FARSA PARTENZA! VERSTAPPEN DEMOLISCE LA FIA (FEDERAZIONE INTERNAZIONALE AUTOMOBILISMO) DOPO IL GP D’AUSTRALIA CON TRE BANDIERE ROSSE: “TROPPO CAOS, LA DIREZIONE DI GARA SI È CREATA PROBLEMI DA SOLA” – L’INGLESE LANDO NORRIS DELLA MCLAREN: “ORMAI LE BANDIERE ROSSE SONO IL PRETESTO PER CREARE SPETTACOLO” - POLEMICHE DELLA FERRARI PER LA PENALITA’ A SAINZ: “SIAMO FRUSTRATI”
Estratto dell’articolo di Daniele Sparisci per corriere.it
Tre bandiere rosse in un solo Gp non si erano mai viste, e un motivo c’era: l’interruzione della gara è lo strumento più estremo a disposizione del direttore di corsa. In Australia, a casa di Michael Masi (l’«arbitro» cacciato dopo Abu Dhabi 2021, e in questi giorni presente nel paddock di Melbourne), il suo successore, Niels Wittich, ne ha abusato ogni oltre il buon senso. Tre campioni del mondo a salvare la faccia di un sport che sta prendendo una piega rischiosa verso lo showbusiness: Verstappen, Hamilton e Alonso. E una Ferrari azzerata, dagli errori dei suoi piloti stavolta più che dalle lacune della macchina, che restano comunque gravi.
Cambiano le facce, i campionati, ma gli errori in Race Control proseguono. L’anno scorso avevamo assistito a un Gp di Monza chiuso dietro la safety car, a un campione del mondo — Verstappen — premiato a sua insaputa a Suzuka per un cavillo regolamentare sconosciuto. Stavolta a Melbourne c’è ancora Max sul gradino più alto a domandarsi, come la maggior parte dei colleghi, il perché di tanto caos, il perché di un altro arrivo dietro all’auto con le sirene, che si sfila a due curve dalla bandiera a scacchi.
«Troppa confusione, non credo che servisse la seconda bandiera rossa (quella provocata da Magnussen, il danese della Haas ha preso il muro alla curva 2 e ha spaccato il cerchio spargendo detriti e un copertone ndr), avrebbero potuto gestirla con la safety o con la virtual. Si sono creati i problemi da soli». E se lo dice il campione del mondo, al secondo successo stagionale e in marcia verso il terzo titolo, significa che davvero qualcosa si è inceppato.
Invece di preoccuparsi di vietare gli orecchini, i festeggiamenti dei meccanici al muretto, la Fia dovrebbe dedicarsi a temi più seri e scegliere gente più competente. «Ormai sembra che la bandiera rossa sia soltanto un pretesto per creare spettacolo», così la pensa Lando Norris. L’inglese della McLaren parla dell’inutile mini-Gp di due giri, con partenza da fermo: un Far West che ha portato 12 macchine (le due Alpine si sono fatte fuori da sole) su 20 al traguardo provocando il terzo stop e poi la triste passerella finale.
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Errore suo, più grave di quello di Carlos Sainz. Lo spagnolo ha buttato una buona rimonta allo scadere nel tentativo di attaccare Alonso, aveva la miglior Ferrari della stagione — ci voleva poco rispetto al Bahrain e a Gedda —, voleva il podio. È furioso per la penalità di 5’’che lo ha spedito al dodicesimo posto (cioè ultimo): «Ci hanno derubato. È la punizione più ingiusta che ho visto in F1». Una sanzione giudicata «troppo severa» persino dallo stesso Fernando. «Due pesi e due misure — aggiunge Fred Vasseur —, a Gedda abbiamo cambiato due volte le regole per il pit-stop di Alonso e qui invece ci hanno messo 5 secondi senza nemmeno ascoltare il pilota. Siamo tutti frustrati». Benedetta pausa, fino al 28 aprile i motori resteranno spenti poi si va fra i muri di Baku, e c’è anche la Sprint Race. Urge un reset, alla F1 e alla Ferrari.