAGOREPORT – SI FA PRESTO A DIRE “RIARMIAMO L’EUROPA”, COME FA LA VON DER LEYEN. LA REALTÀ È UN PO’ PIÙ COMPLICATA: PER RECUPERARE IL RITARDO CON USA E RUSSIA SUGLI ARMAMENTI, CI VORRANNO DECENNI. E POI CHI SI INTESTA LA RIMESSA IN MOTO DELLA MACCHINA BELLICA EUROPEA? – IL TEMA È SOPRATTUTTO POLITICO E RIGUARDA LA CENTRALITÀ DI REGNO UNITO E FRANCIA: LONDRA NON È NEMMENO NELL’UE E L’ATTIVISMO DI MACRON FA INCAZZARE LA MELONI. A PROPOSITO: LA DUCETTA È ORMAI L’UNICA RIMASTA A GUARDIA DEL BIDONE SOVRANISTA TRUMPIANO IN EUROPA (SI È SMARCATA PERFINO MARINE LE PEN). IL GOVERNO ITALIANO, CON UN PUTINIANO COME VICEPREMIER, È L’ANELLO DEBOLE DELL’UE…

trump zelensky vance lucio caracciolo john elkann

DAGOREPORT – LUCIO E TANTE OMBRE: CRESCONO I MALUMORI DI ELKANN PER LE SPARATE TRUMPUTINIANE DI LUCIO CARACCIOLO - A “OTTO E MEZZO” HA ADDIRITTURA SOSTENUTO CHE I PAESI BALTICI “VORREBBERO INVADERE LA RUSSIA”- LA GOCCIA CHE HA FATTO TRABOCCARE IL VASO È STATA L’INTERVISTA RILASCIATA A “LIBERO” DAL DIRETTORE DI “LIMES” (RIVISTA MANTENUTA IN VITA DAL GRUPPO GEDI) - L'IGNOBILE TRAPPOLONE A ZELENSKY? PER CARACCIOLO, IL LEADER UCRAINO "SI E' SUICIDATO: NON HA RICONOSCIUTO IL RUOLO DI TRUMP" - E' ARRIVATO AL PUNTO DI DEFINIRLO UN OPPORTUNISTA INCHIAVARDATO ALLA POLTRONA CHE "FORSE SPERAVA DOPO IL LITIGIO DI AUMENTARE IL CONSENSO INTERNO..." - VIDEO

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – DA DE GASPERI A TOGLIATTI, DA CRAXI A BERLUSCONI, LE SCELTE DI POLITICA ESTERA SONO SEMPRE STATE CRUCIALI PER IL DESTINO DELL’ITALIA - ANCOR DI PIU' NELL’ERA DEL CAOS TRUMPIANO, LE QUESTIONI INTERNAZIONALI SONO DIVENTATE LA DISCRIMINANTE NON SOLO DEL GOVERNO MA DI OGNI PARTITO - NONOSTANTE I MEDIA DEL NOSTRO PAESE (SCHIERATI IN GRAN MAGGIORANZA CON LA DUCETTA) CERCHINO DI CREARE UNA CORTINA FUMOGENA CON LE SUPERCAZZOLE DI POLITICA DOMESTICA, IL FUTURO DEL GOVERNO MELONI SI DECIDE TRA WASHINGTON, LONDRA, BRUXELLES, PARIGI – DOPO IL SUMMIT DI STARMER, GIORGIA DEI DUE MONDI NON PUÒ PIÙ TRACCHEGGIARE A COLPI DI CAMALEONTISMO: STA CON L’UE O CON TRUMP E PUTIN?

friedrich merz

DAGOREPORT – IL “MAKE GERMANY GREAT AGAIN” DI FRIEDRICH MERZ: IMBRACCIARE IL BAZOOKA CON UN FONDO DA 500 MILIARDI PER LE INFRASTRUTTURE E UN PUNTO DI PIL PER LA DIFESA. MA PER FARLO, SERVE UN “BLITZKRIEG” SULLA COSTITUZIONE: UNA RIFORMA VOTATA DAI 2/3 DEL PARLAMENTO. CON IL NUOVO BUNDESTAG, È IMPOSSIBILE (SERVIREBBERO I VOTI DI AFD O DELLA SINISTRA DELLA LINKE). LA SOLUZIONE? FAR VOTARE LA RIFORMA DAL “VECCHIO” PARLAMENTO, DOVE LA MAGGIORANZA QUALIFICATA È FACILMENTE RAGGIUNGIBILE…

fulvio martusciello marina berlusconi antonio damato d'amato antonio tajani

DAGOREPORT – CE LA FARANNO TAJANI E I SUOI PEONES A SGANCIARE FORZA ITALIA DALLA FAMIGLIA BERLUSCONI? TUTTO PASSA DALLA FIDEIUSSIONI DA 99 MILIONI DI EURO, FIRMATE DA SILVIO, CHE TENGONO A GALLA IL PARTITO – IL RAS FORZISTA IN CAMPANIA, FULVIO MARTUSCIELLO, È AL LAVORO CON L’EX PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, ANTONIO D’AMATO: STANNO CERCANDO DEI “CAPITANI CORAGGIOSI” PER CREARE UNA CORDATA DI IMPRENDITORI CHE “RILEVI” FORZA ITALIA - LA QUESTIONE DEL SIMBOLO E IL NOME BERLUSCONI…