Estratto dell'articolo di Marco Beltrami per www.fanpage.it
La partecipazione di Valentina Petrillo alle Paralimpiadi sta facendo discutere. La velocista 50enne è la prima transessuale a gareggiare ai Giochi, nella classe T12, riservata agli ipovedenti.
L'azzurra si disimpegnerà nei 200 e 400 metri, ma c'è già chi storce il naso sulla sua presenza. Un avvocato spagnolo infatti continua a sostenere che sia ingiusto far competere Valentina nelle gare femminili. Una presa di posizione a tutela di un'altra atleta, ovvero Melani Berges che aveva perso la possibilità di qualificarsi proprio grazie alla prova di Petrillo.
Il legale Irene Aguiar, specializzata in diritto sportivo internazionale alla BILD, ha affermato: "La nostra atleta spagnola Melani Berges ha perso la possibilità di qualificarsi per le Paralimpiadi. Il motivo è la partecipazione dell'uomo Fabrizio ‘Valentina' Petrillo, che è arrivato in finale al suo posto. Questo è ingiusto". A sostegno di questa tesi, secondo il tabloid tedesco ci sarebbero ben 40 organizzazioni femministe.
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Ma perché Valentina Petrillo ha assolutamente le carte in regola per partecipare alle Paralimpiadi di Parigi? Il punto 4.5 del regolamento della World Para Athletics stabilisce che le atlete legalmente riconosciute come donne possono competere nelle discipline femminili: "La World Para Athletics gestirà tutti i casi che coinvolgono atleti transgender in conformità con le linee guida transgender del Comitato Olimpico Internazionale".
Una posizione divergente rispetto a quella di World Athletics, che ha vietato agli atleti transgender di competere nelle gare femminili nel marzo 2023. […]
La cinquantenne Petrillo dal canto suo ha dimostrato già in passato di voler andare avanti per la sua strada. Alla BBC Valentina ha dichiarato: "Aspettavo questo giorno da tre anni e in questi ultimi tre anni ho fatto tutto il possibile per guadagnarmelo. Merito questa selezione e voglio ringraziare la Federazione Italiana Paralimpica e il Comitato Paralimpico Italiano per aver sempre creduto in me, soprattutto come persona e come atleta. Il valore storico di essere la prima donna transgender a gareggiare alle Paralimpiadi è un importante simbolo di inclusione".
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