Estratto dell'articolo di Paolo Rossi per "la Repubblica"
Il paddock della Formula 1 riapre i cancelli. A Sakhir oggi è il giorno delle prime domande ufficiali ai piloti in vista del gp di sabato (rispetto per il Ramadan) del Bahrain. Ma l’attesa è per un’altra decisione, sull’asse Vienna/Bangkok: il destino di Chris Horner è già scritto ma ancora non dato in pasto al mondo: oggi potrebbe essere il giorno giusto. Questa cosa riguarda il team dominatore delle ultime tre stagioni, Red Bull, e il suo team principal, ossia il manager responsabile della scuderia. È dal 5 febbraio che Chris Horner è sulla graticola, dopo che l’accusa di una dipendente del team — “comportamento inappropriato” — è diventata pubblica.
La Red Bull ha aperto un’indagine, l’ha affidata a un avvocato esterno. Il lavoro è concluso, ma non viene decisa la sentenza. Perché? […] Innanzitutto, Horner si è sempre dichiarato innocente: […] Il 9 febbraio è stato interrogato dall’avvocato e, si dice, gli è stato mostrato un dossier di accuse dove si evidenziavano messaggi inappropriati inviati “regolarmente e per un periodo di tempo significativo”. Altro dettaglio a sfavore dell’ex pilota oggi manager, una sua offerta di 650.000 sterline inglesi (760.000 euro) all’accusatrice per risolvere la questione “in via amichevole”. Infine, sembra che a Horner Red Bull abbia proposto un’uscita di scena “senza perdere la reputazione”, soluzione declinata.
Se tutto ciò è vero, perché Red Bull non ha ancora deciso? La risposta pare vada cercata nella lotta di potere all’interno dell’azienda iniziata dopo la scomparsa di Dieter Mateschitz. Il cofondatore, nonostante il 49% delle azioni della società, aveva ricevuto l’autorità di prendere decisioni sul personale. Venuta meno quando Mateschitz è deceduto nel 2022. Quindi Oliver Mintzlaff, il suo successore in Red Bull GmbH, pare voglia liberarsi di Horner ma non può perché Chalerm Yoovidhya, il thailandese detentore del 51% di Red Bull vede Horner come un figlio e lo difende nonostante tutto.
«Purtroppo la realtà è che i valori occidentali sull’uguaglianza non sono quelli della Thailandia. Lì il ruolo della donna è visto in modo molto diverso» ha commentato Ralf Schumacher, ex pilota e fratello di Michael. Per queste ragioni Red Bull è in impasse: Chris Horner è in Bahrain, ma è come se fosse sospeso in una bolla. Non solo: c’è chi addirittura ritiene che “l’Horner-gate” possa diventare un punto di rottura per l’intera azienda. Infatti c’è chi sospetta che i tempi dell’indagine si siano dilatati perché l’avvocato indipendente sia diventato irreperibile, in vacanza, improvvisamente. E in molti hanno sospettato di un intervento asiatico. […]
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