VIENI AVANTI, RENATINO - L’ULTIMA BARUFFA TRA I VECCHI COMPAGNI SOCIALISTI BRUNETTA E TREMONTI - IL CAPOGRUPPO FI ACCUSA L’EX MINISTRO DELL’ECONOMIA: ‘NEL 2011 TRAMÒ CON NAPOLITANO PER PRENDERE IL POSTO DI BERLUSCONI’

Quello che pensa Tremonti di Renatino è noto: memorabile quella volta che all’ex ministro sfuggì ‘è proprio un cretino’, senza contare la gazzarra al termine di un consiglio dei ministri: ‘Se ti avvicini, ti prendo a calci nel culo’ - Si conoscono da 30 anni ma non si amano: uno pensa di essere più colto e più geniale dell’altro…

Condividi questo articolo


Fabrizio Roncone per ‘Il Corriere della Sera'

È primavera, le bouganville sono in fiore, Renato Brunetta e Giulio Tremonti litigano. Le loro baruffe hanno cadenza periodica, stagionale. Niente di feroce, vola qualche cretino e scemo, poi fanno pace, fingendo d'ignorarsi.

TREMONTI BRUNETTA BERNINITREMONTI BRUNETTA BERNINI

A marzo Tremonti pubblicò con Mondadori un libro - Bugie e verità. La ragione dei popoli - in cui spiegava che, nel luglio del 2011, a travolgere Silvio Berlusconi fu un golpe contro l'Italia, ma non un «colpo di Stato» del Quirinale. Si trattò, secondo l'ex ministro dell'Economia, di una manovra del tutto esterna alla politica italiana. Ideata in Europa, tra i palazzi di Bruxelles e la Cancelleria di Berlino. Per far pagare all'Italia il conto delle banche tedesche (e magari francesi).

Domani Brunetta manda in edicola con il Giornale la sua versione dei fatti, raccolta in un saggio - Berlusconi deve cadere. Cronaca di un complotto - nel quale ricostruisce gli ultimi giorni del Cavaliere a Palazzo Chigi. Dove - Brunetta ne è convinto - avrebbe voluto andarsi a sedere come premier proprio Tremonti. Che, per questo, avrebbe tramato con Giorgio Napolitano.

Scrive Brunetta: «Fa male leggere all'alba di marzo 2014, a firma dell'ex ministro Tremonti, la ricostruzione di quello che è accaduto nel 2011. Una descrizione degli eventi di chi vuol dimostrare, ex post, che aveva capito tutto... Ma chi era ministro dell'Economia e delle Finanze fino al novembre del 2011? Se Tremonti aveva capito tutto di quello che stava succedendo, perché non ha fatto nulla per evitare che accadesse?».

Su questo punto interrogativo, Brunetta inietta la sua dose di veleno. Sentite (sebbene la sintassi non sia felicissima, il concetto appare comunque abbastanza chiaro): «Forse perché avrebbe corso il rischio di salvare con l'Italia il per lui ormai nemico personale numero uno: Berlusconi, con tutto il suo governo».

TREMONTI E BRUNETTA A MONTECITORIOTREMONTI E BRUNETTA A MONTECITORIO

Punto, a capo, e accusa finale: «Insomma, lui non voleva che il governo di cui era onnipotente ministro dell'Economia continuasse. Desiderava prendere il posto del presidente del Consiglio. E ha semplicemente lasciato che altri facessero per lui. Gli altri stavano strozzando Berlusconi, lui si limitò a tenerlo fermo, non consentendogli di far nulla».

Questo pensa, e racconta, Brunetta di Tremonti. Quello che invece pensa Tremonti di Brunetta è piuttosto noto. Restano memorabili un paio di incidenti. E uno, addirittura, finì in un video.

Nella sala stampa del ministero del Tesoro (mercoledì 7 luglio 2011) Brunetta, che all'epoca era ministro della Pubblica amministrazione, stava dicendo la sua ai giornalisti quando Tremonti, titolare dell'Economia, ignaro che il suo microfono fosse aperto, farfugliò ai collaboratori: «È proprio un cretino...». Poi, come annotò con attenzione Giancarlo Perna sul Giornale , si aggiustò la cravatta per darsi un contegno innocente. Subito, però, ebbe come un guizzo, e si chinò pure sul ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi: «È scemo, eh?». E Sacconi: «Non lo seguo neppure».

RENATO BRUNETTA GIULIO TREMONTIRENATO BRUNETTA GIULIO TREMONTI

Poche ore dopo, tra Tremonti e Brunetta, chiarimenti e abbracci.

Gli abbracci, però, solo se ci sono i fotografi nei paraggi. Al termine di un Consiglio dei ministri del 2009, come svelò Francesco Verderami sul Corriere , dopo una gazzarra fatta d'insulti e pesanti allusioni (Renato rimprovera regolarmente a Giulio di essere un economista con la laurea in Legge) Brunetta si alzò tendendo la mano a Tremonti. Il quale, però, reagì con un ghigno e una frase stretta tra i denti: «Non ti avvicinare, altrimenti ti prendo a calci nel culo...».

cern21 tremonti brunetta lapcern21 tremonti brunetta lap

Non si sono mai amati.
Tremonti, 67 anni ad agosto, è leggermente più anziano di Brunetta, 63. Giulio viene da una ricca famiglia liberale bellunese trapiantata in Valtellina; adora le baite, gli abiti di sartoria, ha la «erre» che gira un po' a vuoto. Renato è figlio di un ambulante veneziano - «Avevamo una bancarella accanto alla stazione, vendevamo gondole di plastica nera» - in nove vivevano in novanta metri quadrati, però poi fa il classico, si laurea in Economia e a 31 anni è in cattedra (ma trova Tremonti che è già un brillante docente).

cern22 tremonti brunetta lapcern22 tremonti brunetta lap

Quando diventano socialisti, Giulio viene accolto alla corte del marchese Franco Reviglio, gran professore e ministro delle Finanze; Brunetta s'arruola con i veneziani più ruvidi comandati da Gianni De Michelis.

Giulio e Renato si conoscono da trent'anni. E, da trent'anni, uno pensa di essere più geniale e colto dell'altro (entrambi, da tempo, hanno però smesso di gareggiare in simpatia).

 

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

COME MAI L’OPA OSTILE DI UNICREDIT SU BANCO BPM HA TERREMOTATO I NEURONI LEGHISTI? IL MINISTRO DEL MEF GIORGETTI HA SUBITO ALZATO LE BARRICATE: L'OPA È STATA "COMUNICATA, MA NON CONCORDATA COL GOVERNO", MINACCIANDO ADDIRITTURA LA GOLDEN POWER, COME SE UNICREDIT FOSSE DI PROPRIETÀ CINESE - ANCOR PIÙ IMBUFALITO È SALVINI: “UNICREDIT ORMAI DI ITALIANO HA POCO E NIENTE: È UNA BANCA STRANIERA, A ME STA A CUORE CHE REALTÀ COME BPM E MPS CHE STANNO COLLABORANDO, SOGGETTI ITALIANI CHE POTREBBERO CREARE IL TERZO POLO ITALIANO, NON VENGANO MESSE IN DIFFICOLTÀ" – ECCO IL PUNTO DOLENTE: L’OPERAZIONE DI ORCEL AVVIENE DOPO L'ACCORDO BPM-MILLERI-CALTAGIRONE PER PRENDERSI MPS. COSI’ IL CARROCCIO CORRE IL RISCHIO DI PERDERE NON SOLO BPM, STORICAMENTE DI AREA LEGHISTA, MA ANCHE MPS, IL CUI PRESIDENTE NICOLA MAIONE È IN QUOTA LEGA…

FLASH! - AVVISATE IL VICE PRESIDENTE DEL CSM, FABIO PINELLI, CHE DOPO IL SUO INCONTRO CON MELONI SÌ È PUBBLICAMENTE ALLINEATO AL GOVERNO NELLA SCONTRO CON I MAGISTRATI SUGLI IMMIGRATI, IL CONTRARIO DI CIÒ CHE PREVEDEREBBE IL SUO RUOLO DI GARANTE DELL’AUTONOMIA E DELL’INDIPENDENZA DELL’ORDINE GIUDIZIARIO, L’IRRITAZIONE DI MATTARELLA, PRESIDENTE DEL CSM, È COMPLETA. E AL PROSSIMO CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA, IL CAPO DELLO STATO AVREBBE IN MENTE DI PARTECIPARE DI PERSONA…